Da la Repubblica ed Milano pag. I giovedi' 9 giugno 2005
I POSTINI APPIEDATI DAI LADRI di Paolo Berizzi
Sono in aumento i furti delle biciclette gialle ai portalettere
Chi l'ha detto che il Neorealismo e' finito? Magari al cinema, ma non
nella realta'. E se siete rimasti a Vittorio De Sica e ai suoi Ladri di
Biciclette, be', allora divete saper che il genere si e' evoluto. Anche
loro, i mariuoli delle due ruote che nel film facevano sparire la bici
all'attacchino Antonio Ricci, hanno imparato a diversificare. A spese
dei postini. Si', dei postini. Accade a Milano, zona Fiera. Qui, da
qualche mese, i mitici portalettere in bicicletta sono assillati da un
unico, infrequente pensiero: restare a piedi. Scendi dalla bici per
recapitare la posta, e tac, la bici scompare. E' accaduto e continua a
accadere nel reticolato di strade che si snoda attorno a viale
Monterosa. Via Carcano, via Mose' bianchi, via Pagliano, via Domenichino.
Zona residenziale, e pure ad alta densita' di uffici. La scena e' sempre
la stessa: la bicicletta rigorosamente "giallo posta" - resta li', in
equilibrio sul cavalletto, ferma davanti al portone; il titolare
s'infila nell'atrio o in portineria per consenre lettere, raccomandte,
telegrammi eccetera. Il tempo di imbucare nella cassetta corrisponde
all'ora x del predatore di velocipedi.
Che entra in azione, e chi si e' visto si e' visto. Il povero postino,
raccontano i testimoni, di questi tempi e' davvero cornuto e mazziato:
toltagli la bici da sotto il sedere, l'unico mezzo a disposizione per
finire il giro, in piu' con un caldo boia, sono le gambe. Al
commissariato Amendola-Fiera le denunce di furto crescono. Morale: in
tempi remoti i portalettere usavano la trombetta ricurva per annunciare
il loro arrivo; oggi vengono trombati dai ladri, e gli tocca pure
camminare ricurvi con il pacco di lettere in mano.
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