Autor: ugo Data: Asunto: [NuovoLaboratorio] Tra Nord e Sud
da "il manifesto" di giovedi 28 luglio
un articolo di ALI RASHID
Non è stato mai facile o lineare il rapporto tra l'occidente colonialista
e po-stcolonialista con un vasto mondo visto come terra di conquista o zona
di interesse vitali, serbatoio dì materie prime, mano d'opera a poco costo,
avamposto per un dominio militare ed economico. Una visione che si era consolidata
ancora di più durante la guerra fredda, esportando lì le guerre «reali» tra
est e ovest
La metà del secolo scorso, ha visto il mondo Arabo, l'Africa, l'America del
sud, pullulare di movimenti rivoluzionari che avevano l'ambizioni di cambiare
il mondo nel solco della giustizia e della convivenza pacifica tra i popoli;
era una stagione entusiasmante che fu sconfitta per un difetto di autonomia
e per la spietata repressione ingaggiata di regimi dittatoriale, nella loro
maggioranza amici dell'occidente.
L'occidente democratico, anche dopo le grandi conquiste sul piano della democrazia
e dei diritti politici e sociali per i propri cittadini,continuava a rapportarsi
con il non occidente, come nel passato, in termine di rapporto economici
e di dominio. Per molti anni i regimi dittatoriali e i movimenti reazionari
di matrici religiosa islamica erano i suoi interlocutori privilegiati.
Il fondamentalismo islamico militare è più figlio della devastazione culturale
prodotta dalle mire neocolonialiste di ieri e delle mire egemoni- e di rinnovato
dominio americane di oggi, che come una naturale evoluzione dell'Islam. E
se dovesse continuare l'ascesa dei neo conservatori in America e dei suoi
corrispettivi europei rischiamo di trovarci di fronte a un'Americastan e
un'Europastan che detengono la maggiore parte degli armi di distruzione di
massa.
Oggi ci dicono che la guerra è contro l'Occidente in quanto tale e contro
il suo modello di vita, anche se Bin Laden ha fatto la sua fortuna con questo
Occidente e grazie al suo modello e delle sue politiche.
Dal Corriere della sera ci rammentano ogni giorno che l'occidente è in guerra
e deve comportarsi di conseguenza, dando così sfogo al peggio che anima un
certo occidente in declino; l'altra faccia della barbarie che esprime Bin
Laden. E' in corso una campagna di disinformazione e di incitamento all'odio
che mette a repentaglio le radici dello stato di diritto e la parte nobile
della cultura occidentale, una campagna che ferisce e crea inaspettati nemici,
che vede sfilare intellettuali di prestigio, uomini di governo, partiti politici.
In questa campagna non mancano alcuni punti di colore, dove si ricorre ai
vecchi trucchi di fare sfilare gli ascari e le truppe cammellate, gente che
rinnega la sua cultura, si vergogna del suo colore e della propria appartenenza,
e si distingue per la virulenza di suoi attacchi. Questi mi ricordano alcuni
ragazzi africani che ho visto un anno fa sfilare alla testa di una manifestazione
razzista che chiedeva l'espulsioni degli exracomunitari non in regola con
il permesso di soggiorno.
In questa guerra tra barbarie, le civiltà, tutte le civiltà, si trovano scacciate:
la stragrande maggioranza dei popoli, delle donne e degli uomini di occidente
e di oriente che hanno rifiutato e rifiutano la guerra e il terrorismo, sono
chiamati oggi in prima persona a trovare le forme organizzative per fare
pesare la loro volontà su una politica ufficiale che dimostra ogni giorno
la sua incapacità intrinseca a svolgere il suo compito naturale, a dare rappresentanza
al desiderio genuino di pace che anima la gente, tutta la gente. E' una «banalità»
che diventa sempre più difficile spiegare.
Il governo statunitense da segni quotidiani del fallimento della sua guerra.
Ha intimato ai suoi alleati di fare in fretta a scrivere la nuova costituzione
con la partecipazione di chi è stato bollato, a torto o ragione, di terrorismo
fino oggi, e temo che questo dialogo si avarrà, un domani, della partecipare
anche qualche rappresentate di Bin Laden. Se un giorno (come ci viene puntalmente
promesso) l'esercito Usa lascerà Baghdad, vederemo insieme quanta democrazia
e libertà hanno portato i liberatori e i detentori della civiltà occidentale.
(ali rashid) -