AI GAS, LE BOTTEGHE, LE REALTA' ED I SINGOLI INTERESSATI
Cari amici,
è da poco attiva a Torino Pausa Café, una cooperativa sociale un po'
particolare.
Pausa Café importa il caffé direttamente dai produttori delle Terre Alte di
Huehuetenango (presidio Slowfood in Guatemala), garantendo ai lavoratori
oltre al prezzo Transfair anche il 50% degli utili generati generati dall'
intero processo di trasformazione e commercializzazione. Il caffè viene
tostato a legna nella torrefazione di Pausa Cafè, situata all'interno della
Casa Circondariale delle Vallette a Torino. La cooperativa offre così
opportunità di lavoro ai detenuti del carcere.
Ho avuto modo di visitare questo progetto, e mi sembra molto interessante.
Un caffé di qualità raffinata (arabica cru, coltivato all'ombra, raccolto a
mano, lavorato artigianalmente, essicato al sole, tostato a legna,
raffreddato ad aria) direttamente dal carcere!
Ora Pausa Café propone una visita alla sua torrefazione per le realtà e
persone interessate, rivolgendosi in particolare ai GAS e alle Botteghe del
Mondo. La visita offre la possibilità di conoscere questo progetto e sarà
utilizzata anche per discutere le modalità da proporre per la
commercializzazione del caffé a GAS, botteghe e altre realtà interessate.
Seguirà degustazione.
La visità sarà mercoledì 20 luglio alle ore 18.30 presso la Casa
Circondariale Lorusso e Cutugno di Torino, in Via Pianezza 300. Si prega di
essere puntuali. Le persone interessate a partecipare devono prenotarsi
entro il prossimo venerdì 15 luglio scrivendo all'indirizzo mail
info@??? e comunicando nominativo, luogo e data di nascita.
Questi dati sono necessari per richiedere i permessi di accesso al carcere.
Riporto qui sotto un comunicato di presentazione del progetto.
Ci vediamo
Andrea Saroldi
www.retegas.org -
www.retecosol.org
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IL CAFFE' EQUO ENTRA IN CARCERE
Nella casa circondariale avviata una torrefazione del caffè del Guatemala
Huehuetenango (certificato Fairtrade e presidio Slowfood): nuove
opportunità di lavoro ai piccoli produttori e ai detenuti.
La cooperativa Pausa Cafè ha avviato una torrefazione nella Casa
circondariale "Lorusso Cotugno". I cafetaleros inoltre ricevono la metà
degli utili generati dalla trasformazione e commercializzazione.
Arriva il caffè equo, che oltre ad essere solidale con il sud del mondo,
offre concrete possibilità di inserimento lavorativo ai carcerati: questo
grazie al progetto della cooperativa sociale "Pausa Cafè" che importa una
pregiata produzione di arabica, presidio internazionale Slow Food e che ha
creato una torrefazione nella Casa Circondariale di Torino.
Il caffè proviene da una ristretta area geografica del Guatemala, ai confini
con il Messico: la Huehuetenango, la più alta catena montuosa non vulcanica
del Centro America, considerata come una delle aree più vocate a questa
produzione, il cru della terra dei Maya. Slow Food ne ha fatto un presidio,
e ha inserito la produzione nel circuito del commercio equo e solidale
certificato Fairtrade TransFair; segue i produttori dal punto di vista
tecnico, li aiuta a collocare il prodotto sul mercato, promuove e valorizza
sapori e territori.
Il progetto si è poi ampliato ed oggi il caffè viene torrefatto
artigianalmente nel carcere "Lorusso e Cotugno" di Torino, con una
tostatura lenta e leggera, raffreddato ad aria e lasciato riposare per
almeno 48 ore così da consentire il naturale processo di degassazione,
prima di essere macinato.
I consumatori possono quindi degustare un caffè 100 per cento arabica,
straordinario per la qualità in tazza, ma unico anche per le modalità di
produzione. Per la prima volta infatti ai produttori non solo è
riconosciuto un prezzo equo, ma è garantita la possibilità di partecipare
al 50 per cento degli utili generati dall'intero processo di trasformazione
e commercializzazione, dal quale sono normalmente esclusi.
Un'innovativa forma di alleanza tra i diversi protagonisti della filiera
con cui si fornisce una risposta alla grave crisi internazionale dei prezzi
del caffè, che colpisce proprio i piccoli produttori.
Al valore della solidarietà verso i cafetaleros del Guatemala, si somma l'
impegno per l'integrazione sociale delle persone svantaggiate: la
torrefazione infatti, che coinvolge direttamente i carcerati, fornisce loro
una concreta opportunità di inserimento lavorativo, a contatto con un team
di esperti torrefatori.
Il caffè "al profumo di solidarietà" è in distribuzione con la confezione
ideata e disegnata dagli studenti dell'Istituto Bodoni di Torino e scelta
dagli stessi consumatori, in base ad un progetto promosso da Novacoop.
Per informazioni sul caffè Huehuetenango:
www.fondazioneslowfood.it;
www.pausacafe.org
Fonte: Transfair,
www.greenplanet.net , giugno 2005