CAMPINg DARBY 05
Il 27 Giugno, si tiene, presso il tribunale di Firenze, l'ennesima udienza del 
processo che vede imputato il movimento antagonista contro la guerra. 
Lavoratori dei sindacati di base, studenti, compagni che il 13 maggio del '99 
manifestavano davanti al Consolato americano a Firenze partecipando allo 
sciopero autorganizzato contro l'aggressione alla Iugoslavia e la "guerra 
umanitaria".
Da Camp Darby partirono il 60% delle bombe scagliate sulla Serbia nel 1999: 
per questo l'appuntamento fiorentino apre simbolicamente il campeggio contro 
la militarizzazione del ns. territorio, una settimana di incontro, dibattito, 
iniziative di lotta contro le logiche di "guerra umanitaria", "guerra 
infinita", "guerra chirurgica", "guerra preventiva" che depredano le risorse 
di interi paesi, massacrano popoli, devastano l'ambiente, finanziano 
l'industria delle produzioni di morte.
La 5° edizione di un appuntamento che ha mantenuto attiva in questi anni la 
denuncia contro il più grande avamposto militare americano del Mediterraneo: 
2000 ettari di territorio sottratti alla popolazione civile, governate in 
regime di extra-territorialità, che vogliamo chiudere.
La Base militare statunitense di Camp Darby è tornata ad essere al centro 
dell'attenzione nazionale ed internazionale negli ultimi anni. 
Già durante la prima "guerra del Golfo", che ha palesato la centralità della 
base nell'invio di forniture militari verso l'Iraq (nel 1991 sono partite da 
Camp Darby 22.000 tonnellate di munizioni, pari alla quasi totalità delle 
munizioni usate durante la campagna Tempesta nel Deserto), migliaia di persone 
si mobilitano con cortei, campeggi di lotta, campagne popolari, presenze 
davanti alla base. 
Un'attenzione voluta e mantenuta costante negli anni, la stessa che ha 
costruito la manifestazione di apertura del Forum Sociale Europeo di Firenze 
il 6 novembre del 2002 proprio davanti alla base, e in seguito le 
manifestazioni del 2003 contro l'occupazione dell'Iraq. Da Camp Darby, come è 
noto, sono partite di nuovo, durante quest'ultima guerra, le forniture 
militari per l'Iraq. Un carico di morte che ha attraversato il territorio 
italiano, occupato binari ferroviari, strade, porti e aeroporti e sequestrato 
di fatto le infrastrutture civili per scopi militari.
Riteniamo che Camp Darby rappresenti per il movimento di lotta contro le basi 
un luogo strategico e non solo per gli scenari aperti dalla guerra permanente 
di Bush dopo l'11 settembre. Ricordiamo come la base sia servita da supporto 
per diverse operazioni di morte, tra cui il rifornimento della contras in 
Nicaragua, nonchè come nodo strategico della struttura Gladio/Stay Behind, lo 
strumento di eversione golpista che operava in Italia al soldo degli USA, e 
come centro di addestramento per lo stragismo fascista. Un buco oscuro, 
incontrollato e incontrollabile, al centro delle trame eversive e delle 
aggressioni militari degli ultimi 60 anni.
La lotta contro le basi e le servitù militari sul nostro territorio 
rappresenta un tassello fondamentale, la declinazione territoriale, della più 
generale lotta contro la guerra. Una guerra infinita che pericolosamente 
moltiplica le minacce e che potrebbe comportare un allargamento del fronte di 
aggressione in medioriente. 
Una guerra infinita che, per continuare ad esportare aggressioni, sviluppa in 
maniera altrettanto pericolosa la ricerca sugli armamenti e i più sofisticati 
sistemi di sterminio: un pericolo permanente dunque per le popolazioni e 
l'ambiente che entrano nel mirino della guerra di dominio dell'imperialismo 
americano. 
Un pericolo permanente anche per l'ambiente e la salute delle popolazioni 
occupate dalle basi militari che si sintetizza in una cifra: dentro Camp Darby 
ci sono materiali bellici del valore di due miliardi di dollari (l'equivalente 
in euro), missili e ordigni esclusi. 20.000 tonnellate di munizioni per 
artiglieria, missili, razzi e bombe d'aereo con 8.100 tonnellate di alto 
esplosivo ospitate in 125 bunker. Equipaggiamenti completi per armare una 
brigata meccanizzata: 2.600 tra tank, blindati, jeep e camion. Tutti i 
migliori sistemi dell'esercito statunitense. 
La capacità complessiva dei magazzini nel 1999 (e intanto avanzano i progetti 
di allargamento) è stata certificata per contenere 32.000 tonnellate di 
ordigni mentre recentemente i comandanti stessi della base hanno confermato la 
presenza di armi all'uranio impoverito stoccate nei magazzini della base. 
Danni visibili e invisibili della guerra: la presunta la guerra "umanitaria" 
in Iugoslavia ha reso noti i danni permanenti per ambiente e popolazioni di 
questo tipo di armamenti, frutto di una ricerca scientifica piegata agli 
interessi militari.
Diciamo no alla guerra e agli armamenti. Diciamo no alle basi militari.
Per noi significa portare avanti campagne d'informazione per denunciare 
l'incompatibilità tra basi e territorio: non costituiscono alcuna ricchezza 
per quest'ultimi e non portano posti di lavoro. Al contrario sottraggono 
risorse alla popolazione e rappresentano un pericolo costante in termini di 
sicurezza, salute e tutela ambientale. 
Vogliamo chiudere la base di Camp Darby e riutilizzare l'area di Tombolo per 
scopi esclusivamente civili. Restituire un'enorme fetta di territorio del 
parco naturale tra Pisa e Livorno alle popolazioni per ragionare di ipotesi di 
riutilizzo che escludono in maniera inequivoca ipotetiche riconversioni in 
termini di Peace Keeping. Vogliamo far emergere le contraddizioni delle 
pubbliche amministrazioni (comuni e province di Pisa e Livorno, Regione 
Toscana) che hanno da sempre assunto posizioni ambigue rispetto alla chiusura 
della base e al riutilizzo dell'area, per continuare la vertenza sullo 
smantellamento della presenza militare a Camp Darby: è dello scorso anno la 
votazione del Comipar a favore dell'ampliamento della base con il beneplacito 
dei membri della Regione Toscana, e si progetta intanto l'allargamento del 
canale dei Navicelli a servizio della cantieristica navale senza porre 
pregiudiziali nei confronti del comando americano sulla tratta fluviale.
Dal luglio del 2004 abbiamo cercato di ritessere le fila della presenza 
davanti alla base organizzando un campeggio di lotta di tre giorni per riunire 
diverse realtà che lottano contro le basi e per coinvolgere e sensibilizzare 
la popolazione circostante .
Ripeteremo l'esperienza del campeggio anche quest' anno, dal 29 giugno al 3 
luglio ed intendiamo coinvolgere tutte e tutti coloro che si battono sui 
propri territori contro questi avamposti di morte in un percorso che coniughi 
confronto e mobilitazione: dalla illegittimità giuridica della base ai suoi 
contraccolpi ambientali, dalla riflessione sugli armamenti a quella sulla 
riconversione, dalla guerra in Iraq all'aggressione in America latina, dalla 
riflessione sui saperi di guerra a quella sull'esproprio militare delle 
infrastrutture civili. Mettendo a confronto le esperienze contro le basi che 
si stanno muovendo sul territorio nazionale e tornando davanti ai cancelli di 
Camp Darby.
http://www.nocampdarby.org/