LA TECNOUBIQUITA'
È stata recentemente presentata in Francia la versione aggiornata e definitiva del sistema Bluetooth, il nuovo standard promosso dall'omonimo consorzio tecnologico fondato da Ericsson (con IBM, Intel, Nokia e Toshiba), per la gestione informatizzata di casa vostra.
La tecno-diavoleria si basa su una rete interna all'appartamento, alla frequenza radio di 4,5 ghz (fino a poco tempo fa utilizzata dall'esercito), in grado quindi di passare con estrema indifferenza oltre ogni tipo di ostacolo, inclusi muri di cemento armato. Funziona con apposite batterie che la rendono indipendente dalla normale rete elettrica, e mette in relazione tra loro sino ad 80 fra apparecchi elettrici ed altri "schiavi" domestici, partendo dal vostro cellulare. Durante i collaudi, il fortunato prescelto ha potuto niente meno che - avvisando la "casa" del proprio arrivo, trovare in filodiffusione la musica preferita scaricata per l'occasione da Internet, la vasca da bagno piena alla temperatura desiderata, il pollo dorato in forno e le serrande abbassate pronte per la notte. Il tutto, stranamente a tariffe davvero popolari, dal momento che molti degli elettrodomestici in commercio sono già compatibili con questo standard.
Cosa succede se la centralina si guasta, è argomento che è già stato utile spunto per numerosi film dell'orrore. Ma tant'è, il progresso è inarrestabile.
Una vera rivoluzione, dunque, ma con un minimo comun denominatore, se paragonata ad una delle nostre misere case tradizionali: la televisione, che non manca mai e sopravvive sempre a se stessa.
È proprio un neurofisiologo, il Prof. Lamberto Maffei, della Scuola Normale di Pisa, a far riflettere sul delicato tema dell'abbassamento del nostro senso critico ad opera del piccolo schermo.
Una normale comunicazione verbale è composta da parole, che si susseguono acquistando un senso compiuto solo alla fine, con l'espressione di un concetto. Il cervello ha quindi il tempo per analizzare le parole, elaborare eventuali critiche e poi sollevarle.
Il messaggio televisivo, specie quello multimediale delle nuove piattaforme, invece è ben più "prepotente": le immagini entrano nei circuiti cerebrali molto più rapidamente, spesso in parallelo a forti sollecitazioni cromatiche, ed anche a scritti e testi verbali. Il cervello è ogni volta quasi paralizzato da questa enorme quantità di informazioni che occupa le vie di accesso principali, vista ed udito. Milioni di cellule nervose vengono quindi indirizzate all'analisi di questa massa di messaggi, con conseguente ingombro della macchina e rischio di parziale abdicazione della funzione più sofisticata: la valutazione critica del messaggio.
Ecco quindi la possibilità, ben percepita dai "grandi comunicatori", di diffondere con un'efficienza spaventosa il messaggio più intelligente, come pure quello più stupido.
Con le opportune varianti, condizionamenti basati sul metodo dell'affiancamento dei messaggi (uno riconosciuto come piacevole e desiderabile, ed il secondo, quello da propagandare) è possibile spacciare idee in realtà banali come grandi novità delle quali non si può fare a meno. Grandiosa a tal proposito l'intuizione politico-pubblicitaria del Cavaliere, che all'esordio della sua formazione politica fu in grado di venderla come "prodotto ideale", riuscendo a conquistare con più facilità i voti degli italiani anche grazie ai due stimoli appaiati: Forza Italia (segnale sportivo che rimanda alle vittorie della Nazionale, stimolo positivo, euforia, applausi) e governo Berlusconi (occupazione, salari migliori, buona amministrazione). Da uno spettatore televisivo senza malizia i due segnali tendono a essere confusi, il primo spiana invariabilmente la strada al secondo ed entrambi finiscono quindi per creare approvazione. Nulla succede per caso, nel mondo della pubblicità e del marketing, incluso quello politico: pensare il contrario è da ingenui, anche con riguardo alle risorse miliardarie impiegate.
Eccoci quindi inconsapevolmente prigionieri di un perverso meccanismo, a confondere goal con occupazione.
L'unica nostra arma è vagliare l'informazione, intervenendo con i circuiti cerebrali più efficienti e impedendo l'aggiramento del nostro senso critico.
Bluetooth deriva da Blaatand ("denti Blu" in danese), re quella penisola alla fine del primo millennio, che unificò Danimarca e Norvegia e si concentrò sul garantire la comunicazione tra le litigiose tribù di vikinghi del suo regno. Bravo davvero, peccato che i suoi sudditi avessero la brutta abitudine di sconfinare, saccheggiando e sgozzando donne e bambini nei villaggi delle terre circostanti.
Quando hanno tentato di invadere il resto d'Europa e di esportare i loro metodi, qualcuno ha trovato il coraggio di rischiare, e cacciarli a calci.
L'ultimo che spegne la TV.
il Konservatore
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