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Aihe: [Incontrotempo] appello per assemblea nazionale contro il carovita

APPELLO PER COSTRUIRE UNA ASSEMBLEA NAZIONALE CONTRO IL CAROVITA

L' attuale dimensione finanziaria della economia, cioè quella fatta dalla speculazione, dai giochi di borsa, dai fondi e dalle banche, nella sua forma moderna opera come un grande rastrello che passa, trascina, spazza via, accumula ricchezze per i pochi e trascura i danni e le devastazioni per la maggioranza della società. Priva di storia e di memorie ha rispetto soltanto di sé stesso e della propria capacità di cogliere qualunque occasione utile alla sua accumulazione in qualsiasi luogo e contesto.

Questa forma di capitalismo, sotto la bandiera ideologica della "libertà = modernità = progresso", tenta di imporre come regola generale la competitività di tutti contro tutti per cancellare storiche conquiste sociali ed economiche là dove esistono e non consentire conquiste là dove non esistono. Il carattere astratto della moneta e dei mezzi che la rappresentano agevola l'uso di strumenti tecnologici per eliminare gli ostacoli del tempo e dello spazio; impulsi elettronici possono mutare i destini di intere collettività e di intere parti della società senza che il movimento rapido sia immediatamente percepito come distruttivo.

Gli effetti sulle condizioni di vita di gran parte della popolazione, sull'ambiente, sulle culture sono "collaterali ed inevitabili": settori produttivi spazzati via, ambiente depredato ed inquinato, speculazioni che scoppiano sulla testa di milioni di persone, precarizzazione di ogni rapporto sociale a partire dal lavoro e della stessa vita, costituirebbero il costo inevitabile di presunti vantaggi "globali". In sostanza viene fatta passare come senso comune l'idea che, alla fine, il conto resta positivo.

La conseguenza è che nessuno deve creare ostacoli o lacci, né gli organismi sopranazionali, o statali, né i settori produttivi da eliminare o ridurre, né il lavoro autonomo né soprattutto il lavoro dipendente, né i consumatori: è la logica del WTO (nessuno ostacolo alla penetrazione delle merci), della recente direttiva UE sugli orari (le 48 ore settimanali diventano media annuale e producono settimane lavorative di 60 ore), della prossima direttiva Bolkstein sulla privatizzazione dei servizi.

Ma nessuna ideologia potrà convincere a lungo che sottrarre equivale a sommare, che "meno è bello" e che tagliare-ridurre-eliminare è sinonimo di miglioramento. Per quanto, inoltre, sia possibile rappresentare necessaria ed inevitabile l' attuale forma dello "sviluppo", mascherandola sotto cifre, indici e percentuali delle borse e delle banche, la base del sistema resta pur sempre la produzione e distribuzione di beni e servizi ed il corrispondente consumo di massa.

L'attuale sviluppo basato sulla accumulazione del capitale nei suoi movimenti, modifica e conforma il circuito produzione - consumo ed a lungo andare crea poche alleanze e molti avversari. I "sudditi" che ne subiscono le peggiori conseguenze sono coloro che vivono di salari e pensioni ma anche i ceti medi in grado di risparmiare; mentre le attività in forma autonoma o di impresa sono oggetto di espropriazione e di impoverimento.

La necessità di contrastare l'attuale sistema dominante diventa vitale ed il dissenso si allarga dal mondo del lavoro, ormai messo sulla difensiva, ai settori produttivi marginalizzati o estranei alla logica della standardizzazione globalizzate al ribasso. La situazione sollecita e richiama un'altra visione del mondo ed un'altra democrazia politica ed economica. Il dissenso può trasformarsi in organizzazione ed in forma di protesta sempre più ampia, in progetti alternativi.


Il fronte del consumo sembra offrire oggi le maggiori possibilità di contrasto in quanto consente un linguaggio comune tra il mondo del lavoro, con potere di acquisto e sicurezze messe in crisi, e quella parte del mondo della produzione e del commercio piegato alle esigenze ed ai metodi imposti dai grandi gruppi finanziari.

Ogni regola che si riesce ad introdurre a difesa dei consumatori, ogni controllo sulle attività e sui meccanismi utilizzati dai poteri finanziari, apre spazi di intervento ulteriore ed ulteriori contraddizioni. Il contrasto tra l'attuale sviluppo e le necessità della società e del lavoro, che è ormai nelle cose, sarà tanto più efficace quanto più sorretto dalla consapevolezza della dimensione e dei metodi del capitalismo globalizzato nelle sue diverse articolazioni anche spaziali: dal supermercato di quartiere, alla deindustrializzazione di intere regioni o nazioni, alla dinamica degli investimenti, all'uso del lavoro paraschiavistico, alla predazione delle risorse ambientali,

Il versante del consumo consente una immediata percezione della progressiva espropriazione del potere di acquisto delle masse e della chiusura o difficoltà di accesso per attività produttive rispettose dei valori ambientali e delle salute. Su questo lato del problema esistono le possibilità di coinvolgimento e proteste organizzate, di alleanze con settori della produzione (contadini, coltivatori e allevatori biologici, piccole aziende di trasformazione) e del commercio fino alle botteghe eque e solidali ed ai gruppi di acquisto per rivendicare nell' immediato un miglioramento delle reciproche condizioni economiche e per spezzare la funzione negativa della intermediazione-speculazione.

Una forma organizzativa anche semplice come un comitato, composto di utenti, consumatori, realtà territoriali, etc., se si trasforma in intelligenza operante può innescare processi che vanno ben al di sa della semplice protesta o testimonianza e coinvolgere ampi settori di un'opinione pubblica che coincide con i consumatori: cioè con la categoria sociale che sostiene l'intero sistema. In questo senso crediamo che oggi ci siano le condizioni per dare vita ad una protesta ed ad un movimento di massa proponendo la costituzione su tutto il territorio nazionale dei "Comitati della 4° Settimana" che siano il momento unitario tra diversi settori sociali danneggiati in vario modo dal costante aumento dei prezzi-tariffe-affitti-servizi-cultura e dal crescere del carovita in generale.

In un contesto economico produttivo già degenerato e caratterizzato da una fase di recessione ed stagnazione e con un governo alla bancarotta la crisi la si scarica, come sempre, sui lavoratori-consumatori aggravando ancor di più le loro già difficili condizioni di esistenza. E' dunque più che mai necessario rilanciare con forza la mobilitazione e definire una piattaforma di lotta e di rivendicazione che vogliamo sottoporre al dibattito pubblico in una grande ed unitaria assemblea nazionale contro il carovita :

1. Una campagna contro l'aumento dei prezzi, in particolare di quelli dei generi alimentari, e contro il ruolo monopolista degli Ipermercati veri decisori dei prezzi alla produzione ed al consumo

2. La lotta contro la scandalosa politica tariffaria intesa in termini generali e prodotta dalle privatizzazioni

3. L' iniziativa a sostegno del diritto alla casa inteso nelle diverse forme in cui si presenta oggi sul mercato e nelle politiche pubbliche

4. La denuncia delle politiche fiscali locali che hanno ampiamente soppiantato le tasse nazionali e che verranno aggravate con l' introduzione della cosiddetta Devolution fatta con la riforma costituzionale varata dalla maggioranza governativa

5. la particolare importanza che assumono le forme di organizzazione di massa, tali da permettere la diretta partecipazione di ampi settori di lavoratori,precari e disoccupati,dei cittadini e delle loro famiglie - in particolare degli anziani - che vivono spesso in modo drammatico il problema

Per questi motivi proponiamo di costruire una assemblea nazionale, da tenersi per la fine del mese di Settembre, che organizzi un movimento contro il carovita e che coinvolga i lavoratori dipendenti stabilmente occupati e quelli precari, i disoccupati, i pensionati, i settori del piccolo e medio commercio i produttori agroalimentari, insomma tutti quei settori produttivi e sociali che vengono penalizzati nelle loro condizioni di vita e di reddito da uno sviluppo finalizzato esclusivamente agli interessi dei poteri finanziari e delle banche.

Proponiamo inoltre di organizzare per la fine del mese di Giugno una riunione nazionale che serva ad organizzare ed a impostare l' assemblea definendo in modo più preciso le rivendicazioni e la piattaforma di lotta da presentare a fine Settembre; a tale fine è utile che tutti coloro che intendono avviare un tale percorso facciano pervenire in precedenza dei contributi scritti sui quali si riesca a individuare in modo sempre più preciso le proposte sulle quali convocare le mobilitazioni.



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