http://italy.indymedia.org/news/2005/06/808201.php
- repressione e arresti x anarchici e dintorni -
contributo su repressione e arresti degli ultimi giorni e settimane
Con la sua usuale freddezza mortifera lo stato ancora una volta regola i conti
con le opposizioni e le insubordinazioni sociali e politiche piu' o meno
organizzate. Questa volta tocca agli anarchici...
e il gelido mostro leviatanico dello stato si mobilita per mezzo delle procure
di roma e bologna.
E, ricordiamolo, lo fa' attraverso i fedelissimi segugi dei ros - esperti oltre
che di terroristi,
anche di spaccio internazionale di stupefacenti, you
remember il generalissimo Ganzer - della digos, degli alti gradi nel nuovo
antiterrorismo capiatanati dai macellai che
diressero la carneficina di genova 2001 - you remember mister gratteri - oltre
che con l'ausilio
determinante delle star piu' o meno affermate della
scena forense - vd il dott. Ionta o il dott. vitello - ligi e zelanti pubblici
ministeri della
nostrana italietta mettendo in campo la piu' grande e mediaticamente visibile
operazione di polizia giuduziaria della primavera 2005.
E cosi', da un paio di settimane, tiene recluse decine persone e indagate piu'
di centocinquanta in diverse citta' della penisola, con accuse pesantissime e
soffocanti come quelle citate dall'articolo 270 bis o peggio ancora
dall'articolo 416 bis in uso comune per mafiosi di grande calibro e
pericolosita'.
Ma siamo drammaticamente alle solite.
Infatti non e' la prima inchiesta e non sara' purtroppo nemmeno l'ultima sul
movimento anarchico ed antiautoritario cosi' come su tanti altri soggetti,
poiche'
la cosa piu' preoccupante che permarra' dentro questo quadro inquisitorio dello
stato italiano sara' il suo carattere progressivamente preventivo e
generalizzato.
Diffuso e generalizzato a tutta la societa', ma che con piu' meticolosa e
specefica attenzione si concentra
sempre di piu' nei confronti dei preferiti laboratori della
criminalizzazione e della repressione, come lo stadio, i migranti e le
opposizioni irriducibili ed incompatibili di alcune componenti di movimento
come per l'appunto, quella anarchica.
Questa pericolosa tendenza a criminalizzare e
reprimere le opposizioni sociali, ci deve far riflettere al di la' delle
specifiche appartenenze
politiche, sulla progressiva restrizione di qualsivoglia spazio minimo di
agibilita' politica, per le lotte e le opposizioni sociali che laddove hanno
espresso momenti di forte rottura attraverso una
radicalizzazione autonoma dello scontro e delle forme organizzative scelte,
hanno dovuto subire una
repressione durissima molto preoccupante sotto il profilo dalla pratica attiva
dei propri diritti.
Ci riferiamo qui alla lunga lista di una serie
infinita di episodi e di casi dove azioni, scioperi, occupazioni blocchi
stradali ed altre forme di
protesta e di riappropriazione sono state duramente
represse dalla polizia e dalla magistratura sotto l'imput delle forze
governative e padronali:
dagli studenti delle scuole medie superiori, denunciati in massa perchè
occupavano una scuola, o in autogestione o perchè sorpresi a fare una canna,
agli anarchici presi sempre a pretesto e condannati a priori per
qualsiasi cosa, da chi si occupa di informazione libera, con le perquisizioni
alla ricerca di video, con strane
sparizioni di archivi e documenti, a chi si mobilita per l'autoriduzione dei
prezzi, a chi occupa casa, fino agli arresti per un semplice volantinaggio.
Non parliamo poi di quei lavoratori, spesso precari, che hanno come risposta il
licenziamento immediato e non per ultimi i lavoratori precettati i cui nomi
sono già in mano ai giudici consegnati dai carabinieri. Dai disoccupati
napoletani inquisiti per associazione a delinquere finalizzata all'estersione
di lavoro e agli occupanti di casa di roma accusati di associazione a
delinquere con finalita' di estorsione del patrimonio immobiliare dove in
entrambi i casi la specifica rivendicazione viene tradotta e tramutata in
fattispecie di reato, trasladando la dimensione del diritto su quella del
delitto - sic et simpliciter - schiacciando progressivamente il diritto comune
su quello penale. E ancora le battaglie contro la devastazione e la
precarizzazione ambientale come Acerra, Scanzano, Salerno, Campagna dove la
rabbia e la determinazione della popolazione ha ricevuto solo violente cariche
e denunce a pioggia per molti cittadini in lotta. E ancora notizie degli ultimi
giorni su decine di denunce a pescara a carico di molti utenti della rete che
per aver condiviso conoscenze e saperi liberamente, sono ora accusati di
associazione a delinquere: del tipo condivisione=associazione.
A noi qui non interessa creare sulla questione
repressiva un dispositivo di aggregazione e moltiplicazione delle nostre energie
e tantomeno rilanciare, solo su queste tematiche, un movimento che dovrebbe
invece concentrarsi su i propri percorsi e contenuti. crediamo che al
contrario, adesso piu' che mai, il movimento dovrebbe inquadrare la vicenda
repressiva dentro le trasformazioni produttive e sociali in atto e dentro tale
contesto ricercare una possibile uscita per rompere l'isolamento e la gabbia
carceraria che i poteri forti progressivamente costruiscono intorno ai ribelli
e alle loro lotte in ogni dove.
E' proprio da questo ragionamento comune che nasce la proposta di costruire un
"libro bianco sulla repressione delle lotte sociali da napoli 2001 ad oggi" che
tenga dentro tutte le storie di ordinaria repressione ai movimenti sociali, ma
non solo, che sia in grado di comprendere al suo interno tutti i diversi
fenomeni di controllo e repressione che quotidianamente attraversano e
disegnano i nostri territori produttivi e impattano sulle nostre vite. La
carcerizzazione della società è un dato imprescindibile, da cui è necessario
ripartire per immaginare percorsi che abbiano la forza di generalizzarsi e di
imporsi sul potere dello Stato e della Magistratura.
La mobilitazione di sabato 11 a Napoli sarà un altro pezzo importante nella
lotta alla repressione e al controllo diffuso, per gridare insieme che
NON VOGLIAMO CHE DI CARCERE SI VIVA E NEMMENO CHE DI CARCERE SI MUOIA...
libere tutte e liberi tutti!
Laboratorio del precariato metropolitano
Acrobax Project