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Autore: ANDREA AGOSTINI
Data:  
Oggetto: [NuovoLaboratorio] arretato il segretario di burlando ( presunte tangenti )
da repubblica.it
martedi 24 maggio 2005


Arrestato per presunte tangenti
il segretario di Burlando

Indagini su mazzette per un milione da una società veronese
che forniva mense a Regioni, ospedali, aeroporti e caserme

Arrestato per presunte tangenti
il segretario di Burlando
Carlo Isola coinvolto in un'inchiesta della procura di Verona
insieme ad altre 18 persone, tra cui ufficiali dell'esercito

VERONA - Carlo Isola, segretario del presidente della regione Liguria,
Claudio Burlando è stato arrestato dalla Guardia di Finanza nell'ambito
dell'inchiesta condotta dal procuratore capo di Verona Guido Papalia. Isola
è accusato di concorso in corruzione e reati societari, per fatti che
risalgono a vecchi appalti relativi a forniture di catering e
ristrutturazione della mensa dell'ospedale Galliera.
L'inchiesta della procura di Verona riguarda presunte tangenti per un
milione di euro e ha portato all'arresto di 19 persone, 15 agli arresti
domiciliari e quattro in carcere. Questi ultimi indagati erano soci della
società di catering veronese, Gama, tutti libanesi e residenti all'estero.
Tra gli arrestati, oltre a ufficiali dell'esercito in servizio a Roma,
anche Carlo Isola, all'epoca dei fatti responsabile dell'ufficio appalti e
contratti del comune di Genova, incarichi che gli sono stati conferiti
anche in Regione.
Le accuse sono corruzione, bancarotta fraudolenta, bancarotta per
distrazione, falsità in bilancio, falso documentale, rivelazione di segreto
d'ufficio e abuso d'ufficio. Oltre ai provvedimenti restrittivi, emessi dal
gip scaligero Sandro Sperandio, i militari delle fiamme gialle hanno
eseguito una ventina di perquisizioni a carico di funzionari, avvocati e
altri professionisti.

Il blitz è scattato a conclusione dell'inchiesta, iniziata nel 2002 dal pm
Rosario Basile e poi, dopo la morte di quest'ultimo, portata avanti dal
procuratore Guido Papalia. Tre anni fa i finanzieri durante una verifica
fiscale alla Gama si erano accorti che non tutta la documentazione appariva
cristallina. Un'ulteriore approfondimento aveva portato gli investigatori a
ritenere che parecchia documentazione fosse stata falsificata ed era quindi
emersa l'ipotesi che anche i bilanci fossero falsificati.

E' maturato così il forte sospetto di trovarsi in presenza di reati
societari e tributari. E' iniziato allora un lavoro certosino dal quale
sarebbe venuto alla luce un giro di presunte tangenti e di fatture false
che sarebbero servite a coprire la gestione di fondi neri che sarebbero
stati distratti dalla società a beneficio dei principali azionisti che,
negli anni, avrebbero così dilapidato il patrimonio sociale a proprio
beneficio.
La società, con alcune centinaia di lavoratori, fornisce mense e catering
in tutta Italia, a Regioni, enti ospedalieri, aeroporti e nella maggior
parte ad amministrazioni militari. Anche alla stessa Guardia di Finanza di
Roma.
Nel 2003 aveva registrato un volume d'affari per 87,5 milioni di euro (170
miliardi delle vecchie lire), ma appena un anno dopo era stato dichiarato
lo stato di insolvenza e quindi era stata posta sotto amministrazione
straordinaria.
Per sopravvivere la società avrebbe avuto bisogno di continue e sicure
commesse e secondo l'ipotesi investigativa per garantirsele la strada più
breve sarebbe stata quella delle tangenti. Che sarebbero state pagate fino
a qualche mese fa.
Dalle indagini, svolte anche con intercettazioni ambientali, sarebbe emerso
che s'era costituita una vera e solida struttura di spartizioni di appalti,
di cui la Gama non era la sola società a beneficiare. Oltre alla società
veronese ci sarebbero state infatti altre aziende che pagavano tangenti
attraverso un sistema - secondo gli investigatori - che era ritenuto
collaudato e sicuro. La Gama, da parte sua, avrebbe avuto la garanzia di
gestire le mense come quella dell'ospedale Galliera di Genova e
dell'esercito alla Cecchignola a Roma.
Collettori delle tangenti, secondo l'accusa, sarebbero stati Giovanni
Pompei Forte (un professionista veronese risultato iscritto a Forza
Italia), Mario Giovanni Rossi, Paolino D'Urso e Massimo Capodaglio,
rispettivamente ex membro del cda, ex direttore generale ed ex responsabile
finanziario della Gama.