secolo xix
Tursi, via libera al cippo in piazza Alimonda in ricordo di Carlo Giuliani,
vittima del G8
Piazza Alimonda ospiterà un cippo in ricordo di Carlo Giuliani, il
manifestante morto quattro anni fa durante gli scontri del G8. Sul cippo ci
sarà scritto: «Carlo Giuliani, ragazzo. 20 luglio 2001». Lo ha deciso ieri
il consiglio comunale, dopo una lunga e infuocata discussione, accogliendo
la richiesta avanzata dalla famiglia, che provvederà all'installazione a
sue spese. Una decisione frutto di un compromesso, fra mille distinguo e
sfumature politiche, anche all'intermo dei singoli partiti. Nell'aula
rossa, seduto fra il pubblico, era presente il padre Giuliano Giuliani.
Tre ore di discussione per stabilire se accogliere o meno la richiesta
formale della famiglia, motivandone le ragioni. Respinta con 32 voti
contrari, 6 favorevoli (Prc, Pdci e il diessino Bruno Delpino) e 5 astenuti
(i diessini Alessandro Frega, Fulvio Molfino, Paolo Lavagetto, Massimiliano
Morettini e Umberto Lo Grasso della Margherita) è stata la prima mozione,
presentata dai consiglieri Tirreno Bianchi e Roberto Delogu (Pdci) che
intendeva inmpegnare il sindaco e la giunta «a dedicare a Carlo Giuliani un
cippo commemorativo a suo ricordo e a ricordo perenne che in quei giorni a
Genova le regole della democrazia sono state violate».
Accolto è stata invece l'ordine del giorno presentato da Morettini, Delogu
e Patrizia Poselli (Prc) che, con una mediazione politica, impegna sindaco
e giunta a «dare seguito» alla richiesta formale inoltrata dai genitori di
Carlo, per l'installazione a loro spese del cippo. Il provvedimento è stato
adottato con 23 voti favorevoli, 20 contrari (l'opposizione, la diessina
Angela Burlando, «per coerenza, chiedendo scusa ai genitori») e un astenuto
(Claudio Basso, Margherita). Hanno votato sì i Ds, Prc, Pdci e Margherita.
Maria Rosa Biggi (Margherita) ha precisato: «Questo cippo vuole
rappresentare il valore della riconciliazione, non la celebrazione di un
eroe». Gabriele Gronda (Margherita) ha lasciato l'aula prima della
votazione: «Così permettiamo all'opposione di strumentalizzare la vicenda.
Meglio sarebbe stato scrivere una poesia sul cippo, un no alla violenza».
Gilda Ferrari
27/07/2005
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lavoro repubblica
IL RETROSCENA
Il cippo per Giuliani e la società incivile
Un cippo in piazza Alimonda. Un nome, una definizione apparentemente
generica, una data: "Carlo Giuliani, ragazzo. 20 luglio 2001". Può non
piacere, ci mancherebbe. Piace ancora meno, però, che la discussione in
consiglio comunale diventi esibizione di istinti che l´evoluzione della
specie dovrebbe avere rimosso da tempo.
Già, perché se sarebbe più che legittimo per una parte contestare che possa
essere tributato un ricordo a un ragazzo che brandiva un estintore contro
una camionetta della polizia, risulta intollerabile che qualcuno sostenga
che «per la vita che faceva, morire o salvarsi non sarebbe stata una grande
differenza». O sentire quell´altro che annuncia, ostentando vigoria
superiore alla sua prestanza fisica, che lui, a Giuliani, «il cippo glielo
tirerebbe qui», in mezzo agli occhi. Magari da morto, come quella
misteriosa pietrata che nessuno è mai riuscito a spiegare. Fino
all´ineffabile consigliere che se la cava meglio con il dialetto che con le
finezze dialettiche che sbriga la faccenda con una definizione: «Era una
legera».
In soccorso del buon gusto disperso potrebbe accorrere la pietas, o forse
un pizzico di civiltà davanti alla presenza silenziosa del padre. Che,
invece, non si scompone. Ne ha sentite tante. Tornerà a casa con il
faticosissimo via libera al cippo, e tanto basterà.
Che i dibattiti in consiglio comunale non siano dei più sofisticati non è
un mistero. Qualcuno dice sia colpa della nuova legge elettorale che blinda
la maggioranza e rende i contraddittori pura formalità. Ma non abroga la
civiltà.
(a.p.)
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"Eppure il vento soffia ancora...."
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