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From: Ambiente e Futuro
To: ambientefuturo@???
Sent: Wednesday, August 10, 2005 5:57 PM
Subject: 7 settembre: istruzioni per l'uso
Ambiente e Futuro News Agosto 2005:
Istruzioni per l'uso: verso il 7 settembre - Giornata mondiale contro l'incenerimento dei rifiuti
Insieme con Adriana Pagliai e Fabrizio Bertini abbiamo elaborato un testo (anche in allegato) relativo all'imbroglio dei Cip6 e dei certificati verdi con cui viene finanziata l'industria inquinante da parte pubblica. Questo testo (rivisto, corretto o integrato) costituirà una sorta di 'cornice unitaria' delle numerose iniziative che si svolgeranno in molte città italiane a sostegno della Giornata mondiale promossa da GAIA.
Per segnalare le correzioni e le integrazioni si prega di inviare i testi a ambietnefuturo@??? oppure alla rete 'noinc.' entro il 20 agosto.
Nel frattempo colgo l'occasione di informare che attraverso una recente telefonata Vittoria Polidori, responsabile della Campagna inquinamento di Greenpeace Italia, mi ha comunicato il totale appoggio dell'associazione alla manifestazione del 7 settembre e insieme alla rete nazionale 'Rifiuti 0', con un testo comune, promuoverà a partire proprio dal 7 settembre una Petizione popolare contro i finanziamenti pubblici agli inceneritori da inviare al Parlamento Europeo.
Inoltre, sempre congiuntamente, verranno tradotti due importanti testi di Greenpeace della Gran Bretagna: "Blue print" e "Col waste management" relativi a dettagliate descrizioni tecniche riguardanti anche i trattamenti a freddo della frazione "residua" dei rifiuti.
I testi saranno disponibili a partire dal 1° settembre. Nel frattempo su invito della Rete mondiale GAIA è necessario quanto prima (l'ideale sarebbe entro il 15 agosto) comunicare i programmi e le iniziative dei gruppi locali che il 7 si mobiliteranno. Infine, poiché sulla rete non tutti sono al corrente della mobilitazione del 7, si prega di passare parola ricordando che informazioni dettagliate si trovano sui siti
www.no-burn.org e
http://ambientefuturo.interfree.it
Buon lavoro
Rossano Ercolini
L'adesione della Rete Nazionale "Rifiuti Zero" alla giornata mondiale contro l'incenerimento dei rifiuti e per migliori alternative di gestione degli scarti, indetta per il 7 settembre, promossa dalla coalizione internazionale Gaia è motivata, non solo dalla solidarietà che ci lega a tutti coloro che nel mondo lottano contro le nocività e le ingiustizie ambientali e sociali, ma anche dalla concreta situazione italiana.
Nel nostro paese è in atto un massiccio tentativo da parte di potenti lobbies industriali e finanziarie e da un trasversale arco di forze politiche, per la realizzazione di un grande numero di inceneritori.
Da nord a sud dell'Italia tutte le regioni sono oggetto di una campagna di promozione di inceneritori, sia nella forma di "impianti dedicati" inseriti nelle pianificazioni pubbliche per trattare i rifiuti urbani, che in quella di "impianti industriali" di co-combustione gestiti dalle industrie in cui si abbina l'utilizzo di combustibili tradizionali con la combustione di rifiuti ad elevato potere calorifero (CDR, pneumatici, biomasse di origine industriale).
I sostenitori di questa campagna, consapevoli della pessima reputazione attribuita agli inceneritori da parte delle popolazioni che giustamente li associano all'emissione di inquinanti cancerogeni, cercano di far breccia puntando sulla presunta "sostenibilità ambientale" degli impianti di "ultima generazione" non più definiti "termodistruttori" bensì "termovalorizzatori".
A dispetto delle stesse norme giuridiche che classificano questi impianti come inceneritori con recupero energetico, si cerca attraverso un'opera di mistificazione mediatica, di accreditare i moderni inceneritori come impianti produttori di energia elettrica.
Quanto loro sostengono è assolutamente infondato.
Una letteratura scientifica vasta e inconfutabile afferma che bruciare rifiuti rappresenta uno spreco di risorse se confrontato con i risparmi derivanti dal recupero e dal riutilizzo e dal riciclaggio diretto dei materiali (nonché, a maggior ragione, attraverso la riduzione della produzione dei rifiuti, la prevenzione e l'avvio di cicli produttivi ad alto risparmio energetico) che consentono risparmi di energia da 3 a 5 volte maggiori rispetto all'incenerimento.
Inoltre, il "presunto" recupero energetico da rifiuti comporta un danno certo alla salute umana attraverso l'emissione di sostanze inquinanti persistenti e bioaccumulabili, si associa a processi decisionali autoritari che eludono non solo, come quasi sempre accade - Acerra, Brescia, Toscana, Piemonte ecc; - le stesse leggi (V.I.A. e Valutazione Ambientale Strategica, cioè la valutazione di piani e programmi) ma soprattutto ogni confronto democratico e partecipato nonché la valutazione delle proposte alternative; come se ciò non bastasse gli inceneritori producono elevate quantità di scorie e ceneri che devono comunque essere conferite in discariche speciali.
La favola della termovalorizzazione in realtà consente un recupero di energia elettrica che non va oltre il 18 - 20% del potenziale calorifico totale dei rifiuti a cui va sottratta l'energia necessaria alla produzione del CDR (separazione, essiccazione, movimentazione) e al trattamento delle ceneri, delle polveri e delle acque di risulta, è un imbroglio.
Inoltre, poiché il combustibile derivante dai rifiuti è composto almeno per il 35 - 40% da carta e cartoni e per il resto da scarti quasi tutti riciclabili - legno, gomma, plastiche, cascami tessili - appare evidente che bruciare rifiuti risulta concorrenziale e opposto al riciclaggio.
Occorre ribadire che la normativa vigente - comunitaria e nazionale - considera prioritario il recupero di materia rispetto al recupero energetico, quest' ultimo comunque sempre subordinato alla riduzione, al riuso e al recupero di materia.
Non a caso, anche proprio nei più citati esempi europei - modello inceneritorista - come la Danimarca, il Belgio e l'Austria per l'impianto di Vienna, si applica una tassa sull'incenerimento da 4 a 71 Euro la tonnellata.
Al contrario, in Italia, l'industria dell'incenerimento gode di lauti sussidi pubblici che consentono di vendere all'Enel e al Gestore della Rete Nazionale, l'energia elettrica prodotta dall'incenerimento a prezzo 3 volte superiore a quello di mercato. Maggiorazione che viene caricata sulle bollette delle utenze sotto la voce truffaldina di "costruzione impianti fonti rinnovabili".
Inoltre dopo la scadenza dei precedenti incentivi legati al CIP 6, gli sponsors degli inceneritori cercano di entrare da protagonisti nella ghiotta partita miliardaria dei "certificati verdi" attraverso l'inganno dell'assimilazione all'energia rinnovabile di quella prodotta bruciando rifiuti (Dlgs. 387/2003).
In realtà recuperare energia dai rifiuti bruciandoli è uno spreco e un imbroglio energetico ed economico.
Plastiche e carta sono le principali fonti di valore calorifico. Bruciare le plastiche che sono di derivazione petrolifera equivale a bruciare combustibili fossili. La carta è prodotta dal legno con un processo che coinvolge consistenti flussi di energia e di risorse primarie - acqua, foreste. Bruciandola si sprecano risorse che al contrario vengono risparmiate riciclando i diversi materiali cartacei.
Questa è una "truffa" che occorre bloccare.
Senza queste sovvenzioni, gli inceneritori, costretti a costi di investimento e gestione sempre più onerosi per mantenere le emissioni inquinanti entro una normativa, giustamente, sempre più restrittiva sull'inquinamento, non sarebbero in grado di reggere economicamente.
Noi sosteniamo che i finanziamenti pubblici debbano incentivare le produzioni pulite a basso tasso di scarti e di consumi energetici, il riciclaggio ed il compostaggio, nonché il risparmio energetico (case passive, piccoli impianti locali, in modo da evitare le perdite di rete) e le fonti energetiche realmente rinnovabili come il solare e l'eolico e i piccoli impianti idroelettrici.
Per bloccare questa truffa, assieme alle realtà locali, proponiamo una mobilitazione nazionale attraverso :
1.. Una raccolta di firme da presentare al Parlamento Europeo.
2.. L'individuazione di modalità organizzative per l'introduzione di forme di autoriduzione della tariffa rifiuti laddove questa non sia calcolata in maniera "puntuale" sulla base dei rifiuti realmente conferiti da ciascuno.
RETE NAZIONALE RIFIUTI ZERO
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