secolo xix
An, avvocati in campo «No al cippo a Giuliani»
Il cippo in memoria di Carlo Giuliani, il giovane ucciso da un carabiniere
in occasione degli scontri del G8, ancora non è stato installato e già
solleva polemiche. Di accogliere la richiesta della famiglia Giuliani,
permettendole di erigere in piazza Alimonda, a sue spese, un cippo in
ricordo di Carlo, lo ha deciso martedì il consiglio comunale, dopo un
acceso dibattito durato tre ore. L'ordine del giorno è stato approvato con
23 voti a favore (Prc, Pdci, la quasi totalità dei consiglieri Ds, alcuni
consiglieri della Margherita), 20 contrari e un astenuto.
Ieri, all'indomani della seduta consiliare, i capigruppo locali di Alleanza
nazionale Gianni Plinio (regionale) e Gianni Bernabò-Brea (comunale) hanno
dato mandato all'ufficio legale della federazione provinciale del partito
di impugnare davanti all'autorità giudiziaria la decisione del consiglio
comunale. Plinio e Bernabò-Brea, nel ricordare con un cippo («Carlo
Giuliani, ragazzo. 20 luglio 2001») ravvisano gli estremi di «apologia di
reato». «Non consentiremo - commentano i due - che una istituzione, con una
decisione grave, irresponsabile e che divide profondamente la nostra città,
avalli una apologia di reato. E' inaccettabile una così rozza
strumentalizzazione dei drammatici fatti del G8 in cui Genova fu messa a
ferro e fuoco da bande di ultra-comunisti violenti a stento arginati
dall'impegno sacrificale degli agenti delle forze dell'ordine». «Un conto -
proseguono - è l'umano cordoglio per un ragazzo perito in tragiche
circostanze, altro è l'adulterazione della verità nel tentativo di
trasformare gli aggressori in aggrediti. E', in ogni caso, vergognoso che
il sindaco e le sinistre dedichino un cippo a Carlo Giuliani, mentre lo
neghino a Fabrizio Quattrocchi, giovane lavoratore genovese caduto in
Iraq». Contrario al cippo è anche Remo Benzi, consigliere comunale di
Liguria Nuova, perché«quel ragazzo stava andando a picchiare i carabinieri
con il passamontagna in testa e quello è un cippo alla violenza».
Massimiliano Morettini (Ds), cofirmatario dell'ordine del giorno approvato
in consiglio, ribatte: «Non mi stupisce che Plinio e Bernabò-Brea prendano
questa posizione. D'altronde se fosse per le loro azioni politiche questa
città vivrebbe perennemente in una fibrillazione ideologica. Lo spirito del
cippo, aldilà di come si valutino le giornate del G8, è affermare che certi
fatti non devono più accedere. Non si può accettare che una città venga
messa a ferro e fuoco. Così come non si può accettare che le forze
dell'ordine percuotano manifestanti inermi, donne e anziani. E per le
stesse ragioni non si può accettare che un ragazzo di vent'anni muoia con
un colpo di arma da fuoco in testa».
Gil. F.
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