11.07.2005
Quattordici Regioni contro i Cpt per i diritti dei migranti
di Valentina Petrini
«Se pure fuggissero soltanto dalle proprie inquietudini, dalla loro personale storia di vita, io credo ne avrebbero diritto». Niki Vendola da il benvenuto alla platea e ringrazia le regioni che hanno appoggiato questo Forum Mare Aperto, idee per aprire le frontiere e chiudere i Cpt. Sceglie un linguaggio chiaro e diretto per spazzar via le polemiche politiche che hanno accompagnato la preparazione di questo Forum. Ha vinto Vendola che è riuscito a portare lunedì a Bari 13 regioni pronte a sottoscrivere un documento programmatico con il quale i governatori si impegnano ad avviare un confronto politico istituzionale per cambiare la legge sull?immigrazione, chiudere i Cpt, dar vita finalmente ad una legge organica sul diritto d?asilo, proporre un modello alternativo a quello della detenzione amministrativa di accoglienza.
Abruzzo, Basilicata e Calabria le regioni rappresentate direttamente dai loro presidenti (Del Turco, De Filippo e Loiero). Per l?Emilia Romagna, presente il vicepresidente (assessore Del Bono). Le altre realtà (?) erano invece rappresentate da assessori incaricati direttamente dai Governatori a partecipare al Forum in qualità di portavoce.
«Avremmo gradito anche la presenza di Pisanu se avesse avuto a cuore di ascoltare il nostro punto di vista, così predominante e condiviso nell?Italia di questo momento». Il sindaco di Bari Emiliano scherza perché guardando la platea capisce che l?operazione è riuscita. Fa gli onori di casa e spiega subito la posizione della Giunta barese sulla questione Cpt. «Non li vogliamo e ci siamo opposti in ogni modo all?apertura del nuovo centro di Bari San Paolo. Abbiamo scritto anche al ministro degli Interni che, però, ovviamente non ci ha risposto». E guardando Vendola: «Credo però che ora sarà costretto a prenderci sul serio ?dice- davanti ad una nuova realtà istituzionale come quella del tavolo di discussione tra 13 regioni italiane che nasce oggi in questo angolo di Mediterraneo».
Vendola fa leva ancora una volta sulle sue capacità oratorie per esprimere il suo pensiero e quello della giunta pugliese. Si rivolge direttamente alle istituzioni ?alte?. «Mi è stato consigliato di soprassedere nel fare questo Forum per rispetto al sangue di Londra. Eppure io sono convinto che quel sangue è figlio dell?epoca in cui viviamo». La platea ascolta il suo intervento e applaude. Finalmente dopo settimane di mera polemica, botta e risposta tra Pisanu e i presidenti dissidenti, inviti alla cautela di Napolitano e della Turco, genitori della legge 40/98 che istituì i Cpt sette anni fa, il Forum si esprime e mette in campo le proprie opinioni e proposte.
«Oggi a noi tocca essere lungimiranti ?dice il governatore della Puglia- Il Mediterraneo è un mare in cui galleggiano troppi corpi di sventurati alla ricerca di fortuna». Poi concedendosi una battuta: «Il santo patrono della città di Bari, San Nicola, se avesse avuto la sfortuna di vivere in quest?epoca sarebbe finito i un Cpt per il colore della sua pelle».
A chi nei giorni scorsi ha chiesto l?alternativa alla politica dei Centri di Permanenza Temporanea rispondono i rappresentanti delle 13 Regioni. Uno dopo l?altro, presidenti e assessori intervengono e concludono: «Ovviamente firmiamo il documento programmatico promosso da Vendola ci impegniamo pubblicamente ad essere parte attiva per la promozione e la riuscita di questa iniziativa».
Parla Emiliano, poi Vendola, poi il vice presidente dell?Emilia Romagna, che per rispondere a quella parte di destra che attacca la sinistra che un tempo varò la legge Turco/Napolitano si chiede a voce alta: «Chi li ha inventati? Lo sappiamo, ma noi rispondiamo semplicemente che non ci interessa chi li ha inventati, perché oggi li vogliamo chiudere e basta». Anche il presidente della Basilicata, De Filippo, condivide l?esigenza di aprire un confronto: «Pure chi è critico nei confronti di questo Forum valuta il problema della chiusura dei Cpt. Quindi perché noi dovremmo soprassedere dal discuterne e cercare un?alternativa».
Quando è il turno del presidente della Calabria Loiero, il governatore fa subito riferimento alla sua ultima esperienza: «La scorsa settimana ho aspettato dieci ore prima che mi facessero entrare nel Cpt di Crotone. Non possiamo sopportare questi coni d?ombra. Vogliamo mettere il naso in questa questione, capire cosa c?è dietro. Per questo sottoscriviamo il documento». Al ministro Pisanu, dice: «Anche noi condividiamo l?emergenza sicurezza ma non a scapito dei diritti delle persone e in particolare degli immigrati».
Anche il presidente dell?Abruzzo li menziona: «Una giornalista stamani mi ha chiesto se avevo le idee chiare. Non avrei fatto 400 km se così non fosse stato ma credo che ad un ministro dell?Interno a parte le proprie idee dovrebbe interessare che i rappresentanti di 40 milioni di cittadini chiedono un confronto, fanno delle proposte, denunciano violazioni. A me basta questo per farmi avere le idee chiare».
Tocca al movimento che ieri (domenica, ndr) in Assemblea nazionale aveva espresso la volontà di parlare tra i primi perché i presidenti ascoltassero cosa avevano da dire.
Don Angelo Cassano, cognome onnipresente qui nel barese, che per l?occasione indossa la veste canonica, si fa avanti emozionato. Abbraccia il sindaco Emiliano, abbraccia Vendola e dice grazie a entrambi per non aver scelto di continuare a far finta di niente nell?attesa che qualcosa cambiasse da sola.
«Permettetemi di iniziare ricordando una figura che oggi avrebbe lottato con tutto se stesso contro queste barbarie ?dice- Don Tonino Bello, che nel 1991 fu l?unico ad entrare nello stadio di Bari dove centinaia di immigrati albanesi furono ammassati dopo lo sbarco sulle nostre coste». E aggiunge: «In Puglia qualcuno si è permesso di dare il suo nome ad un Centro di identificazione, Niki fai qualcosa oppure andremo noi a staccare le targhe davanti al centro». Il movimento che per l?occasione ha scelto di firmarsi, Movimenti per la libertà di circolazione e per la chiusura dei Cpt, lunedì ha ottenuto ciò che voleva: il riconoscimento di un ruolo attivo e predominante in questa vicenda.
Qual è l?alternativa ai Cpt, quindi. La discussione, il confronto, l?ammissione che così le cose non vanno. Che essere dentro Schengen non è una giustificazione per non dire che i Cpt sono disumani, violano i principi di diritto e soprattutto non risolvono il problema della clandestinità, che è «una condizione sociale, non un reato».
ICS, Consorio Italiano di Solidarietà, fornisce anche dei numeri perché, come è stato ampliamente scritto, i Cpt non solo sono disumani, ma non sono neanche funzionali. Costano allo Stato 130 milioni di Euro l?anno, «soldi spesi per finanziare la detenzione amministrativa, anziché l?accoglienza». I dati sugli allontanamenti all?indomani dei 60 giorni di permanenza nel Cpt sono altrettanto scoraggianti: il 34% del totale nel 2002, il 48% nel 2003 e nel 2004.
ICS propone (perché lunedì la platea non si fa pregare, le idee si inseguono e se qualcuno si fosse preoccupato di consultare prima le istante delle realtà che da anni lavorano in questo settore, molti errori si sarebbero potuti evitare): il superamento della politica dei flussi, l?introduzione di un visto per la ricerca di lavoro e di conseguenza l?abolizione del Contratto di soggiorno, una legge sull?asilo e diritti di cittadinanza, in primis il diritto di voto.
Questo voleva il presidente Vendola, lo ha detto chiaramente lunedì dalla Fiera del Levante: «Volevo che tutti voi vi riuniste e discuteste insieme per trovare risposte che la politica non da».
Ora non resta che mettersi a lavoro. Aspettare e vedere cosa saranno in grado di produrre i governatori di oltre il 60% delle regioni italiane con il sostegno delle associazioni e delle realtà di movimento. C?è chi in attesa che il governo si decida a sperimentare forme nuove di gestione degli sbarchi e dell?emergenza fa da se. Come Bari, città che da settembre potrebbe avere un nuovo Cpt, il Bari San Paolo. «Non sappiamo neanche se i lavori sono terminati. La struttura c?è ma gli interni non so ?dice Emiliano all?Unità on line- Ma questa città non lo vuole e noi ci opporremo in ogni modo». Prove tecniche di accoglienza nel Mediterraneo dove il sindaco e la Giunta barese il mese scorso per fronteggiare l?arrivo di centinaia di migranti provenienti dai Cpt siciliani, invece di sponsorizzare la loro detenzione in un altro Cpt pugliese, hanno dato vita ad uno Protocollo di Assistenza legale per i richiedenti asilo. Semplicemente un pool di avvocati ed esperti del settore con il compito di aiutare gli stranieri a districarsi nelle difficili norme. Per l?accoglienza, invece, Bari si prepara presto ad aprire una Struttura di Protezione Civile. Sono già in atto trattative con il presidente della Protezione Civile, Bertolaso.
Perché l?alternativa è sempre possibile, va solo cercata. Al termine della lunga mattinata di discussioni e consultazioni Vendola legge alla platea la bozza di Atto finale sottoscritta dai presidenti. Proprio come nelle democrazie partecipative dove tutti hanno un ruolo attivo dall?inizio alla fine della risoluzione dei problemi e della scelta delle modalità d?intervento.
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