COBAS
del Lavoro Privato SETTORE COMUNICAZIONI
Aderente a COBAS - CONFEDERAZIONE DEI COMITATI DI BASE
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"FAI LA COSA GIUSTA"
Nelle prossime settimane le lavoratrici e i lavoratori di Telecom Italia saranno chiamati a rinnovare le Rappresentanze Sindacali Unitarie elette nel 2002. Dopo tre anni di vita è opportuno, da parte nostra, fare un bilancio obiettivo delle attività svolte.
In questo periodo, le RSU, oltre il nome, non hanno avuto nient'altro di unitario. Sono state rarissime le occasioni in cui le diverse RSU hanno "ragionato" collettivamente al loro interno per affrontare unitariamente, nell'interesse dei lavoratori, le diverse criticità che di volta in volta esplodevano nei reparti. Tale carenza è stata maggiore in alcune regioni fra cui ROMA.
Inoltre è stata evidente la scarsa autonomia che le RSU hanno avuto in questi tre anni sia per l'estremo potere discrezionale che ha l'azienda nel modificare l'organizzazione del lavoro e degli orari, grazie all'art. 26 sull'orario di lavoro del CCNL del 2000, sia perché nel corso del tempo anche la pur minima velleità di autonomia delle RSU territoriali è stata azzerata dal Coordinamento nazionale delle RSU (costituito solo da RSU di Cgil Cisl Uil) che ha firmato accordi nazionali (ad esempio gli accordi sul controllo a distanza con le Procedure Siebel e VFM), unitamente ad Azienda e CGIL-CISL-UIL, senza un preventivo confronto con le diverse RSU territoriali.
Il nostro è, ovviamente, un giudizio di parte e non pretende si essere la verità assoluta. Altre RSU, di ALTRE ORGANIZZAZIONI SINDACALI avranno avuto forse un'altra percezione della realtà.
E' sotto gli occhi di tutti, invece, la storia aziendale di questi anni:
· il peggioramento generalizzato degli orari e dell'organizzazione di lavoro (quando gli orari sono "migliorati", ad esempio al 187, ciò è avvenuto solo perché è stato conveniente per l'azienda, in quanto il costo del lavoro, in particolare quello notturno, è estremamente più basso in aziende quali Telecontact Center);
a.. l'incessante politica di esternalizzazione e precarizzazione;
b.. lo spolpamento di Telecom Italia, con l'alienazione dell'immenso patrimonio immobiliare e di buona parte delle aziende del gruppo.
Contro questa realtà ci siamo trovati a combattere una battaglia impari, in pochi, senza mezzi e, spesso, affrontando la palese ostilità, oltrechè dell'azienda, dei cosiddetti sindacati firmatari di contratto.
Ciò nonostante noi siamo determinati, ancora più di prima, a proseguire la nostra lotta per conquistare il diritto per tutti ad una vita senza precarietà e sofferenza, con ritmi di lavoro "umani" e privi dell'insostenibile "stress" a cui ci stanno costringendo nei "call center" e/o attraverso azioni di "mobbing strategico".
Saremo forse dei sognatori, siamo, però, convinti che sia giusto lottare per una società dove percepire un reddito dignitoso non sia solo privilegio di dirigenti e manager (e di politici e sindacalisti) ma di tutti i cittadini, dove le forme del lavoro precario vengano dichiarate "fuorilegge", dove poter progettare il futuro per sé e per i propri figli sia alla portata di tutti.
Un battaglia difficile per la quale è necessario oggi il contributo di tutte e di tutti, per questo invitiamo lavoratrici e lavoratori ad aiutarci a costruire e sostenere le liste "COBAS" in ogni posto di lavoro.
Roma 9 maggio 2005
Per contatti e info: Alessandro Pullara 3334432950 - Domenico Teramo 3332963639
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