[Badgirlz-list] La vera vita è altrove

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Autor: Sealz
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Asunto: [Badgirlz-list] La vera vita è altrove

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Oggetto: [tml] La vera vita è altrove
Data: 26/05/05 19:51

*La vera vita è altrove *

In occasione del prossimo referendum, due armate di esperti di ogni
sorta si contendono il controllo sulla procreazione assistita. Entrambi
paladini della ricerca scientifica, questi San Giorgio dalle diverse
armature ma dagli stessi interessi si pongono tutti come difensori della
Vita. Ma quale vita?
La legge in vigore sulla fecondazione artificiale, voluta da un ampio
fronte cattolico, è un esempio di come sia impossibile applicare
princìpi morali a una ricerca scientifica che, divenuta il centro della
società capitalista, si impone ormai come un valore in sé. Da una parte,
infatti, si sostiene che l'embrione è un soggetto di diritto al pari
della madre e del padre, dall'altra si autorizza l'impianto nell'utero
di tre embrioni per volta, due dei quali verranno poi distrutti. Da un
lato, insomma, si dice che l'embrione è una persona (nell'evidente
tentativo di arrivare ad abrogare la legge sull'aborto), dall'altro si
autorizza ciò che questa stessa legge definisce come un crimine. Perché?
Semplice: perché nessuno che aspiri a governare questa società può
dichiararsi contrario alla procreazione artificialmente assistita, dal
momento che si tratta di un gigantesco programma di ricerca e di un
altrettanto gigantesco mercato.
"Piuttosto che buttare nella spazzatura gli embrioni in sovrannumero,
perché non li congeliamo per la ricerca?" - chiedono con rigore
filosofico i sostenitori del referendum, al fine di legalizzare la
sperimentazione sulle cellule staminali e la clonazione terapeutica. Ciò
che entrambi questi cavalieri del Progresso tacciono è che siamo di
fronte ad un assoggettamento che trasforma il corpo umano in una
semplice unità produttiva, ad un progetto di controllo sui pro­cessi
vitali della specie umana - in breve, alla creazione di un essere
artificiale.
Il desiderio degli uomini di superare i limiti che la natura impone loro
fornisce un campo infinito per fare mercato delle loro aspirazioni.
Abituati ad una catastrofe scientificamente amministrata, allevati in un
mondo di merci, troviamo ormai scontato che un apparato tecnologico
soddisfi il desiderio di avere dei bambini. Invece di interrogarci sulle
cause reali di una sterilità sempre più diffusa, ci affidiamo
religiosamente agli scienziati della vita. Invece di affrontare
umanamente un problema umano - capendo che l'impossibilità di avere
figli non fa di una donna un essere inferiore, come invece sostiene una
martellante Propaganda insieme cattolica e scientista -, si cerca di
adattare il corpo alla tecnica, il vivente alla macchina, l'organico
all'inorganico. Non potendo cambiare il "migliore dei mondi possibili",
si cambia la specie. In questo progresso nella sottomissione, siamo
espropriati di tutto, persino delle nostre facoltà biologiche. Quanto
alla nostra libertà, cosa ne rimane quando simili problemi vengono
sottratti a qualsiasi dibattito sociale e riservati unicamente agli
specialisti o a qualche referendum degno di un quiz televisivo?
Tra il NO del regressivo oscurantismo clericale e il SÌ del progressivo
oscurantismo scientista, in gioco non è affatto il se, ma soltanto il
come. L'esistenza di un processo scientifico totalitario non è oggetto
di scelta. La parte riservata al cittadino-elettore, questo essere
democraticamente modificato, è infatti sempre la stessa: mettere la
crocetta a partita conclusa, ovvero rivendicare come diritto ciò che
l'alienazione industriale ha già trasformato in fatto. Così, in queste
funeste nozze tra esigenze del dominio e richiesta dei dominati, ciò che
la tecnica rende possibile diventa poi desiderabile, quindi si deve
fare: se sono sterile devo rimediare, se ho il ciclo durante il periodo
di vacanza devo rimandarlo a tempi più opportuni, se non ho il corpo
alla moda devo rimodellarlo chirurgicamente, se non faccio carriera devo
individuare il gene malato e sostituirlo.
Riporre ancora fiducia in un apparato di conoscenze in serie che produce
disastri in serie non assomiglia forse a una vera e propria
superstizione moderna? Dopo Hiroshima, dopo Seveso, dopo Chernobyl, dopo
la "mucca pazza", dopo gli OGM, dovremmo capire che in questo
mondo-laboratorio abbiamo tutti il ruolo di prigionieri, di cavie, di
macchine. Che l'unica scelta è quella di attaccare le basi stesse
dell'ad­do­me­sti­ca­men­to, con i suoi apprendisti stregoni e le sue
nefaste promesse.
Prima che alla nascita in provetta segua solo la morte nel carcere sociale.

/alcuni nemici del migliore dei mondi /







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