Appello per l'immediata liberazione di Tali Fahima e di tutti i detenuti politici dalle carceri israeliane
Tali Fahima, una giovane donna ebrea israeliana di 28 anni, ha una sola colpa: essersi recata nel Campo profughi di Jenin. Questa sua "colpa" rischia di pagarla con il carcere a vita.
Tali grazie a questa sua visita ha potuto verificare che i palestinesi non sono assetati di sangue né ebraico, né israeliano, non sono votati al martirio. Tali ha verificato che resistono all'occupazione, lottano contro la colonizzazione ed il furto delle loro terre, lottano contro il Muro perché aspirano ad una vita normale. Per aver detto queste cose pubblicamente ed aver fatto delle raccolte fondi in favore dei bambini del Campo profughi di Jenin, Tali è stata arrestata l'otto agosto del 2004, per nove mesi ha subito la detenzione in totale isolamento, non le è stato consentito parlare con alcuno tranne i secondini ed i giudici.
Israele si dichiara un Paese democratico, ma il modo in cui, invece, sta trattando Tali Fahima e tutti i prigionieri politici palestinesi dimostra che più dei missili artigianali, più degli attacchi suicidi, il governo israeliano, l'esercito, il sistema giudiziario temono che nella società israeliana si cominci a pensare che convivere insieme ai palestinesi è possibile.
L'esperienza di Tali dimostra che è possibile scavalcare il muro dell'odio. La determinazione di Tali Fahima è esemplare, rappresenta un motivo per una speranza.
In un momento in cui il mondo sembra sprofondare sempre più nella voragine dell'odio incontrollato, da Tali ci giunge un messaggio preciso: convivere è possibile, ma soprattutto necessario.
Per questo esprimiamo la nostra più totale ed incondizionata solidarietà a Tali Fahima e ne chiediamo l'immediata liberazione alle autorità israeliane.
La liberazione di Tali e di tutti prigionieri politici e di opinione che sono rinchiusi nelle carceri israeliane è un passo decisivo verso una pace realmente giusta ed equa.
Per adesioni scrivere a: cinzianachira@???
Campagna di sostegno all'Alternative Information Center, Solidali Aic
Comitato immigrati in Italia
Pace, Pane, Lavoro - Raggio Emilia
Gigi Malabarba, capogruppo Senato Prc
Piero Maestri, Consigliere Provinciale Prc - Milano
Fausto Gianelli, Giuristi democratici sezione di Modena
Roberto Santi, Rsu IperCoop Villanova (IPERNOVA) - Segreteria Prc federazione di Bologna
Florinda Rinaldini, Ires Emilia Romagna
Alfonso Di Stefano, Consiglio Nazionale Attac - Italia
Franco Gianasso, Segreteria Prc - Sondrio
Anna Canuto
Titti Pierini, Roma
Avv. Pasquale Vilardo, portavoce Giuristi democratici - sezione di Roma
Marco Carniani, Terni
Daniele Ippolito, Coordinatore Provinciale Giovani Comunisti - Pisa
Patrizia Manduchi, Facoltà di Scienze politiche - Università di Cagliari
Stefano Galieni, Dipartimento Nazionale Immigrazione Prc
Gabriella Grasso, Milano
Francesca Fabbri, Genova
Fabrizio Guerra, Voltana-Ra
Mirca Garuti, gruppo immigrazione Forum di Modena, Prc di Nonantola
Chiara Carratù, Napoli
Ida Ferrari, Siena
Cari firmatari della Petizione Internazionale che chiede che Tali Fahima
sia liberata dall'isolamento in carcere,
sento di dovervi aggiornare sullo status attuale della continua
persecuzione di Tali Fahima, un'attivista isareliana per la pace, che ha
osato mettere in evidenza quanto siano criminali le pratiche omicide di
Israele contro i palestinesi, sfidando la disumanizzazione razzista di
questi da parte di tutte le diramazioni del meccanismo oppressivo
dell'occupazione.
Dopo un anno in prigione, nove mesi dei quali trascorsi in ISOLAMENTO
(al quale è stato posto termine quando il prezzo da pagare a livello
internazionale, grazie al vostro sostegno, è diventato troppo alto),
Fahima ha avuto finalmente i promi tre giorni di processo dal 17 al 19
luglio; continuerà a metà settembre. Di un totale di circa 18 ore di
udienza, circa la metà sono state a porte chiuse, per evitare che
fossero smascherati alcuni degli agenti segreti più degni di disprezzo e
dei collaboratori palestinesi (sic). Sono stato presente alle sessioni
aperte al pubblico, nelle quali è stata sentita una lunga testimonianza
di un giovane palestinese di Jenin, Muhammed Al Rul, che si trova ora in
un carcere israeliano.
Al Rul ha un aspetto che impressiona, pieno di dignità. Ha descritto in
modo discretamente dettagliato il trattamento torturante ricevuto nel
periodo in cui il Servizio di Sicurezza israeliano (GSS) cercava di far
sì che testimoniasse contro Fahima, in modo che fosse incriminata. Per
non appesantirvi con troppi dettagli, metterò solo in luce la tattica
ingannevole del GSS che ha avuto più successo: dopo che un lungo e
crudele interrogatorio (durante il quale era stato tenuto in condizioni
assolutamente odiose, in isolamento, senza poter ricorrere a un
avvocato, e senza che la famiglia avesse la minima idea di dove fosse)
non aveva prodotto alcun risultato utile al GSS, Al Rul era stato messo
in una cella con diversi palestinesi (che alla fine sono risultati
essere collaboratori israeliani). Questi palestinesi si sono presentati
come facenti parte di un gruppo militante palestinese; gli hanno detto
che Fahima era un'agente del GSS israeliano, che, collaborando con lei,
era un traditore, e che sarebbe stato trattato come tale. Sotto questa
minaccia Al Rul, nel disperato tentativo di salvarsi, ha messo insieme
una storia completamente immaginaria sul proprio glorioso contributo
alla lotta palestinese, e nel contempo un racconto su Fahima che aiutava
a tradurre un documento "top secret" perduto da un soldato israeliano a
Jenin. Questo documento "top secret" consiste di due pagine: una mostra
fotografie di quattro abitanti di Jenin che il GSS intendeva
assassinare, l'altra è una foto aerea del Campo Profughi di Jenin, con
frecce che indicano i luoghi in cui risiedono questi quattro palestinesi
ricercati. Il documento era stato trovato a Jenin dopo un'operazione
dell'esercito di occupazione, chiamata in codice "Lacrime di
Coccodrillo" (che, per fortuna, era fallita). E'stato presentato la sera
stessa, dai palestinesi che l'avevano trovato, alla televisione Al
Jazeera, poco dopo nei giornali israeliani, ed è ora reperibile su
diversi siti web; è stato altresì presentato in tribunale. Mentre è ora
sufficientemente chiaro che Fahima non aveva visto il documento prima
che fosse presentato alla televisione, è forse più importante mettere in
luce che, in ogni caso, quando questo era stato trovato dai palestinesi
era obsoleto e conteneva pochissimo testo scritto che dovesse essere
tradotto; che il suo significato e l'identità delle persone che
avrebbero dovuto essere assassinate sarebbero stati chiari a qualunque
abitante del Campo Profughi di Jenin; che Zakaria Zweidi, che, secondo
quanto è stato riportato, Fahima aveva aiutato a "tradurre" il
documento, sa bene l'ebraico e non ha bisogno del suo aiuto; che,
infine, Fahima non ha mai avuto in vita sua l'occasione di esaminare
(per non dire di interpretare) un foto aerea, non ha alcuna conoscenza
di questioni militari, non parla arabo e comunicava con i suoi ospiti a
Jenin in ebraico.
In ogni caso, nella sua testimonianza in tribunale Al Rul ha descritto
in modo molto convincente le circostanze nelle quali era stato indotto a
fare quelle asserzioni immaginarie, che sono le uniche basi per
incriminare Fahima. Ha affermato con fermezza che tutte queste
asserzioni erano immaginarie, e ha negato che Fahima fosse implicata in
qualunque attività che non fosse il tentare di mettere in piedi un club
di computer per bambini palestinesi nel Campo Profughi di Jenin (come in
precedenza aveva fatto un'altra donna israeliana, la defunta Arna Mar,
al cui asilo infantile avevano partecipato sia Al Rul che Zweidi da
piccoli, circa vent'anni fa), portando un messaggio di non violenza e di
pace.
Come è così tipico di Israele, il contenuto dettagliato delle
testimonianze presentate a "porte chiuse" ès tato pubblicato dal
quotidiano più diffuso, Yediot Ahronot, venerdì 22 luglio. Forse il
fatto più rivelatorio è che il GSS ha cercato molto intensamente di
reclutare Fahima per aiutarli ad eliminare Zweidi, e che è stato molto
contrariato quando ella li ha allontanati.
Se volete guardare le foto della nostra dimostrazione davanti alla Corte
Distrettuale di Tel Aviv domenica mattina, il 17 luglio, un'ora prima
dell'inizio della prima sessione della corte, cliccate su
http://yairgil.com/050717-Fahima/index.htm
http://jacobk9.tripod.com/index.html.
Per la veglia delle Donne in Nero, tenuta lo stesso giorno a Vienna:
http://jacobk9.tripod.com/id23.html
Forse desiderate sapere che diversi importanti politici ed intellettuali
israeliani hanno espresso la loro solidarietà con Fahima ed il loro
oltraggio per la condotta ingannevole del GSS (shabak) e la
collaborazione vergognosa del tribunale. Fra le persone che hanno preso
parte alla dimostrazione ed alle udienze processuali vorrei menzionare
chi in precedenza aveva fatto parte del Parlamento israeliano: Yael
Dayan (ora vicesindaco di Tel Aviv), Uri Avnery (capo di Gush Shalom),
Shulamit Aloni (in passato Ministro dell'Istruzione, forse il migliore
che ci sia mai stato), Tamar Gojansky, che molti israeliani (fra cui
diversi che sono in disaccordo con le posizioni politiche della
medesima) considerano una fra i parlamentari di Israele più
significativi ed efficaci che mai ci siano stati.
Per finire, martedì 26 luglio la Corte Distrettuale di Tel Aviv
discuterà una mozione presentata dall'avvocato di Fahima, Smadar
Ben-Natan, che chiede sia riconsiderata la decisione di tenere Fahima in
carcere durante il processo. Lasciate che vi ricordi che un Giudice
Distrettuale a Tel Aviv aveva ordinato, a gennaio, che fosse rilasciata
(e che stesse sotto la supervisione della madre), ma che il giudice
della corte suprema Elyakim Rubinstein, di estrema destra, aveva accolto
l'appello "dello stato", capovolgendo questa decisione.
Faremo una veglia prima della sessione del tribunale alle 7.30 del
mattino di martedì 26 luglio, davanti alla Corte Distrettuale di Tel
Aviv (vicino al Museo di Tel Aviv ed alla Casa dell'Opera). Per favore
unitevi a noi nella veglia e partecipate insieme a noi alla sessione del
tribunale, se appena potete.
Cordiali saluti,
Jacob Katriel
23 luglio 2005.
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