R: [Forumlucca] VERGOGNA A LUCCA il 3-4 giugno...protestiamo…

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Auteur: tommaso.panigada@tin.it
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Anciens-sujets: [Forumlucca] VERGOGNA A LUCCA il 3-4 giugno...protestiamo contro il Pera guerrafondaio e clericale?
Sujet: R: [Forumlucca] VERGOGNA A LUCCA il 3-4 giugno...protestiamo contro ilPera guerrafondaio e clericale?
DITEMI UN PO': QUESTO AMBASCIATORE AMERICANO CHE IL NOSTRO pera HA
INVITATO A LUCCA PER FINE SETTIMANA E' LO STESSO CHE E' STATO COSTRETTO A
DIMETTERSI (IN ITALIA TUTTI I MEDIA TACCIONO) PERCHE' IN AMERICA SI SONO
ACCORTI CHE CON I SOLDI PUBBLICI (80 MILIONI DI DOLLARI STANZIATI DAL
CONGRESSO) SI E' IMPOSSESSATO DI UN PALAZZO ROMANO GIA' DI PROPRIETA' INA
SPACCIANDOLO PER STORICO??

LA SEDE DI VIA VENETO ERA INSUFFICENTE E AVEVA IL TORTO DI NON PORTARE IL
SUO NOME...... TANTE' CHE HA APPOSTO PURE UNA TARGA DI OTTONE A IMPERITURA
MEMORIA..

E' MICA LOSTESSO CHE IN AMERICA (NEGLI STATES C'E' VERA LIBERTA' DI STAMPA
CARI MIEI ..MICA IN ITALIA)
E' STATO STRONCATO IN TV PER LE SUE ATTIVITA' BENEFICHE ....ALL'INSEGNA DI
PRATICHE TERAPEUTICHE PARA NAZISTE DI FONDAZIONI A LUI COLLEGATE?

MI DOMANDO SE QUESTE INFORMAZIONI RACCATTATE IN GIRO SU INTERNET RISPONDANO
AL VERO O SIANO SPAZZATURA...CHI SA' DIRMI QUALCHE COSA????


TOMMY
-----Messaggio originale-----
Da: forumlucca-bounces+tommaso.panigada=tin.it@???
[mailto:forumlucca-bounces+tommaso.panigada=tin.it@inventati.org]Per conto
di Daniele Lombardi
Inviato: domenica 29 maggio 2005 5.13
A: forumlucca@???
Oggetto: [Forumlucca] VERGOGNA A LUCCA il 3-4 giugno...protestiamo contro
ilPera guerrafondaio e clericale?


A San Micheletto il 3 e 4 giugno il nostro beneamato concittadino di cui
andiamo orgogliosi, Marcello Pera, grazie alla sua fondazione Magna Carta,
ci offre una "deliziosa" iniziativa sulle relazioni Italia-Usa, convegno
atto lodare le guerre (pardon, "il processo democratico") in Afghanistan e
Iraq e prospettare un maggior servilismo (pardon, "un'alleanza occidentale
coesa e consapevole") dell'Italia sotto gli USA.
Visto e considerato che molte associazioni avevano indetto per il 2
giugno, festa della Repubblica, una manifest-azione contro la guerra,
propongo di considerare la possibilità di spostare la protesta proprio in
contemporanea alla presenza del Pera e dei suoi "suegaci" nella nostra città
fra i quali l'ambasciatore USA in Italia...
A proposito, ecco alcuni nomi presenti al convengo:

- Mel Sembler, Ambasciatore degli Stati Uniti in Italia ,

- Lawrence Korb, "Brookings Institution", ex vice segretario alla Difesa
responsabile della logistica USA,

- Alfredo Mantovano, il piu' atlantico deputato di Alleanza Nazionale,

- Fiamma Nirenstein, "imparzialissima" :-) giornalista israeliana dai
capelli rossi che terrà un convegno sul medio-oriente,

- Paul Berman, ebbene si, quello che ha scritto "Terror and Liberalism",
libro che teorizza la "guerra santa" contro il terrorismo ("la seconda
necessaria guerra antinazista della storia") e l'esportazione della
democrazia (USA, ovviamente) ovunque possibile

- Giorgio La Malfa, che di liberale ha solo il cognome,

- Victor Zaslavsky, un anticomunista alla "libro nero del comunismo",

- Danielle Pletka vice presidente dell 'American Enterprise Institute (un
gruppo di ricerca che condivide e appoggia le idee dell'amministrazione
Bush), famosa "signora di ferro" che, intervistata sulle torture in Iraq, ha
risposto (me la ero segnata): "ci sono casi, in tempo di guerra, in cui è
necessario fare le cose in modo totalmente inaccettabili per la maggior
parte della gente perbene."

- Andrea Margelletti, quel simpatico signore, appassionato di armi e di
carrarmati, che vediamo in TV da Vespa sempre incaricato di spiegare come si
fa una guerra e come funzionano (male) i missili intelligenti

E tanti altri...

Insomma, la nostra città sarà palcoscenico dell'ennesimo costosissimo
convegno internazionale e come sempre Lucca sarà blindata e militarizzata.
Una ragione in piu' per far sentire che ci siamo.

Le associazioni che si stavano preparando per il 2 giugno facciano sapere
se è possibile costruire qualcosa assieme.
E non dimentichiamoci che dopo le dichiarazioni clericali di Pera di oggi
("astenetevi al referendum") la protesta avrebbe una doppia valenza politica
in vista anche del referendum.

Saluti,
Daniele.

ps
Allego il comunicato stampa della fondazione Magna Carta che "parla da
solo" (per informazioni sul programma
http://www.magna-carta.it/lucca2005/programma.html ) e l'articolo dell'Unità
sulle scandalose dichiarazioni del Pera in vista del referendum del 12 e 13
giugno.



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Convegno internazionale di Magna Carta
In collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri e con l'Ambasciata
degli Stati Uniti a Roma
II convegno di Lucca, "Le nuove relazioni transatlantiche", promosso dalla
Fondazione Magna Carta, è pensato per fare il punto sulla realtà del legame
transatlantico nel suo sviluppo recente, sui suoi aspetti problematici e le
sue prospettive.

E' trascorso poco più di un anno dal primo incontro. Ma, nel frattempo,
gli avvenimenti che si sono succeduti portano ad individuare una nuova fase,
ancora incerta nei suoi contorni, nei rapporti tra Stati Uniti ed Europa
dall'indomani della fine del comunismo. Dopo il tempo della ridefinizione
obbligata, seguito alla caduta del Muro di Berlino, e quello della crisi,
seguito al settembre 2001, siamo oggi entrati nel tempo del ripensamento del
rapporto euroatlantico.

Alcuni degli avvenimenti che hanno inaugurato questa nuova fase sono ben
definiti e apprezzabili nella loro significatività: le elezioni ed il
processo di democratizzazione in Afghanistan, in Iraq, il loro riverberarsi
sulla più complessiva situazione mediorientale e, sotto il profilo
diplomatico, lo sforzo della seconda amministrazione Bush di ricucire i
rapporti con l'alleato europeo. Altri processi sono piuttosto delle
incognite che pesano sul futuro dell'Europa innanzitutto, e dell'Occidente
di riflesso: la sorte del Trattato costituzionale europeo, la ridefinizione
degli equilibri politici all'interno dell'Unione con la contemporanea
destabilizzazione delle leadership di Chirac e di Schroeder, il prosieguo
del processo di allargamento con l'incognita Turchia e, infine, in un'ottica
a noi più ravvicinata, lo stesso futuro della politica estera italiana.

L'incontro di Lucca ha il compito di coniugare in un'analisi coerente le
certezze e le incognite del terzo tempo. Affinché, sulle due sponde
dell'Atlantico, possano ricrearsi legami tali da riproporre un'alleanza
occidentale coesa e consapevole e, per questo, adeguata alle sfide
dell'ordine mondiale del terzo millennio.

Gaetano Quagliariello
Presidente della Fondazione Magna Carta


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Referendum, Pera fa propaganda: «Non votate»
di red

Astensione, astensione, astensione. A due settimane dal referendum sulla
procreazione medicalmente assistita, il tam tam contro la partecipazione al
voto diventa sempre più un tamburo di guerra di chi non vuole che la legge
40 sia modificata. Prima il presidente dei vescovi italiani, il cardinale
Camillo Ruini (aspettando la scesa in campo di Bendetto XVI) coglie
l'occasione del congresso eucaristico nazionale, riunito a Bari, per
rilanciare la mobilitazione all'astensione, chiamando a raccolta fedeli e
preti, associazioni, parrocchie e movimenti. Poi il presidente del Senato
Marcello Pera, dalla prima pagina del Corriere ribadisce: «Io non andrò a
votare, non si sforbiciano i diritti: astenersi in modo deliberato e
consapevole non significa lavarsi le mani dei quesiti referendari, piuttosto
significa conoscerli, volere che la legge resti così com'è, e soprattutto
significa affidare al Parlamento il compito della sua eventuale revisione».

Immediate le reazioni politiche del centrosinistra. «Non si sforbiciano i
diritti? Io rispondo: Non si negano i diritti» replica immeditamente Piero
Fassino che puntualizza: «È del tutto lecito manifestare un atteggiamento di
incertezza e scegliere di non pronunciarsi sui referendum e tuttavia lo si
può fare senza far mancare il quorum e cioè si può votare scheda bianca:
dobbiamo dirlo chiaramente perché all'interno dell'astensione c'è una grande
mistificazione». E non solo: i quattro quesiti che verranno sottoposti agli
elettori il 12 e 13 giugno potevano essere risolti in Parlamento ma,
continua il leader della Qercia, «ci siamo trovati di fronte ad una
maggioranza di governo sorda e cieca, che si è mossa su questa legge con un
atteggiamento molto cinico. Pertanto visto che una buona legge non è stata
possibile, abbiamo fatto ricorso al referendum».

Per Barbara Pollastrini, responsabile per le donne dei Ds, «è davvero
preoccupante e triste vedere il presidente del Senato, seconda carica dello
Stato, nel ruolo di pasdaran dell'astensione». «Il presidente Pera -
prosegue Pollastrini - svilisce la partecipazione e la capacità di scelta
delle persone su un tema eticamente sensibile come la fecondazione
assistita. Una classe dirigente che sia tale dovrebbe fare esattamente
l'opposto. E non è meno grave che il presidente del Senato, ripeto, seconda
carica dello stato, non senta il dovere di difendere e alimentare principi
laici e liberali dello Stato».

Sulla stessa linea Pia Locatelli, parlamentare europea e presidente
dell'Internazionale Socialista Donne: «Pera può ben dire che i diritti non
si sforbiciano, sta di fatto che la legge sulla fecondazione assistita è una
legge sulla fecondazione negata, perché è un insieme di no a diritti che
invece noi sosteniamo: diritto alla maternità, diritto alla salute, diritto
all'autodeterminazione delle donne, diritto alla ricerca scientifica».
«Certamente l'astensione in un referendum è legittima, ma credo che chi
vuole difendere questa brutta legge deve dire che vuole sfruttare il
vantaggio di partenza delle astensioni al di là del merito dei quesiti
referendari – continua la parlamentare - Quindi questo, come tanti altri
referendum, non è un confronto alla pari tra chi vuole la legge così com'è e
chi vuole abrogarne alcune parti, ma un confronto con un vantaggio
consistente di partenza di una posizione rispetto ad un'altra».

Insomma, la campagna per il referendum del 12 e 13 giugno sta diventando
sempre più una «competizione sleale», come sottolinea la Locatelli e
ribadisce Daniele Capezzone, sottolinenado la non opportunità della scesa in
campo sul tema del presidente del Senato: «Sarebbe come se il Capo dello
Stato si mettesse a fare campagna per il sì, per il no o per l'astensione.
Mi appello al presidente della Repubblica contro le illegalità in corso e
anche contro questi sconfinamenti di campo – dice il segretario dei
Radicali - Constato con dispiacere che il presidente del Senato, cioè la
seconda carica dello Stato, ha deciso di venire meno ai suoi doveri di
imparzialità trasformandosi in un militante di parte ».

Rilanciato a tutto campo l’astensionismo raccoglie invece consensi a piene
mani dalla maggioranza e soprattutto da An, che a suon di dichiarazioni,
forse spera di far dimenticare la dichiarazioni di voto (per tre sì su 4)
ribadite più volte dal proprio leader Gianfranco Fini. «Raccolgo l’appello
di Ruini – dichiara Adolfo Urso, vice ministro per le Attività produttive -
Fino ad oggi mi ero espresso per quattro no ai quesiti referendari ritenendo
importante difendere e tutelare la vita ma nel contempo valorizzare
l'istituto referendario ma i campi sono ormai schierati ed il referendum sta
diventando uno scontro in cui il vero problema sembra ormai accantonato».
«L'astensione non è un atto inutile è la conferma di ciò che il Parlamento
nella sua sovranità ha deciso», incalza Gustavo Selva, presidente della
commissione esteri della Camera.

E mentre si moltiplicano ed hanno sempre più voce e visibilità i comitati
del non voto, il gruppo di scrittrici e giornaliste di Controparola della
Casa internazionale delle donne ha deciso di iniziare una staffetta di
digiuno per sostenere i 4 sì al referendum del 12 e 13 giugno. Tra di loro
anche Dacia Maraini. «La legge 40 è una legge crudele verso le donne. È
insensata e contraddittoria, frutto di una forma di fanatismo religioso. La
prossima mossa contro le donne sarà la battaglia contro la legge sull’
borto - spiega la scrittrice che digiunerà per 24 ore - Tante delle persone
che incontro e con cui parlo, siano laiche, siano cattoliche sono contro
questa legge. Chi vuole mantenere la legge ha paura di questo ed invita
all'astensione ma è sleale».
-------------- parte successiva --------------
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