----- Original Message -----
From: "Andrea Busetto" <andrea.busetto@???>
Cari amici,
vi scrivo a distanza di una settimana dall'ultima mail che vi ho spedito.
Una volta tornato da Hebron la necessità di fermarmi,riflettere e
soprattutto cercare di non aver più contatti con i militari è stata
enorme?insomma, come si dice da noi, ero
Fortunatamente, nei giorni seguenti la situazione è stata piuttosto
tranquilla all'interno della città.
Purtroppo, tutto ciò, come sempre da queste parti, non è durato molto
e giovedì la situazione è precipitata rapidamente.
Mentre scendevo verso il centro per andare allo Youth Centre del
Medical Relief, attraversando la città vecchia, anche se
distrattamente, mi sono accorto che c'era uno strano movimento. Ho
continuato a camminare finchè a pochi metri dalla piazza principale,
son stato investito dalla gente che scappava sotto le raffiche di
mitra e le bombe assordanti dei soldati. La situazione era talmente
surreale che son rimasto impalato in mezzo alla strada finchè un
negoziante non mi ha preso e portato dentro il suo negozio.
Dopo alcuni minuti, dal momento che il rumore degli spari sembrava più
lontano, sono entrato in piazza per capire cosa stesse succedendo.
Numerosi combattenti palestinesi si erano posizionati ai vari angoli e
attendevano il ritorno dei soldati, la gente con passo spedito
attraversava si dirigeva verso casa o cercava riparo all'interno degli
edifici circostanti, i ragazzini si appostavano sui tetti pronti a
cominciare la sassaiola.
Ho passato circa una trentina di minuti alternando corse all'interno
dei negozi a momenti di relativa tranquillità in cui cercavo di
parlare un po' con la gente, poi finalmente ho visto una delle squadre
dei volontari del Medical Relief e mi sono aggregato. Siamo entrati
subito nella città vecchia: il loro lavoro in queste situazioni
consiste infatti nel suddividere la città in zone dove ciascuna
squadra ha il compito di vigilare e intervenire per aiutare la gente
o soccorrere i feriti. Noi come internazionali abbiamo il solo compito
di cercare di garantirne l'incolumità di fronte alla follia dei
soldati che non si son mai fatti scrupoli nello sparargli addosso
nonostante siano del personale medico.
Ho cercato di capire cosa stesse succedendo e A. mi ha risposto che si
era diffusa la notizia di due soldati in borghese, probabilmente
agenti delle squadre speciali che erano entrati per uccidere qualcuno
con un'esecuzione mirata, e che scoperti dai combattenti si
nascondevano all'interno della città. Le jeep erano entrate per
recuperarli prima che i palestinesi li prendessero.
Saliti nella zona che sovrasta la città vecchia ci siamo trovati
proprio sulla strada dove stava arrivando una jeep, ma grazie
all'aiuto di alcuni taxisti abbiamo fatto in tempo a ripararci dagli
spari.
Gradualmente la situazione sembrava essere un po' migliorata, tanto da
permetterci di scendere nuovamente verso il centro e ricongiungerci
con la delegazione di peace keepers italiani con i quali viviamo
assieme da alcuni giorni.
Nel frattempo si organizzavano le barricate (sinceramente piuttosto
inutili) fatte di massi bidoni e copertoni bruciati, dietro le quali
si appostavano i combattenti armati.
Grazie all'aiuto dei volontari del Medical Relief , veri e propri
angeli custodi, sebbene incredibilmente vicini alle sparatoie, che nel
frattempo erano riprese, non ci è successo nulla.
Dopo circa un paio di ore siamo riusciti a portarci all'interno di un
albergo, dove abbiamo mangiato e ci siamo riposati attendendo di
uscire nuovamente in caso di bisogno. Si sono susseguite numerose
versioni su quanto era accaduto e stava accadendo, prontamente
smentito dopo alcune ore.
Pareva che i due fossero stati catturati e giustiziati, poi invece
rilasciati dopo una trattativa tra servizi segreti, infine in serata
tutto è stato messo a tacere dicendo che era stata una montatura.
Ciò che è certo è che cinque persone sono state ferite durante gli
scontri, che l'esercito di occupazione è entrato e ha aperto il fuoco
senza farsi troppi scrupoli sul fatto che le strade fossero colme di
gente?che non c'è un cazzo di Pace da queste parti, se non per quelli
che hanno interesse a togliersi dalla coscienza la Palestina, ma che
in fondo forse la coscienza non la hanno mai avuta.
Il giorno successivo, dato che i militari avevano completamente
abbandonato la città per tornare sulle basi che la circondano, abbiamo
deciso di andare tutti a manifestare contro il muro a Bil'In.
Nuovamente abbiamo marciato dal cuore del piccolo paese fin sui campi
e gli uliveti che lo circondano e dove continuano i lavori di
costruzione di questo mostro di cemento. Dopo circa non più di un
chilometro i soldati in assetto antisommossa ci hanno fermato, abbiamo
urlato qualche slogan, e subito e partita, come da copione la carica.
Prima le bombe assordati per disperderci, poi mentre cercavamo di
scappare risalendo il pendio verso il paese i lacrimogeni ad altezza
d'uomo. Infine i proiettili di gomma.
La giornata è trascorsa tra le cariche dei soldati e le sassaiole dei
ragazzi palestinesi.
Ultima chicca, proprio mentre alle 16 cercavamo di tornare a casa, il
tentativo dei soldati di entrare nel villaggio, in qualche modo
respinto schierandoci sulla strada e sbarrandola con quello che
trovavamo attorno.
Ora qui a Nablus sembra tutto tranquillo, anche se questa notte c'è
stata una fortissima esplosione, probabilmente dovuta all'ennesima
punizione collettiva dell'esercito di occupazione. Una nuova famiglia
palestinese ha perso la casa, un nuovo passo sulla strada verso la
democrazia in Medio Oriente.