[Incontrotempo] Mercenari nella crisi dei padroni

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Mercenari nella crisi dei padroni

Intanto esprimiamo subito la nostra massima solidarietà al compagno accoltellato e ai compagn@ del Forte Prenestino e di Radio Onda Rossa, un vero e proprio tentato omicidio di stampo neofascista. Esprimiamo la nostra solidarietà anche ai compagni aggrediti dalla polizia durante la pacifica manifestazione contro la guerra il 2 giugno a Roma.

Una strana casualità temporale unisce i due fatti, una strana casualità che non deve far pensare a grandi vecchi dietro questi fatti ma che si inserisce pienamente dentro un quadro che ormai da qualche anno si è venuto costituendo in questo paese.

Siamo in tempi di crisi, il capitalismo arranca e delocalizza, sfrutta senza mezzi termini e aggrava le condizioni sociali del paese, i governanti sempre attenti ad obbedire ai padroni del pianeta, a chi ha le casse piene, approvano, costruiscono, danno vita e fondamenta alle scelte neoliberiste di ogni forma: dalle politiche sul lavoro, dalle forme di precarizzazione, dalle scelte di cartolarizzazione per le questioni come la casa o gli sgomberi per chi le occupa, dalle strette economiche che pagano sempre i lavoratori, ci dicono che per uscire dalla crisi bisogna farsi sfruttare di più e in silenzio.
A chi si oppone galera. manganellate e laddove possibile, ridare vita ai mercenari di sempre: i fascisti.
Una svolta dunque radicale in questi paese da qualche anno a questa parte, forse da quella Napoli 2001 in cui si ebbero le avvisaglie di quella Genova in cui si sospesero, non per un attimo, ma per tutti questi anni, quelle forme minime di democrazia e di diritto.
Una svolta che tende a radicalizzarsi ancora di più a partire proprio dalla necessità di trasformare da parte del capitale i rapporti di forza attuali, destinando chi lotta, chi si oppone, con chi la pensa semplicemente in un altro modo, a soccombere. A questo si aggiunga la lunga campagna elettorale in atto che vedrà, chiunque sia il vincitore, continuare con la svolta autoritaria e con il far pagare il prezzo della crisi e delle trasformazioni capitaliste e produttive a noi tutti.

I mercenari fascisti sempre pronti ad eseguire gli ordini dei loro caporali, apertamente appoggiati, anche stavolta, dalle forze governative.
All'interno di questa svolta autoritaria non possiamo non denunciare gli arresti, le perquisizioni, le manganellate, le torture e Carlo ucciso in piazza a Genova, da parte delle forze dell'ordine che su mandato diretto dei ministri di ogni risma e colore, stanno di fatto mettendo in opera quella svolta autoritaria che il paese sta subendo.
Non possiamo non vedere il legame forte e chiaro tra le migliaia di lavoratori precettati, le botte ad acerra contro la popolazione, gli arresti e le denunce contro i movimenti, l'aumento dei detenuti nelle carceri, la costruzioni di carceri privati per tossicodipendenti, i lager per i migranti...
All'interno di questa svolta quindi non possiamo non denunciare l'atteggiamento di un sistema giudiziario (ma non erano comunisti i giudici?) che elargisce anni di galera, emette ordini di custodia cautelare, condanna come se niente fosse chiunque si oppone alle scelte politiche ed economiche, a chi lotta per i propri diritti, a chi vive, anche solo con i propri comportamenti, la scelta di non voler sottostare ad un mondo che esclude tutti coloro che non si piegano al motivo andante della: produzione, mercificazione, morte.

Va fatta quindi una più ampia riflessione sulle condizioni di questo paese, vanno trovate le forme e le strategie utili a rinnovare quell'alleanza sociale, nei territori, sui luoghi di lavoro, nelle scuole e nelle università in cui sia possibile ricostruire, rietessere quella rete sociale e orizzontale in grado di produrre un nuovo rapporto di forza, per non essere schiacciati.
Vanno prese quelle iniziative utili a connettere, rendere comune, forme e pratiche di intervento sociale ma anche di salvaguardia politica. Un nuovo collante tra i movimenti, con la società.
Vanno rilanciate iniziative utili a prendere di petto la questione della repressione in questo paese senza sganciarla dalla svolta autoritaria che tutti i settori sociali stanno vivendo. Vanno rilanciate forme di lotta comune e di sostegno e solidarietà contro i tentativi neofascisti di insediarsi in settori sociali e in particolare contro la violenza squadrista.

Che la crisi dei padroni la paghino i padroni
Nessun mercenario fermerà le nostre lotte.

Infoxoa
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