[Forumlucca] 9 agosto giornata mondiale dei popoli indigeni …

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Author: Aldo Zanchetta
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Subject: [Forumlucca] 9 agosto giornata mondiale dei popoli indigeni del mondo
I DIRITTI COMUNITARI DEI POPOLI INDIGENI ANCORA NEGATI

Oggi 9 agosto ricorre la 11a giornata mondiale dei popoli indigeni del mondo che comprendono oltre 300 milioni di persone nei vari continenti, compresa l' Europa.

Il 'Decennio dei popoli indigeni' indetto dalle Nazioni Unite nel dicembre 1994 si è concluso nel dicembre 2004 senza che la dichiarazione sui diritti comunitari propri dei popoli indigeni, già predisposta nel 94 e approvata di massima dai rappresentanti di questi popoli, sia riuscita ad arrivare alla Assemblea Generale per la approvazione (*). Si è pertanto deciso, malgrado lo scetticismo degli interessati, di lanciare un nuovo decennio delle Nazioni Unite per il riconoscimento dei diritti indigeni.

Malgrado questo atteggiamento incongruente, dovuto alle resistenze in sede di commissioni proprio da parte delle nazioni più ricche, le Nazioni Unite il 9 agosto 2004 hanno lanciato un grido di allarme : le popolazioni indigene, sottoposte a nuovi attacchi da part delle società transnazionali, rischiano di scomparire.

I popoli indigeni, per la propria cultura di grande rispetto per la natura e la madre terra, hanno conservato sui loro territori una grande biodiversità, bene appetito dalle multinazionali farmaceutiche e alimentari quale risorsa indispensabile per le biotecnologie, colonna portante della futura economia mondiale.

Le loro foreste inoltre sono utilizzate come fonti primarie per la produzione di cellulosa, materia prima di cui le nostre abitudini quotidiane fanno largo uso e spreco. Le cosidette riforestazioni sostitutive per lo più basate sugli eucalipti sono distruttrici della biodiversità a causa della grande avidità di acqua di queste piante.
Molte di queste popolazioni vivono in territori ricchi di petrolio o di minerali, per cui si tende a cacciarle dai propri territori per poter accedere a queste ricchezze. Le estrazioni indiscriminate di minerali con metodi inquinanti producono inquinamento grave di fiumi e di laghi.A causa di ciò ad es presso alcune popolazioni amazzoniche si vanno diffondendo tumori allo stomaco e altre malattie.
Spesso i territori indigeni sono ricchi di acqua, l' 'oro blu' del XXI secolo. Già Nestlé e Coca Cola hanno acquistato i diritti aquiferi su ampie zone dell' Amazzonia mentre il governo degli Stati Uniti ha ottenuto il permesso dal governo del Paraguay di installare una base militare ai bordi del bacino acquifero 'guaranì', il secondo per ampiezza dopo quello amazzonico, situato sul territorio detto della 'triple frontera' (Brasile, Argentina, Paraguay). Il pretesto ? La lotta al terrorismo.....assente ad oggi nella zona. Cosa che in questi giorni sta provocando per reazione il trasferimento i loco di truppe brasiliane.
Ma la ricchezza di acqua sta anche inducendo la costruzione di centinaia di dighe per la produzione di energia idroelettrica con il conseguente spostamento di milioni di contadini in tutto il mondo, dalla Cina all' India alla Mesoamerica. Questo malgrado che in molti casi gli effetti prodotti da queste alterazioni della natura abbiano provocato disastri ambientali e che molte dighe sisiano poco a poco riempite di fango e detriti.

Ci duole anche segnalare come alcune note OnG ambientaliste mondiali, fra esse il WWF, si rendano responsabili di gravi violazioni dei diritti di popoli indigeni patrocinando la istituzione di parchi nazionali e zone protette per la cui pretesa conservazione le popolazioni indigene ivi residenti vengono evacuate contro la propria volontà (violazione di precisi diritti sanciti da trattati internazionali).

Ricordando che il nostro modello consumistico incontrollato ci rende corresponsabili di queste distruzioni (consumi energetici, sprechi di carta e di altri prodotti a base di cellulosa) vogliamo ricordare in questa giornata mondiale a loro dedicata i rischi che corrono i popoli indigeni sotto la spinta di una sempre più frenetica rincorsa alle risorse necessarie al modello economico imperante e insostenibile.

Per una riflessione più ampia alleghiamo il testo (depurato di alcuni elementi contingenti già superati) dela Dichiarazione conclusiva del II Vertice indigeno americano (Quito - luglio 2004)

Fondazione Neno Zanchetta per il sostegno ai popoli indigeni dell' Amerindia

(*) Chi desidera conoscere il testo può farcene richiesta

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DICHIARAZIONE DI KITO (*)



            Dal cuore del mondo, nel luogo del sole verticale, facendo seguito al Primo Vertice di Teotihuacan, il giorno 25 del mese di luglio 2004 i popoli e le nazionalità indigene di Abya Yala, autoconvocati e riuniti per il Secondo Vertice Continentale, organizzato dalla Confederazioni delle Nazionalità Indigene dell' Ecuador (CONAIE), dalla  Organizzazione delle Nazionalità Kichuas dell'  Ecuador (ECUARUNARI) e dal Coordinamento delle Organizazzioni Indigene della Conca Amazónica (COICA), con la partecipazione dei delegati di 64 popoli e nazionalità indigene, pronunciamo la nostra parola:



           Siamo i popoli originari di Abya Yala. I nostri progenitori, i nostri antenati ci insegnarono ad amare e venerare la nostra feconda Pacha Mama ed a convivere in armonia e liberta con gli esseri naturali e spirituali che su di essa esistono. Le istituzioni politiche, economiche , sociali e culturali che
abbiamo sono eredità dei nostri avi e sono la base della costruzione del nostro futuro.


           Le valli e le pampas, le selve e i deserti, le montagne e i ghiacciai, i mari ed i fiumi, l' aquila e il condor, il quetzal e il colibrì, il puma e il giaguaro sono stati i testimoni dei nostri sistemi socio-politici
comunitari basati sulla sostenibilità umana e ambientale.



           Siamo stati spogliati  dei nostri territori originari dai colonizzatori e dagli stati nazionali ; siamo stati divisi per garantire il controllo politico e ricacciati verso luoghi inospitali. I territori che noi oggi abitiamo si caratterizzano per la conservazione della biodiversità e l' esistenza di risorse naturali che
sono ambiti dalle multinazionali e per questo stiamo soffrendo nuovamente una spoliazione.


           I governi nazionali, seguendo gli orientamenti del Fondo Monetario Internazionale, della Banca Mondiale, Della Banca Interamericana di Sviluppo, ci devastano con il pagamento del debito estero e negano il nostro il nostro diritto collettivo alla terra, modificando le legislazioni onde permettere
la sua privatizzazione, il coinvolgimento di imprese e la appropriazione individuale.



             DENUNCIAMO




che i governi nazionali della America stanno ricorrendo ogni giorno di più alla repressione violenta caratterizzata dalla violazione dei nostri diritti umani e dei nostri diritti di popoli; la criminalizzazione dei nostri atti in difesa della vita e delle nostre cerimonie spirituali; la paramilitarizzazione; la espulsione dalle nostre terre; la occupazione militare; la cooptazione e la corruzione delle nostre autorità locali e dei nostri dirigenti;la promozione di progetti che parlano di compensare i danni che producono le imprese transnazionali; la supposta ripartizione equitativa dei benefici; la emigrazione forzata; inoltre promuovono la divisione, lo scontro e il conflitto armato fra comunità, per imporre le loro politiche di esclusione, razziste ed oppressive




      CI OPPONIAMO CON FORZA




-          alla realizzazione di piani come il Piano di Integrazione delle Infrastrutture Regionali Sudamericane (IIRSA); il Piano Puebla-Panama (PPP), il Plan Patriota; il Plan Colombia; il Plan Dignidad; il Plan Andino




-          alla creazione di basi militari




-          alla realizzazione dell' ALCA e dei vari Trattati di Libero Commercio (TLCs), che sono promossi nell' ambito della OMC per il beneficio dei Paesi saccheggiatori del pianeta




Infatti le uniche cose che essi perseguono sono la realizzazione di infrastrutture per la circolazione delle proprie mercanzie, il saccheggio delle risorse naturali delle nostre terre e territori e la protezione delle imprese transnazionali. Noi li denunciamo come piani di invasione per il saccheggio, la distruzione e la morte


- respingiamo la realizzazione dei piani di ristrutturazione territoriale e di sfruttamento di minerali e idrocarburi, la creazione di Aree Naturali Protette e piantagioni forestali; il pagamento dei servizi ambientali, la privatizzazione dell' acqua e dell' aria, le fumigazioni, la registrazione di brevetti sulle risorse naturali e culturali, l' uso di sementi transgeniche che vengono impiegate
nei nostri territori poichè tutto questo è orientato esclusivamente a garantire la riproduzione del grande capitale transnazionale a detrimento della nostra vita.


- denunciamo che gli stati nazione dell' America si sono caratterizzati per la violazione degli ordinamenti giuridici nazionali e internazionali a detrimento dei diritti collettivi dei nostri popoli, come l' Accordo 169 dell' Organizzazione Internazionale del Lavoro (1) del quale chiediamo la ratifica immediata da parte di tutti i paesi dell' America e del resto del mondo.


            CONTESTIAMO




-          alla Organizzazione degli Stati Americani (OEA) la mancanza di volontà per modificare la Dichiarazione Americana dei diritti delle Popolazioni Indigene con la partecipazione e la decisione dei popoli indigeni


-          al sistema delle Nazioni Unite di aver dichiarato un Decennio delle Popolazioni Indigene come scatola vuota poichè non si sono messe in atto le azioni necessarie per approvare la Dichiarazione Universale dei Diritti dei Popoli Indigeni. 




Di fronte alla situazione di spoliazione che caratterizza la esistenza dei nostri popoli


            DECIDIAMO DI



  -    creare uno  spazio  permanente di  comunicazione  e di scambio  ove far convergere esperienze 


       e proposte affinche' i nostri popoli e nazionalita' affrontino uniti le politiche di globalizzazione


       neoliberista



- programmare una agenda comune di azioni e mobilitazioni che manifestino il nostro rifiuto di

       questo modello escludente e che includa  azioni congiunte e concertate di fronte agli organismi


       ai quali decidiamo di partecipare




- concordare alleanze con altri settori della società che ci permettano di affrontare le politiche

      che ci opprimono, in particolare con i movimenti sociali




- esigere la libertà incondizionata dei leaders e delle autorità indigene detenuti ingiustamente

       a causa della loro difesa della terra e dell' esercizio dell' autonomia




         -   esigere la riparazione del danno morale occasionato a popoli e nazionalità indigene con le


       uccisioni perpetrate contro i loro abitanti nonché l' indennizzo alle famiglie






-          esigere dagli stati nazionali la restituzione  senza condizioni delle  risorse genetiche e  culturali


      che sono state esportate illegalmente dalle nostre terre e territori; la restituzione delle terre


      espropriate; il libero transito di persone indigene attraverso i loro territori quando questi siano 


      inclusi dentro frontiere nazionali diverse; l' indennizzo ai popoli colpiti  da impatti di ogni tipo e


      da   espropri, come pure la restituzione  nelle   condizioni iniziali delle loro terre  e territori;  il


      rispetto totale dei territori dei nostri popoli e nazionalità  indigene, in particolare di quelli non


      contattati e in isolamento volontario




-          esigere che i governi diano soluzione a  tutti i conflitti causati dallo  sfruttamento delle risorse


naturali e la mancanza di garanzia territoriale e sicurezza di vita quando si attuano politiche

      statali e  transnazionali quali  quelle  dei  casi di Sarayaku, Raposa Sierra del Sol, Plan Colombia, 


      Rio Pilcomayo, Montes Azules, Camisea, caso del Gas di Bolivia e Margarita, Ashanica.




-          partecipare  ai  Fori  Internazionali   quali  i  Fori  Sociali  Mondiali  e i  Fori delle Americhe con


      proposte comuni che riflettano la posizione del movimento indigeno




      -    solidarizzare con il popolo cubano per la sua permanente lotta antimperialista



Di fronte a tutto questo



        AFFERMIAMO CHE




-          i territori che abitiamo sono nostri per tempo, storia e diritto; pertanto sono inalienabili, imprescrittibili e non ipotecabili




    -   possediamo nostri propri modelli vita che garantiscono la continuità dei nostri popoli e delle


        nostre nazionalità in armonia con la natura e che hanno come fondamento la nostra eredità


        culturale ancestrale




-          non necessitiamo del riconoscimento legale per creare gli spazi di autonomia che  consentano l' esercizio della libera determinazione dei nostri popoli e nazionalità






(*) Dichiarazione finale del II Vertice dei popoli e delle nazionalità indigene di Abya Yala - Kito (Ecuador) - 21-25 luglio 2004



(1) Ad oggi è l' unico Trattato internazionale che riconosca in parte i diritti comunitari dei popoli indigeni del pianeta (circa 300 milioni di persone). Ad oggi l' Italia non lo ha ancora ratificato.








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