[Lecce-sf] Fw: [pugliarossa] Cosa ci aspetta?

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Autor: Rosario Gallipoli
Datum:  
Betreff: [Lecce-sf] Fw: [pugliarossa] Cosa ci aspetta?

----- Original Message -----
From: <hobophobic@???>
To: <pugliarossa@???>
Sent: Tuesday, June 07, 2005 9:09 AM
Subject: [pugliarossa] Cosa ci aspetta?


> RICEVIAMO ED INOLTRIAMO
>
> Cosa ci aspetta?
>
>
> Da Lecce alla Sardegna, da Pescara a Bologna, sono finora 22 gli anarchici
> incarcerati, un centinaio di indagati e quasi il doppio di perquisizioni.

Il
> tutto nell'arco di due sole settimane. Ma non basta: le veline della

Polizia
> riportate dalla stampa chiamano all'appello, tra il resto, il rimanente

nord
> Italia. L'ondata repressiva non tarderà a lambire l'arco alpino.
>
> Per tutti gli arrestati e per molti tra gli indagati l'accusa è quella di
> "associazione sovversiva con finalità di terrorismo", in base al famoso e
> famigerato articolo 270 bis, l'articolo del codice penale che lo Stato sta
> affibbiando da anni a centinaia di rivoluzionari o semplici dissidenti.
> Grazie a questo strumento ereditato dal fascismo, non c'è più bisogno di
> contestare alcun "reato" specifico per rinchiudere in cella scomodi
> individui. Fino a due anni di carcere preventivo, prima ancora che la
> faccenda entri in tribunale e senza l'odiosa necessità di dover fornire
> prove concrete legate a fatti specifici.
> Nient'affatto. Molto più semplice sostenere che questi maledetti

sovversivi
> si associano dividendosi in due livelli: uno pubblico e legale, l'altro
> clandestino e del tutto illegale. Una volta decretato che il secondo,

questa
> sorta di lato oscuro che si nutre di fatti criminosi, benché anonimo è la
> diretta emanazione del primo, della facciata visibile in piazza, nei
> volantinaggi e nelle assemblee, .si può procedere con gli arresti. Così,
> chiunque esprima a voce alta il proprio dissenso, sostenendo l'azione
> diretta come strumento per poter combattere un presente sempre più
> totalitario e di farlo autonomamente, utilizzato e utilizzabile da tutti

gli
> sfruttati, chiunque difenda pubblicamente tutto questo è quantomeno

complice
> di quegli anonimi che continuano a colpire le strutture del dominio.

Quando
> non si tratta degli stessi individui. Se tutte le indagini, anni di
> intercettazioni, pedinamenti e perquisizioni non hanno dato i frutti
> sperati; se non si trova un qualche infame delatore, nemmeno col ricatto,
> non resta che arrestarli tutti, questi casinisti.
> Alla stampa poi il compito di dipingere i tratti di quelle creature
> orribili, di infangare la loro storia, di cancellare i loro rapporti, di
> instillare il dubbio del mostro mascherato da vicino di casa.
>
> Una tale repressione senza mezze misure sta ad indicare che lo Stato ha
> sempre più paura delle proteste perché la situazione sociale è
> potenzialmente sempre più esplosiva. Sa che il rincoglionimento mediatico

e
> il recupero istituzionale potrebbero non bastare a gestire la rabbia
> diffusa. Dal canto nostro, non sarà certo qualche muro in più a farci
> smettere di lottare contro "il migliore dei mondi possibili"; non sarà

certo
> qualche sbarra in più a trattenere l'espressione del nostro amore per
> chiunque riconosceremo come compagno di strada.
>
> Ai rimanenti la scelta. Se continuare a far finta di niente, ritagliandosi
> un'isoletta felice, ignorando miseria e lutto; se continuare a desiderare
> ciò che si può trovare in qualsiasi centro commerciale; se mantenere il

capo
> chino sui libri di storia e sulle tragedie del Novecento, chiedendosi come
> poteva la gente non capire, non sapere, non vedere; se proseguire a
> lamentarsi di uno Stato non propriamente di diritto, ma un po' grezzo e
> talvolta maldestro. Oppure alzare la testa ed affrontare la realtà in

tutto
> il suo orrore. Cominciare a lottare, ognuno coi propri mezzi, più che per

un
> futuro migliore, semplicemente per avercelo un futuro.
> Quando la repressione colpisce ogni dissenso, la domanda reale non è "cosa
> hanno fatto quei dissidenti?", bensì "cosa sto facendo io per sentirmi al
> sicuro?". Cosa ho barattato in cambio di una silenziosa, conformista,
> anonima comodità? Che il desiderio di libertà torni ad essere contagioso.
> Che tutti gli sfruttati si riconoscano come tali.
> Noi abbiamo scelto da che parte stare. Voi?
>
> Solidarietà con gli anarchici detenuti!
> Fuori tutti dalle galere!
> Fuoco alle carceri!
> Liberi tutti!
>
> alcuni anarchici in libertà vigilata
>
>
> Cosa aspettiamo?
>
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