[Incontrotempo] braccialetti elettronici per i lavoratori

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Autore: cetrusco
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Oggetto: [Incontrotempo] braccialetti elettronici per i lavoratori
Braccialetti elettronici per tenere sotto stretto controllo ed «efficientare» la produzione? Ciò che, al solo pensiero, sembra un incubo, è invece la realtà produttiva di molte delle grandi catene inglesi della distribuzione, denunciata in un rapporto del sindacato Gmb e resa nota ieri da uno dei quotidiani più autorevoli, The Guardian. L'elettronica al servizio dell'efficienza - denuncia il sindacato - si sta insomma rivelando un inquietante sistema di controllo dei lavoratori. Una sorta di Grande Fratello aziendale che riferisce, con la precisione della macchina, tutte le pause non autorizzate o le «lungaggini varie» nell'eseguire una determinata mansione. Realizzando quello che Michael Blakemore, docente all'università di Durham e commissionario del rapporto sindacale, ha definito «un sistema di sorveglianza da prigione». Il nuovo sistema tecnologico, sperimentato per la prima volta sei mesi fa, è peraltro in rapida crescita, se è vero che più di 10.000 lavoratori vi attualmente sono coinvolti. Naturalmente, ciò avviene soprattutto all'interno dei magazzini e del settore logistico delle grandi catene della distribuzione inglese: Tesco, Sainsbury, Boots, Asda e Marks and Spencer. I contrassegni elettronici utilizzati coprono un'oggettistica che spazia da anelli e braccialetti, fino alle magliette. Si tratta di microchip, collegati al cervellone centrale, in grado di «istruire» perfettamente i lavoratori nelle varie fasi delle loro mansioni. E' facile così passare da quella che, dalle aziende, è stata sbandierata come una «semplificazione materiale del lavoro», come trasmettere un ordine direttamente dagli scaffali di un supermercato, ad un vero e proprio controllo di tempi e modalità del lavoro.

Nel rapporto stilato per il sindacato Gmb, il professore Blakemore ha parlato del pericolo concreto che, con le nuove tecnologie, la «macchina» possa finire per prendere il sopravvento sull'uomo. Ciò che Martin Dodge, ricercatore presso l'University College di Londra, ha definito «la scomparsa della scomparsa», riferendosi al fatto che, sul lungo periodo, il lavoratore potrebbe ritrovarsi completamente incapace di svolgere il proprio lavoro senza l'azione di monitoraggio della macchina.

Ma le preoccupazioni non sono soltanto etiche. Per prima cosa, la nuova tecnologia potrebbe creare non pochi problemi alla salute dei lavoratori, costretti a ripetere gli stessi movimenti con le braccia e i polsi un numero indeterminato di volte. Senza considerare i problemi di stress che potrebbero derivarne. Nella sua recente conferenza annuale a Newcastle, poi, il Gmb ha denunciato l'autolicenziamento di numerosi lavoratori dopo pochi giorni, o talvolta poche ore, a causa della stanchezza indotta dal dover «semplicemente» seguire le istruzioni di una macchina.

Di fronte alle dichiarazioni rilasciate dalle aziende - «i nuovi sistemi permettono una maggiore efficienza del lavoro e riducono il rischio di furti» - i sindacati chiedono ora l'introduzione di sistemi di tutela per la privacy dei lavoratori, a fronte soprattutto della pericolosa diffusione di sistemi di sorveglianza di questo tipo. Negli Stati Uniti sono allo studio monitor di controllo del lavoro delle segretarie tramite il calcolo dei movimenti della mano sul computer.





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