A leggere l'articolo uscito oggi su "la padania" viene una leggera 
tristezza...  
 
                        Edoardo
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La sinistra libera tutti i clandestini
Offensiva delle Regioni a guida rossa per cancellare i Centri di permanenza 
temporanea 
 
La sinistra va allattacco frontale della nostra sicurezza e della legge Bossi-
Fini: lo strumento delloffensiva, questa volta, sono le Regioni. È infatti un 
duplice no quello pronunciato dalle Regioni al governo nei giorni scorsi: no 
ai Centri di permanenza temporanea (peraltro istituiti fin dalla molle legge 
voluta da Livia Turco e Giorgio Napolitano) ma anche no ai Centri di 
identificazione previsti per ospitare i richiedenti asilo.
Contro i Cpt il fronte delle Regioni del centrosinistra si è compattato 
intorno allappello lanciato dal governatore della Puglia, Nichi Vendola. 
Anche lUmbria infatti - dopo Toscana, Emilia Romagna, Calabria, Basilicata, 
Abruzzo, Friuli Venezia Giulia - ha aderito la settimana scorsa. E si profila 
così uno scontro istituzionale con il governo, che, per bocca del ministro 
dellInterno, Giuseppe Pisanu, nei giorni scorsi ha sottolineato che i Cpt 
sono «strutture indispensabili per il controllo dellimmigrazione 
clandestina», previste «dalla legislazione nazionale, che è ovviamente 
sovraordinata a quella regionale». Ha inoltre definito «irresponsabile chi 
propone di aprire indiscriminatamente le frontiere e nello stesso tempo di 
chiudere i Cpt».
È stato Vendola ad aprire le ostilità contro, ha spiegato, «quei cosiddetti 
luoghi di accoglienza», sottolineando poi di non «volersi inchinare a questa 
legge illegale (la Bossi-Fini, ndr), perché c'è Guantanamo dietro langolo». A 
Vendola si è subito accodato il presidente della Calabria, Agazio Loiero: «È 
odioso vedere tante persone disperate approdate sulle nostre coste confinate 
in ambienti in cui la dignità umana viene spesso calpestata, persone segregate 
dentro un recinto». Il presidente della Calabria si è quindi reso disponibile 
ad unazione comune affinché vengano cancellati i Centri di permanenza 
temporanea così come oggi concepiti e realizzati. Analoga disponibilità è 
stata affermata dagli altri presidenti delle Regioni governate dal 
centrosinistra. Oggi è stata la volta dellUmbria. «Come Regione - ha spiegato 
l'assessore umbro alle Politiche sociali, Damiano Stufara - rifiutiamo la 
logica dei Centri di permanenza ed accoglienza».
Si profila dunque un braccio di ferro tra Stato e Regioni, in vista della 
realizzazione dei nuovi Cpt previsti, per alcuni dei quali sono già in atto 
polemiche (a Gradisca dIsonzo, in provincia di Gorizia, e quello di Palese 
contestato dal sindaco di Bari, Michele Emiliano). Ma se i Cpt incontrano la 
ferma opposizione delle Regioni, non va meglio con i Centri di 
identificazione. La Conferenza delle Regioni e delle Province autonome ha dato 
pollice verso sugli schemi di decreto di istituzione dei centrì previsti per 
ospitare i richiedenti asilo. La motivazione del no, ha fatto intendere il 
presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, è dovuta a ragioni di 
metodo e di merito. Innanzitutto la stesura del decreto «non ha visto il 
coinvolgimento delle Regioni. C'è poi il rischio di commistione tra la 
clandestinità e il diritto dasilo, che rende il tutto non meglio governato e 
ancora più difficilmente gestibile. Di qui la decisione di dare il parere 
contrario». I centri di identificazione dovrebbero essere sette: Gorizia, 
Milano, Roma, Foggia, Siracusa, Crotone e Trapani.
da "La Padania - la voce del nord" [Data pubblicazione: 21/06/2005]  
http://www.lapadania.com/PadaniaOnLine/Articolo.aspx?pDesc=42735,1,1