著者: info@acrobax.org 日付: 題目: [Incontrotempo] Comunicato arresti di Bologna.
CONTRO LA REPRESSIONE NON UN PASSO INDIETRO!
Accommunati dal peso della repressione, siamo vicini a tutt@ i compagni e le
compagne di Bologna che per la TAZ del 26 aprile, che lanciava la Mayday 005 di
Milano, sono stati colpiti dagli assurdi provvedimenti restrittivi e dalle
ridicole accuse di eversione dal zelante pm Giovagnoli. Di fronte alle accuse
che le magistrature stanno muovendo contro i movimenti sociali, in ultima
quella gravissima di "eversione dello stato democratico" che ancora una volta
colpisce i/le compagn@ bolognesi, sia necessaria una risposta continua, comune
e di massa, come lo è stata in prima istanza la manifestazione nazionale di
Bologna.
Altrettanto centrale ci sembra tuttavia l'esercizio quotidiano di lotte che,
senza lasciarsi appiattire dalla logica repressiva, devono essere in grado di
far sì che le differenze con cui i nostri percorsi si sviluppano, per
contenuti e pratiche, confluiscano nuovamente in un sentire comune,
nell'elaborazione e nell'azione di percorsi che portino alla riconquista di
spazi di agibilità politica e sociale, ormai quasi totalmente annullati dalla
criminalizzazione di qualsiasi spinta che va verso la trasformazione della
realtà che viviamo. Differenze che si manifestano nelle forme e nelle pratiche
con cui ci autorganizziamo nei nostri territori.
Differenze che trovano un terreno comune in percorsi contro la precarietà e per
un reddito per tutt@, lavoro o non lavoro, nelle occupazioni di case, nella
riappropriazione e condivisione di saperi e comunicazione, nella ridefinizione
della cooperazione tra soggetti nei territori, in lotte che portino al
riconoscimento dei diritti di cittadinanza sociale, con lo scopo di riprenderci
per intero le nostre vite.
Differenze che manifestano l'esigenza di aprire nuovi spazi di contrattazione
sociale e di discussione pubblica, nuove forme di protesta e conflitto che
siano mezzo di comunicazione delle molteplici istanze sociali del precariato
metropolitano.
Differenze che non si trasformano in ricchezza sociale perchè schiacciate dal
peso della repressione e del controllo diffuso.
Tutte necessità che ancora una volta si scontrano in maniera durissima con le
istituzioni, come quella del comune di Cofferati, che a tutti i costi tentano
di relegare le esigenze espresse dal precariato, nonchè le forme di
riappropriazione e le pratiche di dissenso che questo mette in campo, ad un
ambito inappropriato come quello poliziesco e giudiziario .
Un ambito che è lontano dal voler guardare e comprendere la realtà delle cose,
lontano dal voler affrontare tali esigenze come un problema politico e
sociale, riducendole meramente ad un problema di ordine pubblico.
Politiche istituzionali fatte di promesse di partecipazione che si trasformano
in arresti preventivi, o accuse di associazione a delinquere, che non solo sono
infondate ma mirano a minare alla base un movimento di precari e precarie che
ogni giorno lottano per riconquistare diritti e tempi di vita. Politiche in
sostanza che tracciano una linea di continuità tra il governo di Berlusconi e
l'unione di Prodi.
L' unica risposta che possiamo dare alla repressione è il dare forza alle
nostre lotte, farle crescere, comunicare e radicare nei territori.
!Tutt@ liberi, Reddito X Tutt@!
L.o.a. acrobax project
Laboratorio del precariato metropolitano