[NuovoLaboratorio] 45 agenti rinviati a giudizio per torture…

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Autore: brunoa01@aleph.it
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Oggetto: [NuovoLaboratorio] 45 agenti rinviati a giudizio per torture a Bolzaneto
lavoro repubblica



Genova, sono poliziotti, carabinieri e medici. L´accusa: abusi verso i fermati. In aula dal 12 ottobre
G8, in 45 rinviati a giudizio per le violenze di Bolzaneto

Solo uno degli indagati prosciolto A marzo i pm avevano depositato una memoria di 600 pagine per descrivere gli orrori di quei 3 giorni
Il gup: "Le azioni commesse nella caserma furono di una feroce gratuità: il loro scopo era solamente quello di umiliare"
MASSIMO CALANDRI


GENOVA - Sottolineando la «feroce gratuità» delle condotte degli imputati, il gup Maurizio De Matteis ha rinviato a giudizio 45 tra funzionari di polizia, ufficiali dei carabinieri, agenti, militari, appartenenti all´amministrazione penitenziaria (compreso un generale), medici. Sono i «torturatori» della caserma di Bolzaneto, accusati di aver trasformato in un «lager» quello che doveva essere il Centro di temporanea detenzione per 255 no-global fermati a Genova durante le contestazioni al G8 di quattro anni fa.
Il processo comincerà il prossimo 12 ottobre. Ieri il giudice per l´udienza preliminare ha sostanzialmente accolto l´intero impianto accusatorio dei pm Patrizia Petruzziello e Vittorio Ranieri Miniati, che denunciavano gravi compromissioni dei diritti, crudeltà fisiche e psicologiche, torture. Appellandosi alla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell´uomo e delle libertà fondamentali, la Procura aveva raccontato tre giorni e tre notti di abusi, violenze, minacce di stupro e «dominio psicologico». Il tribunale le ha definite «analitiche imputazioni», evidenziando la «brutalità della condotta» degli accusati.
«Non si vede come costringere una persona a chinare una testa dentro ad un vespasiano possa costituire una "misura di rigore non consentita" - scrive De Matteis - Tali azioni appaiono, per la loro feroce gratuità, perseguire il solo fine di umiliare la personalità». Ragazzi costretti a restare per ore in piedi con le braccia alzate, ciocche di capelli tagliate come trofeo, ragazze obbligate a rimanere nude davanti ad agenti maschi, uno cui spezzarono le dita divaricandole, un´altra abbandonata in cella a vomitarsi addosso, e poi gas urticanti a soffocare quelli rinchiusi nelle gabbie, parolacce, insulti, calci, pugni e sputi a quelli che passavano lungo un tunnel di persone in divisa. "Comitato di accoglienza", lo avevano ribattezzato. I pubblici ministeri avevano raccolto centinaia di testimonianze e le confessioni di alcuni "pentiti", archiviando un centinaio di posizioni: tra le altre, quella di Alfonso Sabella, oggi pm a Firenze ed allora responsabile dell´Ufficio ispettivo del Dipartimento dell´amministrazione penitenziaria.
Abuso d´ufficio, minacce, violenza, percosse, ingiurie, omessa denuncia, falso ideologico, abuso di autorità contro arrestati o detenuti: questi i reati contestati. Tre i livelli di responsabilità: apicali (i soggetti che in quei giorni gestirono il vertice la struttura), intermedie, esecutori materiali. Un solo proscioglimento, mentre un altro imputato ha chiesto di essere processato con rito abbreviato. Confermate tutte le denunce nei confronti del vice-questore Alessandro Perugini - già numero due della Digos genovese, finito nei guai per il calcione in faccia rifilato ad un quindicenne romano ed una serie di arresti illegali durante il vertice internazionale - e del generale Oronzo d´Oria, mentre il medico Giacomo Toccafondi passa da venti a diciotto capi di imputazione, mantenendo il poco invidiabile record di super-accusato. Vale la pena di ricordare che Roberto Castelli, ministro della Giustizia, la notte del 20 luglio 2001 piombò a Genova: «Tutto regolare», disse, lasciando la caserma di Bolzaneto.

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secolo xix
G8, violenze in caserma sono 45 i rinviati a giudizio
Il magistrato ha fissato l'inizio del processo per il 12 ottobre dopo due anni e sette mesi di indagini


Genova «Non si vede come costringere una persona a chinare la testa dentro un vespasiano possa costituire una "misura di rigore non consentita". Tali azioni non perseguono il fine di limitare e controllare la libertà di una persona, ma solo di umiliarne la personalità». In dodici pagine fitte di osservazioni, è l'unico punto in cui il gip Maurizio De Matteis pare indulgere in emozionalità.
Dodici pagine di annotazioni tecnico-giuridiche, poche righe per stabilire che gli imputati per le violenze, le vessazioni, le sopraffazioni nella caserma di Bolzaneto saranno processati. Tutti gli abusi denunciati dai no-global che, nei giorni del G8 del luglio 2001, furono arrestati e trasportati negli edifici della caserma del reparto mobile, trasformata per decreto in carcere provvisorio. Quarantasette erano le richieste dei pubblici ministeri Patrizia Petruzziello e Vittorio Ranieri Miniati. Quarantacinque sono state accolte dal giudice (che, in cinque casi, ha alleggerito però la posizione personale degli indagati, sfrondando il capo di imputazione di alcuni reati); un agente è stato prosciolto, un altro ha già chiesto e ottenuto di essere processato con il rito abbreviato. Tutti appartenenti al personale della polizia penitenziaria, della polizia di stato, dei carabinieri; ci sono anche cinque medici. Il processo inizierà 12 ottobre.
I nomi più noti: il vicequestore Alessandro Perugini, allora numero due della Digos di Genova; il generale della polizia penitenziaria Oronzo Doria; Biagio Antonio Gugliotta, ispettore della polizia penitenziaria, responsabile della sicurezza del centro di detenzione. Le accuse, articolate e differenti per le diverse posizioni, sono di abuso d'ufficio, violenza privata, falso ideologico, abuso di autorità contro detenuti o arrestati, violazione dell'ordinamento penitenziario e della convenzione per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali.
Quanto è durata l'inchiesta? Due anni e sette mesi: iniziò nell'agosto 2001 e si concluse con la richiesta di rinvio a giudizio del 12 maggio 2004. Le parti lese, i no global, i manifestanti anti-globalizzazione arrestati e detenuti nel carcere provvisorio di Bolzaneto, sono 255. Vennero arrestati durante gli scontri nelle strade che fecero da contrappunto al vertice dei Grandi del luglio 2001; ma anche nella scuola Diaz, teatro del violento blitz finito, anche questo, nel mirino dei magistrati.
Dopo la decisione del gip, le reazioni. Il senatore di Rifondazione Francesco Martone torna a chiedere «l'istituzione di una commissione di inchiesta parlamentare che faccia luce sulla gestione dell'ordine pubblico durante il vertice». Per Vittorio Agnoletto, ex portavoce del Genoa Social Forum, «coloro che sono stati rinviati a giudizio devono essere sospesi dall'incarico». Alfredo Biondi, vicepresidente della Camera e difensore di undici sottoufficiali dei carabinieri, ammette: «Sono amareggiato per la decisione di rinviare a giudizio i carabinieri, colpevoli di avere fatto il loro dovere, essendo stati comandati a presidiare la caserma di Bolzaneto nei giorni drammatici del G8 di Genova». Poi la stoccata: «Loro sono stati ritenuti responsabili di omissione, mentre il magistrato Sabella, che sovrintendeva l'intera operazione, è uscito tranquillamente dalla vicenda. Ne riparleremo in tribunale». Per Alfonso Sabella, infatti, i pm genovesi hanno chiesto l'archiviazione.

Elisabetta Vassallo






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