Il giudice per le indagini preliminari di Bologna Andrea Montagni ha
interrogato ieri mattina in carcere i tre compagni arrestati allalba di
mercoledì e confermato lesecuzione degli ordini di cattura emessi nei loro
confronti.
Vittorio, Fabiano e Carmine restano in carcere.
I reati contestati (occupazione, scasso, violenza privata, resistenza a
pubblico ufficiale, minacce) e soprattutto laggravante di eversione
dellordine democratico sono stai fatti propri dal gip, sarà il tribunale
del riesame, entro 15 gg dal deposito dei motivi di impugnazione, a decidere
in ordine alla loro scarcerazione.
Comunicato dellass.ne Ya Basta sullarresto di Vittorio, Carmine e Fabiano
Vittorio, Carmine e Fabiano Liberi subito!
Larresto di questa mattina 18 maggio 2005 di Vittorio, Carmine e Fabiano a
Bologna è un fatto gravissimo.
Addirittura il loro fermo-arresto è basato sul "reato" di aver occupato uno
spazio nellUniversità nei giorni precedenti allEuroMayDay aggravato
dallaccusa di "eversione e attentato allordine democratico"
Queste operazioni giudiziarie che continuano a far apparire reati
associativi (associazioni a delinquere e sovversive, cospirazione contro
lordine costituito etc..) in varie forme, in diverse città hanno un unico
scopo: tentare di trasformare esperienze di lotta, mobilitazioni radicali,
forme di conflitto in reati da codice penale sempre più gravi per chiudere
spazi di libertà conquistati dai movimenti di questi anni.
Sono ormai 8000 le denunce che gravano in Italia su compagni e compagne
protagonisti delle mobilitazioni contro la guerra e per i diritti.
Si vorrebbero riscrivere le occupazioni di case e di spazi, le iniziative
contro il carovita e per il reddito, le mobilitazioni nei posti di lavoro e
per lambiente, la diserzione alla guerra come reati da inscrivere in
pseudo-cornici associative pesantissime.
Non a caso, questo meccanismo, si mette in evidenza proprio nelle città
amministrate dal centrosinistra come la Bologna di Cofferati (passando per
Roma, Padova etc
) e della ossessiva campagna dordine e legalità quasi
fossimo di fronte a delle prove generali di "governo". Noi e con noi i
compagni oggi nel carcere di Bologna abbiamo da sempre pensato che alla
"legalità" della privazione dei diritti, alla "legalità" dei CPT e della
Bossi Fini, alla "legalità" internazionale della guerra sia giusto
contrapporre la legittimità delle mobilitazioni dal basso, la legittimità
dei movimenti nel mettere in discussione il presente, la legittimità
dellautogestione e dellautorganizzazione, la legittimità della
disobbedienza per costruire nuove e più dignitose dimensioni del vivere in
comune.
Questo, sappiamo dà fastidio a chi gestisce il potere e si vuole candidare a
farlo in maniera sempre più ampia e che, dunque, non esita ad esprimere
larroganza attraverso luso di carceri e tribunali.
Noi ci rivolgiamo a tutte e tutti quelli che hanno camminato con noi nei
movimenti nel mondo e nelle nostre città per fermare questo apparato
repressivo e perche "la libertà di movimento" venga mantenuta ed allargata.
TUTTE LE SEDI DELLASSOCIAZIONE Ya Basta in Italia