[Forumlucca] I: [Ilmattaccio] ancora violenza

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Author: Roberto Guidi
Date:  
Subject: [Forumlucca] I: [Ilmattaccio] ancora violenza


-----Messaggio originale-----
Da: IlMattaccio-bounces@???
[mailto:IlMattaccio-bounces@ilmattaccio.it]Per conto di Elenina
Inviato: domenica 5 giugno 2005 14.20
A: ilmattaccio@???
Oggetto: [Ilmattaccio] ancora violenza


Da www.nonsololucca.splinder.com

Un altro amico è stato picchiato senza che nessuno intervenisse...



ANCORA VIOLENZA



Lucca, venerdì sera, circa mezzanotte. Preso a pugni in mezzo a via del
Gonfalone, fuori dai locali, davanti a tanti giovani impauriti, inermi e
fermi a guardare. L’ennesimo episodio di violenza della nostra città lo
racconta Paolo Gaddini, venticinquenne studente universitario e “colpevole”
di lavorare in una comunità di accoglienza di minori immigrati e di “essere
di sinistra”. Lo racconta serenamente, ma con la convinzione di chi vuole
che questa ennesima violenza diventi veramente l’ultima. Gaddini accusa un
coetaneo che verrà subito denunciato e querelato dalla vittima. "Era circa
mezzanotte - dice - quando mi sono visto arrivare di fronte minacciosamente
l’altro giovane, persona da me conosciuta, che mi ha detto che doveva fare
due chiacchere. La mia colpa sarebbe stata quella di essermi schierato
apertamente contro i picchiatori di Edoardo Seghi, il giovane dell’Asa
pestato il giorno di ferragosto dello scorso anno, e contro gli assaltatori
della libreria Baroni, la cui vetrina venne devastata e riempita di scritte
omofobe per aver ospitato dibattiti sulla cultura omosessuale".

Fatti che hanno fatto discutere e che hanno mobilitato migliaia di persone
in manifestazioni di protesta.

“Ha iniziato a parlare – racconta Gaddini – e dopo poco ad offendermi
mostrandomi ripetutamente nella tasca destra un lungo coltello che portava
con sé. Io, conoscendo già il giovane, ho replicato cercando di parlare di
rispetto e di spiegargli che il metodo giusto per il confronto fra le
persone è quello del dialogo. Mentre un mio amico mi invitata ad andarmene,
che tanto questo tizio non sentiva ragioni, mi ha scagliato due pugni all’
altezza dello zigomo e nella mandibola. Sono caduto a terra e non ricordo
nulla dei trenta secondo successivi. Mi sono trovato appoggiato ad una
automobile coperto dal sangue che mi usciva dalla bocca. Intorno c’erano
decine di ragazzi e ragazze, ma nessuno si è preoccupato di venire a vedere
come stavo. Ho avvertito il clima di omertà e di connivenza nei confronti di
questi picchiatori. Mi sono alzato ed ho raggiunto alcuni amici alla vicina
fontana del Gonfalone che mi hanno soccorso. Dopo essermi confrontato con
loro, verso le tre sono andato all’ospedale dove mi hanno riscontrato un
trauma cranico facciale che, senza complicazioni, guarirà in sette giorni”.

Per fortuna la radiografia ha escluso frattura ma ancora una volta qualcuno
ha rischiato il peggio. Gaddini non fa parte di alcun gruppo di sinistra ma
non nasconde le proprie idee, dicendo a chiare lettere che altri giovani
subiscono spessissimo lo stesso trattamento senza denunciarlo. “Dopo i
polveroni che le violenze dei giovani di estrema destra hanno alzato –
dice – niente sembra essere risolto. Pestaggi di questo genere accadono ogni
settimana. chi subisce queste violenze, e spessissimo sono immigrati, deve
trovare la forza di denunciarli. Lo voglio dire a tutta Lucca: vorrei che
nella mia città le persone potessero avere la possibilità di andare in giro
tranquille senza paura di avere un’opinione politica o il colore della pelle
diversi. Mi piacerebbe che le persone imparassero a dialogare. Io non ho
reagito né ho pensato in nessun momento che la violenza potesse risolvere la
situazione. A differenza di lui non ho alzato la voce. Vorrei che veramente
che le persone potessero scambiarsi le idee pacificamente, rispondere con la
violenza non serve a nulla anche se la rabbia è tanta per questo ennesimo
gesto, la cui catena si deve spezzare. Non è solo un problema politico ma di
convivenza. Spesso si accusano gli opposti estremismi di fomentare la
violenza, ma è un’interpretazione sbagliata. Quello che accade nella nostra
città è che chi viene definito “estremista di sinistra” lavora a progetti
concreti e utili socialmente, chi è all’estrema destra invece alza le mani.
Quello che più mi colpisce – dice ancora Gaddini - è che insieme a questi
“picchiatori di professione” ci siano ragazzini adolescenti che li seguono
ed imitano sognando un giorno di diventare come loro. Questo è sbagliato e
dannoso e io mi appello ai loro genitori: controllateli, fategli capire che
sbagliano ad andare in giro con gente che fa della minaccia e della violenza
le uniche ideologie”.



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