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Szerző: antonio bruno
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Tárgy: [NuovoLaboratorio] Lavoro Repubblica: 4 anni dopo "In piazza Giuliani"
21.07.05
Lavoro Repubblica: 4 anni dopo "In piazza Giuliani"

Centinaia, quattro anni dopo "In piazza Carlo Giuliani"
Bandiere e fiori per ricostruire l´altare laico


Il padre: "Caro parroco, non si preoccupi, non c´è nulla di brutto da levare"
Dieci minuti di applausi, martedì a Palazzo Tursi si discute del cippo
DANIELE GRILLO

«Caro parroco non si preoccupi. Non ci sono cose brutte da togliere, su
quella cancellata. Solo qualche fiore, e due o tre bandiere della pace».
Venti luglio 2005, ore 17 e 27. A quattro anni esatti dalla morte di Carlo
Giuliani, piazza Alimonda è di nuovo un mosaico colorato di generazioni,
storie, look e provenienze diverse. Ragazzi e ragazze di ogni età venuti a
commemorare quello che alcuni hanno ribattezzato il «piccolo principe».
Cinquecento persone, forse di più, che hanno portato messaggi, bandane,
sigarette, mazzi di fiori e striscioni ripristinando l´altare laico sulla
cancellata di Nostra Signora del Rimedio. Salutarli, come sempre, è compito
di Giuliano Giuliani. «Siamo riusciti a dare un po´ di colore a quella
triste cancellata bianca e verde - dice Giuliani sul palchetto allestito
per l´occasione - martedì prossimo finalmente il Consiglio Comunale
discuterà il progetto del cippo in ricordo di Carlo. Ci sarà scritto
soltanto "Carlo Giuliani, ragazzo" e non costerà ai genovesi nemmeno un
centesimo».
Attorno al "sudario" con l´immagine del manifestante ucciso - steso nel
punto esatto dove Giuliani morì - c´è anche l´europarlamentare Vittorio
Agnoletto, il segretario generale della Cgil ligure Anna Giacobbe, e c´è
anche don Andrea Gallo, protagonista come sempre con megafono e sigaro. «In
ogni manifestazione c´è chi sta a discutere e chi, non sopportando
l´oppressione, si scaglia materialmente contro chi la rappresenta - dice
don Gallo - Carlo era uno di questi. Quando è caduto tutto si è fermato, ma
la fiamma che quel gesto ha acceso non potrà essere spenta da nessuno.
Genova è qua, e quattro anni dopo questa è ancora piazza Carlo Giuliani».
Sotto l´altare ripristinato la corona di fiori più bella è quella bianca e
rossa della Compagnia Unica. A portarla alcuni ragazzi che nel 2001 erano
in piazza Alimonda, accompagnati dal "loro" console Paride Batini. «Vengo
ogni anno, me lo sono ripromesso tempo fa - dice - prima di tutto per
salutare Heidi e Giuliano, brava gente che si è vista ammazzare un figlio».
Vicino a lui anche il "collega" console Tirreno Bianchi. «E´ un ricorso
storico, Genova è una città con un cuore grande, capace di ricordare e di
scendere in piazza. La storia lo dimostra, quanto succede ogni anno qui è
successo in passato per altri fatti storici».
La folla è bella, festante. Capelli rasta e bicchieri di vino. Certo,
quattrocento persone non sono migliaia. Il caldo, la "ferialità" del giorno
e le vacanze estive hanno fatto la loro parte. C´è chi si lancia in
interpretazioni sull´evoluzione del movimento, frammentatosi su «decine di
fronti in tutta Italia» dopo le fasi "di massa" del G8 e di Firenze. C´è
chi invece, come Giuliani, ammette: «una massa oceanica non ce
l´aspettavamo di certo. L´importante è che rimanga una bella festa della
vita per i tanti che vogliono ricordare».
Linus e Jahre sono arrivati lunedì dalla Finlandia. Un sacco a pelo steso
in un´aula del Buridda sarà il loro letto per tutta la settimana. «Durante
il G8 eravamo qua - dicono - quest´anno avevamo voglia di tornare, perché
quanto è successo fa ormai parte della nostra vita. E ogni vita ha i suoi
anniversari e le sue ricorrenze, no?». Una coppia viene dalla Svizzera,
altri sono giunti da Toscana, Lombardia, Piemonte, molti anche da Caserta.
Heidi Giuliani, seduta nel punto dove un defender passò sul corpo senza
vita di suo figlio, appare serena, e sfodera un sorriso per ognuno. Allo
scoccare delle 17 e 27 la musica e i bicchieri si fermano, e la piazza si
riunisce attorno al punto contrassegnato da tempo con una stella disegnata
sull´asfalto. Dieci minuti di applausi sciolgono per un attimo la festa.
Applausi scomposti, che a un tratto si riuniscono in un ritmo e si alzano
assieme alle parole che qualcuno lancia: «Carlo è vivo, e lotta insieme a
noi, le nostre idee non moriranno mai».
Tutti i colori della festa rimarranno ancora per molti giorni davanti alla
chiesa. Cancellata o non cancellata, ci sono parole scritte sull´asfalto
che difficilmente potranno essere cancellate. Parole che riassumono anche
la "festa della vita" di ieri. «Carlo, la tua storia può dire molto a chi
ha testa e cuore per sentire. Poiché abbiamo testa e cuore e un mondo da
cambiare, non ti scorderemo mai».
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LA PROVOCAZIONE
L´ex portavoce del Genoa Social Forum torna, e accusa
Agnoletto al ministro "Assumi i black bloc "


il piano L´attacco fu studiato a tavolino. E De Gennaro lo sapeva
promossi Premiati tutti quelli che avevano un ruolo nelle violenze


Genova, quattro anni dopo. Vittorio Agnoletto, europarlamentare del gruppo
Gue, ex portavoce del Genoa social forum all´epoca dei fatti del luglio
2001, c´è. È in piazza per ricordare e chiedere una giustizia che ancora
latita.
E lancia provocatoriamente una proposta: «Perché non promuovere anche i
black bloc?». Negli ultimi mesi «tutti coloro che avevano un ruolo apicale
nelle violenze sono stati premiati dal governo; chi ha guidato la
repressione, chi ha realizzato l´assalto alla Diaz, chi ha creato prove
false: in segno di riconoscenza per il "buon lavoro" svolto, tutti promossi».
«Mi aspetto allora ? continua Agnoletto ? un decreto che nomini i black
bloc consulenti ufficiali del Ministero degli Interni o dei reparti
speciali. D´altra parte le contiguità tra settori dei black bloc e servizi
segreti sono già state ampiamente dimostrate con foto e filmati dei fatti
di Genova». Mentre si continua con la meritocrazia, «l´unico processo che
non si è mai svolto è quello per l´assassinio di Carlo Giuliani. In questo
caso il premio è stata la garanzia dell´impunità».
Quanto alle responsabilità, «Il capo della polizia Giovanni De Gennaro
dovrebbe essere al primo posto tra gli imputati nei procedimenti che si
stanno svolgendo a Genova. Tanto più che ora si viene a sapere del
ritrovamento di un documento datato maggio 2001 che prediceva
dettagliatamente ciò che poi al contro G8 è davvero successo, compresa la
probabilità che un manifestante venisse ucciso dalle forze dell´ordine.
Come poteva non essere a conoscenza di tutto ciò il numero uno della
polizia? Non è difficile sostenere quindi che la repressione realizzata a
Genova fu pianificata, coscientemente realizzata e ricercata in tutti i
suoi aspetti».
Per Agnoletto il ruolo del movimento nato a Genova continua ad essere
fondamentale per la lotta contro la guerra e il terrorismo. «Questo ?
conclude il parlamentare europeo - è l´unico antidoto per vincere la guerra
e il terrorismo. La soluzione non è la limitazione delle libertà bensì la
costruzione di un mondo più giusto, perché il terrorismo nasce sì dai
potenti ma recluta sostenitori in quel mare di miseria alimentato
dall´attuale globalizzazione. Noi lo vogliamo prosciugare. Con lo stesso
slogan del 20 luglio 2001: "Voi G8, noi 6 miliardi"».

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"Eppure il vento soffia ancora...."

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antonio bruno FORUM AMBIENTALISTA MOVIMENTO ROSSO VERDE 339 3442011
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aggiornata rassegna stampa.
Vogliamo aiutare le vittime della violenza delle forze dell'ordine a Genova
(luglio 2001).
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