Dal notiziario telematico "La nonviolenza e' in cammino" (di cui trovate in
fondo la descrizione e il modo per iscriversi gratuitamente) la seguente
dichiarazione di voto del suo curatore, Peppe Sini, figura storica dell'area
nonviolenta.
9. RIFLESSIONE. PEPPE SINI: PERCHE' IL 12 GIUGNO ANDRO' A VOTARE
Andro' a votare al referendum, e votero' per abrogare alcune norme contenute
nella legge 40 del 2004.
*
Non brevi alcune premesse
Premessa prima. Esprimo anch'io le mie personali opinioni, so che altre ed
altri pensano diversamente, ogni opinione ascolto con rispetto, qui dico non
piu' che la mia.
Su temi cosi' impegnativi non ci si puo' affidare a principi di autorita',
ma con scienza e coscienza assumersi ciascuna e ciascuno la propria
responsabilita'.
*
Premessa seconda. Si vota per abrogare o mantenere alcune parti della legge
40 del 2004 che reca disposizioni in materia di procreazione medicalmente
assistita.
Non si vota sulla scienza, sulla morale, sulla religione, sul diritto,
sull'antropologia; non si vota ne' per imporre una visione del mondo, ne'
per negarne altre; si vota per abrogare o meno alcune specifiche parti di
una specifica legge.
Non si vota perche' vi siano o non vi siano regole, si vota per abolire o
confermare alcune specifiche norme.
Inoltre: chi vota si' ai quesiti proposti non vota per costringere qualcuno
a fare qualcosa, ma solo per abrogare alcune norme di legge che proibiscono
a tutte e tutti di fare qualcosa.
Infine: anche astenersi dal voto e' un modo legittimo di esprimersi, sebbene
l'efficacia giuridica di questa scelta sia assai piu' debole (nel senso che
un prevalere del non voto rende nullo il referendum, ma non impedisce che la
legge possa essere successivamente modificata in Parlamento) e la sua
interpretazione assai piu' incerta rispetto ad un pronunciamento esplicito
con un si' o con un no (poiche' la non partecipazione al voto nessun parere
positivamente esprime).
*
Premessa terza. Per decidere se abrogare o mantenere alcune parti di una
legge non e' buon criterio fondarsi su argomenti estrinseci o accessori. Che
Tizio voti in un modo, non implica che il nostro voto debba dipendere dalla
simpatia o antipatia per quella persona o la sua parte; che taluni
sostenitori di una o altra scelta di voto o non voto dicano colossali
sciocchezze, non implica che chi per quella scelta si decide condivida per
questo anche quelle sciocchezze.
*
Premessa quarta. Personalmente ritengo legittimi tutti i pronunciamenti: il
si', il no, la scheda bianca (l'astensione in senso stretto), la scheda
nulla, la non partecipazione al voto.
Trovo invece insensato che alcuni pretendano di impedire ad altri di
pronunciarsi e di impegnarsi per le loro idee: ad esempio trovo scandaloso e
totalitario che qualcuno abbia espresso l'auspicio che si imponesse il
mutismo al presidente della Conferenza episcopale (cattolica) italiana; quel
diritto di esprimere le proprie opinioni e cercare di persuadere altri della
loro bonta' deve valere per tutti, poi liberi tutti di concordare o
dissentire.
*
Premessa quinta, ed ultima. Nella riflessione in corso non mi sembra che vi
sia una parte depositaria dei valori, e un'altra parte ai valori
indifferente; come non mi sembra che vi sia una parte a favore della scienza
e una parte che alla scienza si oppone; come non mi sembra che vi sia una
parte impegnata per il diritto e una parte contraria ad ogni diritto; ed
infine: non mi sembra che ci sia una parte "per la vita" e una parte "per la
morte". Magari le cose fossero cosi' semplici.
Aggiungo che personalmente non credo nella pretesa "neutralita'" della
scienza: e' per me ovvio che in merito all'agire degli scienziati e dei
tecnici - Hiroshima docet - e' doveroso esprimere una valutazione morale, e
che l'impresa scientifica e tecnologica deve essere regolata da norme
deontologiche e giuridiche.
Inoltre, e' per me ovvio che sono inammissibili il delirio di onnipotenza,
lo sfrenato consumismo, la violenza contro l'umanita' e la biosfera.
Ancora, e' per me ovvio che il senso del limite e' costitutivo dell'umana
liberta', e il riconoscimento del limite e' tanta parte dello splendore
della dignita' umana.
Infine, personalmente sono un sostenitore del fallibilismo nell'ambito della
teoria della conoscenza, deducendone anche le logiche conseguenze
nell'ambito della ragion pratica e quindi anche delle scelte politiche ed
economiche.
C'e' bisogno di aggiungerlo? Penso che la scelta della nonviolenza,
l'accostamento alla nonviolenza, la pratica della nonviolenza, si
estrinsechi anche (non solo, ma anche, e per quanto mi concerne soprattutto)
nella volonta' di adoperarsi per contrastare e quindi diminuire la violenza
nel mondo, recare aiuto a chi di aiuto ha bisogno.
*
Breve un'opinione sulla legge
Detto tutto questo, le mie modeste, personali opinioni sulla legge e sul
referendum, in breve, sono le seguenti.
Credo che la legge 40/2004 sia una legge per molti aspetti pessima; fosse
stato ammesso il referendum per abrogarla in toto credo che avrei votato
si'.
Non perche' in materia di tecnologie riproduttive non debbano esservi regole
e limiti, ma proprio perche' vorrei regole sagge (ovvero misericordiose) e
limiti efficaci (ovvero ragionevoli).
Avrei votato si' per abrogare l'intera legge sulla base di tre principi:
a) un principio di precauzione: mi sembra che la legge 40/2004 sia una legge
inadeguata e contraddittoria, succube di un'ideologia scientista e immorale,
autoritaria e violenta, dagli esiti perversi. Vorrei che in materia di
tecnologie riproduttive ci fosse piu' responsabilita', piu' cautela, piu'
umanita'. Sono un assertore del principio "in dubio, contra projectum"; sono
un assertore del "principio responsabilita'" su cui ha scritto pagine
magnifiche Hans Jonas; nel corso di molti anni ho letto e meditato con
profitto la straordinaria riflessione su questi temi da molti anni promossa
dal pensiero femminista (ad esempio Adrienne Rich; ad esempio Franca Ongaro
Basaglia; ad esempio Silvia Vegetti Finzi; ad esempio Maria Luisa Boccia e
Grazia Zuffa nel loro libro del 1998, L'eclissi della madre, un libro che
tutti gli elettori e le elettrici chiamati al referendum dovrebbero aver
letto).
b) un principio di legalita': mi sembra che la legge 40/2004 sia una legge
che contraddice (e destruttura, aprendo varchi di anomia) norme e principi
contenuti in leggi
fondamentali del nostro ordinamento giuridico; mi sembra
inoltre che essa contenga al suo interno contraddizioni cosi' flagranti da
provocare situazioni di vero e proprio "doppio vincolo", irragionevoli,
patogene, che mettono in conflitto legalita' positiva e diritti sostanziali.
Mi sembra quindi una legge scientemente illegalitaria, un veroe proprio
mostro giuridico.
c) un principio di dignita' personale: mi sembra che la legge 40/2004 sia
una legge patentemente e fin ferocemente ostile alle donne; sia una legge
che alle donne (e sono le donne che fanno nascere gli esseri umani) nega
radicalmente fondamentali diritti, tra cui quello alla salute; sia una legge
che riproduce in forme fin parossistiche un'oppressione sessista che ne' il
morale sentire di ogni persona ragionevole, ne' la Costituzione della
Repubblica Italiana puo' ammettere. Non voglio essere complice di una legge
secondo la quale gli inalienabili diritti umani di una donna, persona
concretamente vivente, possono essere calpestati e annientati in nome dei
diritti che vengono attribuiti a un embrione.
Questo in breve per quanto attiene alla legge nel suo complesso.
*
Brevissima una dichiarazione di voto
Ma poiche' il referendum per abrogare tout court la legge 40/2004 non e'
stato ammesso, restano i quattro quesiti attuali che si riferiscono solo a
singole parti, peraltro le piu' controverse, di essa.
Essi sono relativi ad una molteplicita' di disposizioni che la legge 40
reca, su ciascuna delle quali ovviamente si puo' svolgere una riflessione
specifica approdando a specifiche conclusioni. Ciascun quesito referendario
meriterebbe un approfondimento, ma questo articolo e' gia' fin troppo lungo,
e cosa io pensi della legge nel suo insieme e' gia' fin troppo chiaro.
Concludo quindi con le stesse parole con cui ho iniziato: andro' a votare al
referendum, e votero' per abrogare alcune norme contenute nella legge 40 del
2004.
Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la
pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac@???
Numero 947 del primo giugno 2005
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