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Autor: Rosario Gallipoli
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Betreff: [Lecce-sf] Fw: [antiamericanisti] promemoria su baffetto radioattivo
Subject: [antiamericanisti] promemoria su baffetto radioattivo


Effetti dell¹aggressione Nato sull¹ambiente nella Repubblica Federale di
Jugoslavia

Belgrado, aprile 1989





Gli attacchi Nato alla Repubblica federale di Jugoslavia, tra le altre cose,
hanno inflitto un danno incalcolabile all¹ambiente, messo a rischio salute e
vite umane, flora e fauna, mentre tutti gli altri effetti negativi saranno
avvertiti solo a lungo termine.

L¹aggressione Nato alla Jugoslavia rappresenta, fra l¹altro, una violazione
della Dichiarazione di Rio sull¹ambiente e lo sviluppo, secondo la quale le
operazioni di guerra hanno un effetto disastroso sullo sviluppo sostenibile
e la protezione ambientale durante i conflitti armati è regolata da
pertinenti norme internazionali (capitolo 34).

Impegnandosi in operazioni di guerra contro la Rfj, la Nato ha violato: la
Convenzione di Vienna sulla protezione dello strato di ozono; il protocollo
di Montreal sulle sostanze dannose per lo strato di ozono; il protocollo di
Kyoto siglato dalle Nazioni Unite per la convenzione quadro sull¹effetto
serra; le Convenzioni dell¹Organizzazione meteorologica mondiale; la
Convenzione di Berna sulla conservazione della flora e della fauna selvatica
in Europa e dei loro habitat naturali; la Convenzione sulla diversità
biologica; la Convenzione sugli effetti transfrontalieri degli incidenti
industriali; la Convenzione sul controllo dei movimenti transfrontalieri di
rifiuti pericolosi e del loro smaltimento; la Convenzione sulla protezione
del Danubio; la Convenzione sul mare aperto; la Convenzione sulla
prevenzione dell¹inquinamento dovuto a forze navali; la Convenzione sulla
prevenzione dall¹inquinamento da idrocarburi; la Convenzione sulla
protezione del patrimonio mondiale naturale e culturale; la Convenzione di
Ramsar relativa alle zone umide di importanza internazionale e tutta
un¹altra serie di norme internazionali sulla protezione ambientale.

Le organizzazioni internazionali interessate, depositarie di queste
convenzioni (il Segretariato dell¹Onu, il Programma delle Nazioni Unite per
l¹Ambiente, l¹Organizzazione Mondiale della Sanità, l¹Organizzazione
Meteorologica Mondiale) non hanno reagito alle conseguenze globali per il
pianeta Terra, l¹Europa e la nostra regione, sebbene le abbiano registrate
con i loro sistemi di controllo, installati in conformità a importanti
trattati e protocolli internazionali.

Quando questa aggressione Nato e le operazioni di guerra contro la
Jugoslavia saranno terminate, sarà possibile riunire tutti i dati
pertinenti, ora in fase di raccolta e di elaborazione. Tali dati forniranno
una prova documentaria dell¹aggressione sull¹ambiente, sia degli effetti già
avvertiti in Jugoslavia, sia degli altri che non sono stati subito evidenti.

Gli effetti globali sull¹Europa e sul pianeta Terra (strato di ozono,
effetto serra a lungo termine etc.) come conseguenza delle operazioni di
guerra in Jugoslavia

I voli numerosi e senza sosta degli aerei supersonici e di altri velivoli,
in quanto parte delle operazioni di guerra che si protraggono da oltre un
mese, hanno avuto gravi effetti negativi sullo strato di ozono, già ridotto,
intorno alla terra.

Inoltre, l¹uso fatto dalla Nato di migliaia di tonnellate di esplosivo nello
spazio, all¹interno della Repubblica jugoslava, e il fatto che siano andati
in fiamme numerosi impianti chimici, raffinerie, serbatoi di combustibile,
depositi di materie prime, di prodotti semilavorati e finiti ha avuto un
effetto dannoso sullo strato di ozono e in particolare sull¹effetto serra.

È risaputo che l¹impoverimento dello strato di ozono provoca molti
cambiamenti negli organismi viventi e in definitiva può causare anche un
aumento del tasso di incidenza di tumori e distruzioni della catena
nutritiva mondiale. I gas che distruggono lo strato di ozono rimangono
attivi per molto tempo e vengono trasportati per lunghe distanze. L¹effetto
più forte è avvertito nelle zone più a nord e più a sud del pianeta Terra,
dove lo strato di ozono è più sottile.

Ciò significa che le vittime della distruzione dello strato di ozono, cioè
le vittime dell¹aggressione Nato sulla Jugoslavia, sono tutti gli abitanti
d¹Europa, mentre le vittime che ne risentiranno di più a lungo termine
saranno le popolazioni dell¹Europa del Nord, della parte settentrionale di
USA, Canada, Nuova Zelanda, Australia e del Sud dell¹America Latina.

La popolazione europea dovrebbe rendersi conto che i carburanti utilizzati
dagli aerei militari e da altri velivoli contengono un elevato numero di
sostanze altamente tossiche (perclorato, nitroglicerina, nitrocellulosa,
polibutadiene, poliuretano, policloruro di vinile, polistirene, stearato di
piombo, nitrati di metallo, perclorato di metallo, composti di fluoro e
altri), la cui combustione risulta tossica e cancerogena. Dalla combustione
di queste sostanze si formano ossidi di azoto, acido clorico e altri
composti molto pericolosi che distruggono foreste e vegetazione e hanno
inoltre un effetto diretto sulla salute umana. La combustione di
stabilizzatori di combustibile insieme a composti di piombo e fluoro dà
luogo ai radicali di fluoro che sono causa di gravi ferite e ustioni per gli
esseri umani e animali ad essi esposti.

Le nubi di questi prodotti della combustione si stanno spostando adesso
oltre la Jugoslavia e in quanto soggette alle condizioni atmosferiche,
possono causare disastri ecologici su larga scala in tutta l¹Europa.

I venti, le acque di superficie e quelle sotterranee, lo strato della
troposfera e della stratosfera della Terra non conoscono frontiere.

Incidenti chimici provocati dalle operazioni di guerra in Jugoslavia e i
loro effetti oltre i confini jugoslavi

Un elevato numero di impianti industriali civili, che non lavorano per
l¹esercito, sono stati attaccati e/o distrutti durante i bombardamenti ad
opera delle forze Nato. La distruzione e il danno di stabilimenti
petroliferi, di raffinazione di petrolio o di altre sostanze rappresentano
una sorta di guerra chimica che la Nato ha intrapreso contro la popolazione
jugoslava provocando fuoriuscite di pericolose sostanze dai nostri impianti.
I diciannove Paesi della Nato stanno commettendo un ³ecocidio² , per così
dire, contro la popolazione e l¹ambiente jugoslavi.

Al momento attuale, mentre l¹aggressione Nato continua, siamo ancora nella
fase di raccolta ed elaborazione dei dati, ma in questa sede desideriamo
richiamare l¹attenzione sui seguenti impianti industriali fra i numerosi
bombardati, il complesso industriale di Pancevo (impianto di azoto,
raffineria e stabilimento petrolchimico) e la raffineria di Novi Sad, poiché
gli effetti ecologici della loro devastazione sono al momento i più gravi.
Le azioni contro il complesso petrolchimico di Pancevo hanno provocato
feriti ed emissioni elevatissime di sostanze dannose e pericolose, con la
conseguenza di un inquinamento ambientale disastroso a livello locale,
regionale e persino mondiale. Secondo le stime degli esperti, se i serbatoi
di cloro e ammoniaca del complesso industriale di Pancevo non fossero stati
svuotati prima dell¹attacco, questo avrebbe fatto risuonare il rintocco
funebre per tutti gli abitanti di Pancevo (120.000) e i dintorni (Belgrado,
con una popolazione di due milioni di abitanti, è solo a 20 km di distanza).
Del complesso industriale di Pancevo fanno parte: lo stabilimento di azoto
di Pancevo (fabbrica per la produzione di fertilizzanti azotati), la
raffineria di Pancevo e lo stabilimento petrolchimico di Pancevo. Il
complesso utilizza la tecnologia di produzione CVM Stouffer e oltre ai
monomeri di cloruro di vinile sono presenti negli impianti anche etilene,
cloro, idrogeno di cloro, propilene e altre sostanze. In seguito ai
bombardamenti Nato, tutti queste sostanze fluide sono state rilasciate
nell¹atmosfera, nell¹acqua e nel suolo e ora rappresentano una seria
minaccia per la salute umana in generale e per gli ecosistemi locali e delle
più vaste regioni balcaniche ed europee.

Alcuni impianti e magazzini sono stati colpiti direttamente, altri sono
andati distrutti in seguito all¹esplosione e al fuoco. La stazione di
trasformazione è stata pesantemente danneggiata rilasciando così oli di
trasformazione ad alta tossicità. Un elevato numero di persone è stato
ferito, intossicato e costretto a sfollare. Le stime parlano di 70.000
persone evacuate.

Gli esperti affermano che, al momento dell¹impatto dopo le bombe, la
concentrazione di gas tossici era 10.000 volte più elevata del livello
consentito. Le nubi tossiche seguite ai bombardamenti hanno trasportato i
prodotti della combustione di CVM, cloro, ossidi di cloro, ammoniaca, ossidi
di azoto, petrolio e prodotti petroliferi.
La raffineria di petrolio a Novi Sad, a causa della sua posizione sulle rive
del Danubio, nell¹aperta pianura della Pannonia, è di per sé una particolare
minaccia per l¹ambiente. Un inquinamento considerevole è stato e continua ad
essere scoperto nell¹aria e in altri elementi dell¹ambiente (acqua, suolo,
flora e fauna) mentre la gente del posto è stata costretta a lasciare la
zona circostante.

Durante le aggressioni Nato in Jugoslavia, molti impianti di trasformazione
sono stati gravemente danneggiati, rilasciando oli minerali di
trasformazione estremamente tossici.

Il delegato del Ministero russo della Difesa ha rilevato come i pericolosi
prodotti della combustione del petrolio delle raffinerie e degli
stabilimenti chimici colpiti abbiano raggiunto la Polonia e siano quasi in
Finlandia, e che potrebbero, in base alle condizioni atmosferiche, giungere
in Ungheria, Grecia e Italia. Gli effetti nocivi delle bombe saranno
avvertiti per un lungo periodo e ci sarà un aumento nel tasso di incidenza
dei tumori maligni, delle malattie ai polmoni e alla pelle, poiché le
sostanze tossiche emesse, esplosive e infiammabili, hanno effetti
cancerogeni, mutagenici e teratogenici a lungo termine.

I Paesi vicini non hanno risposto, ad eccezione della Grecia. Alcuni di essi
sembrano nascondere gli effetti delle operazioni di guerra alle loro
popolazioni.

Inquinamento delle acque come risultato delle operazioni di guerra in
Jugoslavia con effetti oltre i confini (il Danubio e altri fiumi, lo Skadar
e altri laghi, il mare Adriatico)

Gli effetti dannosi della combustione del petrolio delle raffinerie e degli
stabilimenti chimici colpiti scorrono ora lungo il Danubio, fiume che
attraversa diverse nazioni, sotto forma di una striscia di petrolio lunga 15
km e larga 400 m. Desideriamo ricordare che un litro di petrolio inquina un
milione di litri di acqua.

Il Danubio sfocia nel Mar Nero.

La flora e la fauna del Danubio non saranno più le stesse dopo questa
aggressione Nato. La morte di pesci è sta già segnalata sul Danubio, nelle
vicinanze di Veliko Gradiste.

Una parte delle acque di superficie, inquinate in seguito alle operazioni di
guerra, appartiene al bacino di raccolta del Mar Egeo, una parte sfocia nel
mare Adriatico e quindi nel Mediterraneo.

Inoltre, il Mar Adriatico e il lago Skadar ai confini con l¹Albania (il lago
Skadar è anche un parco nazionale e una particolare riserva naturale) hanno
risentito direttamente dell¹inquinamento per la presenza di navi da guerra,
sottomarini, operazioni di guerra e loro conseguenze.

Distruzione dei parchi naturali protetti per legge e della biodiversità
jugoslava ed europea

Circa 1.700 risorse naturali di particolare valore nel territorio della
Repubblica Federale di Jugoslavia sono in un modo e nell¹altro aree
protette. Queste comprendono, fra l¹altro, nove parchi nazionali (Mt.
Kopaonik, Tara River Basin, Djerdap Gorge, Mt. Fruska Gora, Mt. Sara, Mt.
Durmitor, Mt. Lovcen, Mt. Biogradska Gora, Lago Skadar), 20 parchi
regionali, 122 riserve naturali, 19 aree costiere protette e circa 1.000
specie animali e vegetali. In tutto costituiscono il 10% del territorio
nazionale jugoslavo.

Secondo i principi dell¹Unesco, fanno parte del patrimonio mondiale: il
Durmitor National Park, la Kotor- Risan Bay e il Tara River Basin. Pond
Obedska Bara e il lago Ludosko sono compresi fra gli habitat per gli uccelli
marini riconosciuti internazionalmente.

È un dato di fatto che la Nato abbia bombardato intensamente e abbia
condotto massicce operazioni di guerra in alcuni parchi nazionali (Kopaonik,
Fruska Gora, Sara, Lago Skadar e altri).

Last but not least, le zone di caccia e gli habitat di volatili e altri
animali, subiranno un cambiamento dopo queste operazioni di guerra.


Gli effetti in Jugoslavia e in Europa dell¹uso da parte della Nato di armi
contenenti sostanze radioattive nella sua aggressione alla Jugoslavia

Secondo i dati disponibili, le forze Nato hanno utilizzato speciali
munizioni contenenti uranio impoverito nei bombardamenti verso obiettivi
militari e civili della Repubblica serba. Il calibro di queste munizioni è
di 30 mm, esso viene sparato per lo più da jet tipo A-10 e probabilmente da
missili cruising ³Tomahawk², che possono penetrare in una superficie di
acciaio spessa 57 mm. Il nocciolo del reattore di questi missili è
radioattivo e, secondo le cifre, l¹attività dell¹uranio 238 raggiunge 3,4
MBq. In base alle nostre norme e a quelle internazionali, l¹uranio
appartiene al gruppo di sostanze tossiche ed è stato classificato nel
secondo gruppo di radionucleidi di elevata tossicità. Queste munizioni sono
scorie nucleari e il loro utilizzo rappresenta un crimine contro l¹umanità e
la legge internazionale. Le conseguenze sulla popolazione sono terribili,
poiché, oltre alle lesioni e alla distruzione dei tessuti, esse causano una
contaminazione radiologica dagli effetti tossici e radioattivi che provocano
il cancro. L¹uso di questo tipo di munizioni utilizzate nelle azioni Nato in
Jugoslavia è inumano e totalmente ingiustificato.

È bene sapere che alcuni missili Tomahawk e munizioni di artiglieria
contengono un rivestimento rinforzato di uranio impoverito.

Alla luce di quanto espresso, l¹Onu, l¹Ue, l¹Ocse, l¹Ente Internazionale per
l¹energia atomica (Aiea) e altre organizzazioni politiche e umanitarie
dovrebbero fare qualcosa per bandire questo tipo di munizioni nelle
operazioni Nato in Jugoslavia.

L¹uso di munizioni con uranio impoverito nel corso delle future aggressioni
Nato alla Repubblica Jugoslava avrebbe conseguenze ancora più gravi, come
una catastrofe ecologica su larga scala ed effetti sulla salute umana a
lungo termine (leucemia, cancro, anomalie congenite, etc.)

Al momento del loro utilizzo, le armi all¹uranio impoverito liberano, fra
l¹altro, ossidi di uranio (U3O8, UO2) e gas altamente reattivi come il radio
e il radon. Gli ossidi hanno dimensioni da 0,5 a 5 micron e possono quindi
essere trasportati dal vento per diverse centinaia di chilometri. Poiché i
venti nordoccidentali sono i più frequenti nella regione jugoslava,
l¹inquinamento si sposta dalla Jugoslavia all¹Ungheria, Germania, Croazia e
Bosnia o all¹Albania, Macedonia e Grecia.

La contaminazione radiologica e chimica ³non distingue² fra personale
militare che usa le armi citate, fra obiettivi, territori, civili innocenti,
la stampa, le folle, e le squadre che portano ogni specie di soccorso, né
rimangono confinate entro le frontiere di uno stato e per un periodo
temporale preciso. Le forze Nato stanno operando anche contro le loro stesse
popolazioni e i loro stessi figli. Occorre notare che il tempo di
semi-decomposizione dell¹uranio impoverito è di 4,5 miliardi di anni. Studi
epidemiologici esperti mostrano che non esiste un limite per l¹esposizione
radioattive sotto il quale si possa stare al sicuro!

Gli effetti delle operazioni di guerra sulla catena nutritiva dell¹uomo e
sulla popolazione oltre i confini della Jugoslavia

Tutti gli inquinanti sopra menzionati (sostanze chimiche prodotte dalla
combustione di carburante e l¹aria, prodotti esplosivi, sostanze chimiche
rilasciate in incidenti chimici) inquinano l¹aria, il suolo, l¹acqua, la
flora e la fauna ed hanno effetti negativi e breve e lungo termine sulla
catena nutritiva (cereali, vegetali, frutta cresciuti sui terreni inquinati
e/o irrigati con acqua inquinata, animali che si nutrono di tali piante e il
cui latte o la cui carne sono utilizzati per la nutrizione dell¹uomo etc) ed
elementi che dipendono da essa.

Le acque di superficie e quelle sotterranee inquinate generano effetti a
lungo termine sulla nutrizione che non rimangono confinati dentro gli Stati.


I preparativi di una guerra come fonte di inquinamento ambientale

Desideriamo inoltre rilevare come le popolazioni dei Paesi Nato che prendono
parte all¹aggressione alla Jugoslavia e coloro che hanno permesso l¹utilizzo
dello spazio aereo e le operazioni di preparazione di velivoli, armi, il
deposito delle stesse, la loro manutenzione etc., partecipino in modo
considerevole allo stato di inquinamento in quei Paesi e, nel corso delle
operazioni di guerra, a quello della Jugoslavia.


REPUBBLICA FEDERALE DI JUGOSLAVIA

IL MINISTRO FEDERALE PER LO SVILUPPO, LA SCIENZA E L¹AMBIENTE