[Cm-roma] evviva lo sciopero

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Autor: Spicca
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Assunto: [Cm-roma] evviva lo sciopero
Biciclette, ultima speranza
NON CI RESTA CHE PEDALARE di VITTORIO ROIDI

Ieri è stato un giorno nero. Ma, al netto degli intrecci perversi tra scioperi e carenze croniche del servizio pubblico, l’estate si sente, eccome. Meno auto, buone chance di arrivare in orario. Ma come si può fare in modo che anche negli altri mesi dell'anno le vetture private diminuiscano? Pochi chilomenti di metropolitana e bus lenti, corsie preferenziali ostruite e sosta selvaggia ovunque, palazzi senza garage e pochi parcheggi di scambio: li conosciamo i nodi della circolazione. Per cavarsela molti hanno pensato alle due ruote. In un centro urbano in cui ci sono 900 auto ogni 1.000 abitanti, le moto sono sembrate la soluzione, ai cittadini e anche agli amministratori. Centinaia di migliaia di donne e di uomini sono diventati motociclisti, pur di arrivare in un tempo ragionevole al lavoro e poi a casa. Le moto in città sono 560 mila. E quasi tutti i centauri cavalcano destrieri da 150-200 centimetri cubici. O di più. Che inquinano l'aria in abbondanza. Nonostante lo
stanziamento di appositi fondi regionali (4 milioni di euro), pochi usufruiranno degli incentivi e acquisteranno uno scooter «Euro 4». E poi: senza controlli è tutto inutile. Dove sono i vigili che dovrebbero bloccare le moto inquinanti, ad esempio ai varchi della Ztl? Così anche le moto sono diventate un problema.
Ora, se si vuol fare una politica delle due ruote è tempo di dare spazio alle biciclette. Può sembrare una battuta, dopo un venerdì come quello di ieri, ma non lo è. Mentre i cinesi tentano di passare dalla bici alla moto, noi dobbiamo fare il percorso inverso. Tante volte è stato osservato che Roma è poco adatta a chi vuole pedalare. Ma qualche possibilità esiste. Le Ferrovie hanno fatto poco affinché le bici si possano caricare sui treni dell'hinterland. Il Comune non ha fatto nulla affinché si possano caricare sugli autobus. Le piste ciclabili (spesso poco pulite e protette) non devono essere considerate solo come passatempo sportivo domenicale. La pista sulla riva destra del Tevere collega ormai Castel Giubileo e la Magliana. Da nord a sud di Roma si può andare al lavoro in bici, ma occorre dotare le banchine di rastrelliere, sostituire le scale con salite e discese, insomma attrezzare il percorso. D'inverno, quando il fiume s'ingrossa e fa freddo, le bici resteranno in cantina,
ma per 10-11 mesi l'anno sono utilizzabili.
Se a settembre sarà pronta anche la pista sull'Aniene, 5 chilometri da piazza Sempione a Villa Ada, ecco un secondo percorso ciclabile. E anche la Provincia ha un progetto, per trasformare in pista ciclabile un itinerario tiburtino-prenestino lungo una ventina di chilometri.
La bici è l'unico mezzo di trasporto che consente di sapere quando si arriverà - ha fatto notare spesso l'assessore all'Ambiente, Dario Esposito - visto che dipende solo dalle nostre gambe.
Per molti anni la città si è riempita di automobili, poi sono arrivate le moto. Un inferno di motori. Se vogliamo sopravvivere - fino a quando i mezzi pubblici non saranno più frequenti e veloci - è necessario inaugurare l'epoca della bici. E crederci.
da corriere.it cronaca di roma

        
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