著者: ugo 日付: 題目: [NuovoLaboratorio] I nostri figli, uccisi dalla stessa violenza
Da "IL MANIFESTO" del 7 giugno 2006
ROSA FILO* HAIDI GIULIANI**
Abbiamo paura e vorremmo gridare, ma l?indifferenza di una parte troppo grande
di questo paese ci fa disperare.
«Odio gli indifferenti» scriveva Gramsci nel 1917 «L'indifferenza è il peso
morto della storia. L'indifferenza opera passivamen-te, ma opera... Ciò che
succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini
abdica alla sua volontà, lascia promulgare leggi che solo la rivolta potrà
abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà
rovesciare. Tra l'assenteismo e l'indifferenza poche mani, non sorvegliate
da nessun controllo, tessono la tela della vita collettiva; e la massa ignora,
perché non se ne preoccupa...»
La massa ignora oggi come ieri perché, in un'epoca in cui la comunicazione
sembra pervadere la nostra vita, c'è una grande informazione che non informa,
che seleziona le notizie, o le nasconde, o stravolge i fatti.
La massa ignora perché la gran parte dei politici che ha eletto è interessata
esclusivamente al proprio meschino potere.
La massa ignora perché si continuano a impoverire e umiliare la scuola pubblica,
la cultura; si criminalizzano i giovani che cercano gli spazi che vengono
loro negati, spazi di scambio culturale, di confronto, di crescita; si accusano
di illegalità e si perseguo- no i giovani che denunciano le infinitamente
grandi illegalità del mercato e degli altri poteri.
Abbiamo paura perché è successo di nuovo, continua a succedere, nell'indifferenza
della gente, nell'indifferenza di una classe politica che si copre gli occhi,
le orecchie, la bocca; non vuole vedere, non vuole sapere, e forse pensa
perfino di poter trarre qualche vantaggio da un senso diffuso di paura.
Nel giro di due giorni, a Roma, ci sono stati feriti, feriti gravi: avrebbe
potuto anche «scapparci il morto». Il 2 giugno un piccolo corteo di pacifisti,
autorizzato, è aggredito da carabinieri e poliziotti in assetto antisommossa
con una furia e una violenza incomprensibili per chi non ha visto Genova,
e Napoli, e Milano, e Torino. Le foto scattate documentano le pozze di sangue
sulle rotaie del tram.
Non è la prima volta.
La notte del 3 una ventina di fascisti, con bastoni, bottiglie e coltelli,
la faccia coperta, aggredisce alcuni giovani del centro sociale al Prenestino:
una delle lame si ferma a mezzo centimetro dalla vita di un ragazzo.
Non è la prima volta. Ecco: questi sono i nostri figli e le nostre figlie.
Violentati dalla stessa violenza, uccisi dalla stessa ignoranza, oggi come
ieri.
E voi, indifferenti, siete i compiici e i mandanti.
·* madre di Davide Cesari* detto Dax, ucciso a Milano nel 2003, da fascisti
·** madre di Carlo, ucciso a Genova nel 2001, da carabinieri