[Incontrotempo] appello contro cpt a bari

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Autor: ginevrademaio@inwind.it
Datum:  
Betreff: [Incontrotempo] appello contro cpt a bari
aderisci anche tu all'appello per impedire l'apertura del CPT a Bari
scrivendo il tuo nome e cognome e comune di residenza all'indirizzo di posta
elettronica:

nocpt@???


...è ora di prendere posizione!


................inoltra questa mail a chi può essere interessato!


:::::::::::::::::::: APPELLO_NO_CPT:::::::::::::::::::::::::::

Le cittadine e i cittadini, gli esponenti del mondo della cultura, delle
religioni, dell¹economia, delle associazioni, dei movimenti e delle
Istituzioni firmano il manifesto di adesione contro l¹apertura del Centro
di
permanenza temporanea a Bari S. Paolo

Il tempo è scaduto.

Il Centro di permanenza temporanea, costruito nel quartiere San Paolo di
Bari, a fianco della Cittadella della Finanza, sta per diventare operativo.
L¹immigrazione è un problema del nostro tempo. Le posizioni in campo sono
molteplici, le sfumature fanno presto a diventare differenze sostanziali.
Ma
una cosa è certa: esiste un fronte ampio, trasversale, che rifiuta di
ridurre l¹immigrazione a un problema di ordine pubblico e lotta per
promuovere politiche fondate sui valori della solidarietà e sul rispetto
dei
diritti fondamentali delle persone. È giunto il momento che ciascuno tiri
fuori le sue ³buone ragioni² e prenda posizione. Bisogna impedire l¹apertura
del Cpt, e avviare immediatamente un dibattito sulle forme alternative alla
gestione dei flussi migratori nella nostra regione.

Perché a Bari un¹ampia rete di gruppi e associazioni si è da tempo
mobilizzata per sensibilizzare l¹opinione pubblica e le istituzioni locali
su questo problema.

Perché il Comune e la Provincia di Bari hanno recepito queste istanze,
esprimendo con delibere ufficiali la loro contrarietà all¹apertura di un
Cpt
nel quartiere San Paolo.

Perché anche Nichi Vendola ha espresso pubblicamente, in campagna
elettorale, la sua contrarietà, e ciò significa che la Regione Puglia non
tarderà a unirsi al fronte del NO, utilizzando tutte le risorse
istituzionali per impedire o sospendere l¹apertura del Cpt.

Perché se i legittimi rappresentanti della cittadinanza barese e pugliese
si
sono espressi CONTRO, ma questo non è bastato a impedire l¹apertura del Cpt,
allora vuol dire che la decisione passa a un altro livello e confligge, in
modo sostanziale, con alcuni fondamentali istituti della nostra democrazia.

Perché l¹apertura di un Cpt è stabilita su decreto del Ministro degli
Interni, che ha facoltà di deliberare in questo ambito per ragioni di ordine
pubblico.

Perché l¹istituto giuridico che regge i Cpt è la ³detenzione temporanea
amministrativa², e ciò significa che gli immigrati sono detenuti senza avere
diritto a un processo, né alle garanzie dei detenuti che ne hanno avuto uno.

Perché ci muoviamo in una dimensione che esula da ogni criterio di
legittimità politica e giuridica, e questo è fonte di preoccupazione per
TUTTI i cittadini, non solo per quelli che ritengono che l¹immigrazione non
si riduca a un problema di polizia.

Perché molti giuristi e magistrati considerano incostituzionale
l¹istituzione dei Cpt, e perché la Corte Costituzionale ha decretato la
parziale incostituzionalità della Bossi-Fini che ne è il presupposto e lo
strumento legislativo.

Perché non si possono trattare le persone come spazzatura, dal momento che
solo ai rifiuti umani non è riconosciuta una personalità giuridica.

Perché alle vite precarie non si risponde con la logica dello smaltimento
dei rifiuti, ma con la costruzione democratica di nuovi diritti.

Perché non c¹è nulla di accogliente nei Cpt, che sono invece luoghi di
reclusione, di miseria, di mortificazione dell¹umanità.

Perché non si può essere ³umanitari² se si tradisce la propria missione,
accettando di gestire luoghi di disumanizzazione, di esclusione e di
discriminazione.

Perché i costi di gestione del Cpt, già costato 5 milioni di euro, saranno
molto elevati, e potrebbero invece essere convertiti per la realizzazione
di
politiche sociali.

Perché Bari è la città in cui, nel 1991, gli albanesi sono stati reclusi
in
massa nello Stadio delle Vittorie, ma è anche la città mediterranea dello
scambio di idee, merci, persone, e che da mille anni ospita un Santo moro
con la moltitudine migrante dei suoi pellegrini.

Per tutte queste ragioni, e per altre ancora, firma questo appello e
partecipa alla mobilitazione che sfocerà in una grande Assemblea cittadina
con il concorso delle istituzioni locali, della società civile, del mondo
cattolico, dei partiti e dei sindacati.

Il governo ci chiede un patto di sicurezza. Rispondiamo che l¹unica
sicurezza è la garanzia dei diritti. Per tutti e senza preferenze.



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