secolo xix
Bocciato il voto agli immigrati
DIRITTI CIVILI Pericu: «Necessario andare verso l'accoglienza e
l'integrazione». Rixi (Lega): «È stata una brutta figura»
Il Consiglio di Stato respinge la delibera del Comune di Genova
Gli immigrati non hanno diritto di votare, neppure alle elezioni
amministrative. Agli stranieri residenti in Italia non è concesso di
partecipare alla scelta dei governanti. Lo dice, con un «parere», il
Consiglio di Stato, rispondendo al quesito posto dal ministro dell'Interno
Giuseppe Pisanu dopo che Genova, primo Comune in Italia, con una modifica
allo statuto ha riconosciuto agli stranieri residenti la possibilità di
partecipare alle elezioni amministrative.
I giudici, «pur nella consapevolezza del significativo contributo che
queste persone danno allo sviluppo della collettività», non ritengono di
poter assecondare la loro partecipazione alla democrazia. Il Consiglio di
Stato ha stabilito che la materia è riservata allo Stato, il quale,
volendo, può delegare una regolamentazione di secondo grado alle Regioni. I
Comuni, insomma, non hanno voce in capitolo, nemmeno se si tratta di
elezioni amministrative.
Immediata la reazione del sindaco Giuseppe Pericu. La concessione del voto
agli extracomunitari residenti è, secondo il sindaco, «una necessaria
evoluzione dell'ordinamento giuridico che vada verso l'accoglienza e
l'integrazione degli stranieri». Pericu chiarisce inoltre di volere
«analizzare il testo del parere del Consiglio di Stato che boccia la
proposta di concedere il voto alle elezioni amministrative ai cittadini
extracomunitari», prima di approfondire il suo intervento nel dibattito.
Genova è stata la prima città italiana ad adottare una delibera che,
recependo una direttiva europea e modificando lo statuto, concede il
diritto di voto amministrativo agli stranieri residenti in Italia da cinque
anni, nel Comune da due anni oppure in possesso della carta di soggiorno.
A seguito della novità, a Palazzo Tursi le reazioni si moltiplicano.
Massimiliano Morettini (Ds) sottolinea come questo «parere» del Consiglio
di Stato sia «in contraddizione» con un analogo pronunciamento relativo al
caso del Comune di Forlì, «quando invece i giudici avevano, a determinate
condizioni, dichiarato legittima la partecipazione alle elezioni
amministrative».
Edoardo Rixi, capogruppo della Lega Nord, commenta: «Noi l'avevamo detto,
la Costituzione non avrebbe permesso quella modifica statutaria. Mi spiace
per il sindaco, che da professore universitario si è lasciato coinvolgere
da una questione di parte, che poco si addice a una persona della sua
levatura. Non facciamo una bella figura come consiglio, né lui come
sindaco. Noi avremmo preferito che il voto agli immigrati venisse bocciato
dai genovesi. Invece è stato bocciato da una Costituzione che tutti
difendono, ma evidentemente nessuno conosce».
Paolo Striano, capogruppo della Margherita: «Prendo atto del parere del
Consiglio di Stato, che a dire il vero mi coglie di sorpresa. Resto però
convinto che gli immigrati regolari residenti stabilmente sul nostro
territorio, contribuendo alla creazione di ricchezza, abbiano il diritto di
partecipare attivamente alla scelta democratica dei governanti».
Giuseppe Costa, capogruppo di Forza Italia: «In consiglio avevamo sollevato
il problema costituzionale ai tempi della discussione. Il diritto al voto è
legato alla cittadinanza. Sarebbe atipico richiedere per voto politico e
amministrativo requisiti diversi».
Gilda Ferrari
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lavoro repubblica
Bocciato a Roma il voto di Tursi agli immigrati
IL Consiglio di Stato ha bocciato la delibera che nell´agosto del 2004 la
maggioranza di centrosinistra del Comune di Genova aveva votato concedendo,
prima città italiana, il voto agli immigrati (residenti da almeno dieci
anni nel comune e in regola con i permessi di soggiorno) alle elezioni
amministrative. A chiedere il pronunciamento del secondo grado della
giustizia amministrativa (il primo è rappresentato dal Tar) era stato il
Consiglio dei Ministri, su forti pressioni del centrodestra ligure e
genovese. Soprattutto dell´allora vice presidente della Regione, Gianni
Plinio.
Il sindaco Pericu prende atto della sentenza ma sottolinea come «ormai la
concessione del voto agli extracomunitari residenti è una necessaria
evoluzione dell´ordinamento giuridico, che vada verso l´accoglienza e
l´integrazione degli stranieri. In ogni caso voglio analizzare bene il testo».
Dopo la scelta di Genova, la concessione del voto sia attivo, sia passivo
(la possibilità di essere eletti), era stato seguito da Ancona, Venezia,
Torino, Firenze, Forlì e Cesena. E altri Comuni come Venezia e Belluno si
preparavano a farlo, in ossequio anche alle direttive dell´Unione Europea.
In tanti Paesi europei, Svezia in testa, gli immigrati già dal 1975 possono
votare per il referendum, le regionali, le amministrative e per le
circoscrizioni.
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"Eppure il vento soffia ancora...."
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