Null wrote:
> asbesto wrote:
>
>> nessuno parla di VOTAZIONE STRAIGHT EDGE; e' OVVIO, e' IMPLICITO che
>> serve discutere, capire i bisogni perlomeno del maggior numero di
>> persone; vogliamo o no che l'hackmeeting SERVA a QUALCOSA ? SI?
>> allora OK, vediamo di SODDISFARE il MAGGIOR NUMERO DI BISOGNI
>> (maggioranza - vi ricorda qualcosa?)
>>
>> ma forse e' la stessa cosa che voi chiamate "consenso" ??? :)
>>
>>
>
> Puo` darsi. Infatti il "consenso" vuol dire andare avanti a discutterne
> finche` si trova una soluzione con quale tutt* possono convivere.
> Quindi, no la verita` sulla natura della luce, no la soluzione
> imprescindibile al problema, no la opinione condivisa da tutti i
> presenti, ma qualcosa che faccia che una cosa che si e` decisa di fare
> insieme, perche` e` per quello che bisogna mettersi d`accordo, per fare
> le cose insieme, mica per formar dei dogmi o sicurezze, possa essere
> fatta in modo piu` o meno sodisfacente per tutt*.
Nel mondo perfetto, certo.
Ma se non esiste una soluzione piu' o meno soddisfacente per tutti?
Ipotesi:
Problema A, soluzioni possibili S1, S2.
N persone sono per la soluzione S1, M persone sono per la soluzione S2.
Tu sei contraria al meccanismo del voto, quindi usiamo il metodo del
consenso. Si discute si discute e si discute e arriviamo al punto in cui
abbiamo:
Soluzione S1
Soluzione S2
Soluzione S3 (di compromesso)
Ora, abbiamo un numero O di persone che prima appoggiavano S1 o S2 che,
seppur preferendo S1 o S2, possono accettare anche S3
Abbiamo P persone che continuano ad essere convinte di S1 e non
accettano S3.
Abbiamo Q persone che continuano ad essere convinte di S2 e non
accettano S3.
Ora, come facciamo a scegliere quale soluzione adottare?
Continuiamo a discutere a oltranza, sperando che emerga una soluzione S4
che possa ricevere CONSENSO da tutti? (non certo dalla maggioranza,
perche' la maggioranza ha torto, perche' non possiamo votare per capire
chi e' la maggioranza etc etc).
Nell'articolo di Roberto Tecchio su Indymedia
(
http://italy.indymedia.org/news/2002/07/64449.php) viene spiegato che
eventuali obiezioni portate da una minoranza o da un singolo devono
essere legittimate dal gruppo. Ma Tecchio non spiega cosa sia il gruppo
e come quantificarlo/qualificarlo. Il gruppo che legittima l'opinione di
una minoranza è la maggioranza dell'assemblea? Anche perché a questo
punto ci troviamo dinanzi ad un nuovo problema.
Durante l'analisi del Problema A, un singolo/una minoranza solleva una
obiezione. Il gruppo deve decidere se l'obiezione e' legittima (tale
cioe' da bloccare la decisione sul problema A) o illegittima (tale cioe'
da poter essere ignorata).
Quindi, ripartiamo con il Problema B, enunciato come "L'obiezione della
minoranza riguardo il Problema A è legittimo?". E applichiamo
ricorsivamente il metodo del consenso al problema B...
Non mi pare una soluzione così pratica.
Tanto per complicare ulteriormente le cose, aggiungiamo una deadline: la
decisione deve essere presa entro una certa data.
Se stiamo a vedere, e' quanto successo qui in lista per decidere quando
fare l'hm.
Il metodo del "dobbiamo essere tutti d'accordo" diventa più difficile da
attuare con l'aumentare del numero dei soggetti coinvolti del processo
decisionale.
Basta guardare ad esempio cosa accade all'interno delle giurie dei
tribunali americani, dove 12 giurati, posti dinanzi alle prove,
interrogratori, testimonianze di difesa e accusa devo pronunciarsi sulla
colpevolezza o non colpevolezza di un imputato. La decisione deve essere
presa all'unanimita' e puo' non essere facile raggiungere l'unanimita'.
In questo caso, il legislatore americano ha posto l'accento sul "oltre
ogni ragionevole dubbio", quindi nel dubbio meglio un colpevole fuori
che un innocente dentro. (Nota: sto parlando dell'enunciazione teorica,
non delle reali implementazioni)
> Quindi chi dice (Azim) funziona che una persona ripete la sua finche`
> per esasperazione altri accettano? A volte succede, ma anche con voto. O
> succede anche, come detto da shodan che a volte alcuno e timido, con
> meno capacita` comunicative/"carisma" (anche essa vale capacita`
> comunicativa), e sta in secondo/terzo/quarto/.. piano lasicando passare
> le decisioni degli altri? A volte succede. Ma non basta sottrarsi. Vale
> la pena cercare/CREARE degli ambiti dove uno puo` esprimersi piu` o meno
> sempre perche` anche quelli piu` comunicativi sanno che in comunicazione
> si vince se si prende anche input e nn solo da output.
Nel mondo fantastico, certo, creiamo gli ambiti.
Ma come risolveresti tu la controversia: "spostiamo o non spostiamo l'hm?" ?
Che ambito creativo creiamo?
> Cioe` proprio perche` la questione posta da shodan del squilibrio
> comunicativo mi sta al cuore che nn mi sottrago dal metodo di consenso,
> che continuo a sperimentare. Che vince il timido se mette il voto ogni
> tanto? Poco. Un si/no nn cambia piu` di tanto. La domanda e` gia` stata
> decisa da altri. Cambia di piu` se trova/anzi CREA ambiti dove puo`
> esprimersi, sperimentarsi, dove parlano il suo linguaggio e lui impara
> quelli degli altri, dove quelli che parlano sanno anche sentire e
> viceversa,... Proviamoci?
Decidere a maggioranza NON implicata NON discutere.
C'e' un problema, si discute, si creano ambiti creativi, poi pero' ad un
certo punto bisogna prenderla una decisione. (Oppure, come e' avvenuto
in questa ml, aspettare che qualcuno prenda una decisione "di forza" (1))
Nota (1): NON entro nel merito di giudicare/criticare/accettare la
decisione del gruppo napoletano di posticipare l'hm e di decidere di
decidere al riguardo.
P.S.: suppongo di aver mangiato DAVVERO pesante.
--
A-z