(L) Bifo su CoffeRatsy]

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著者: s*phz
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題目: (L) Bifo su CoffeRatsy]
Forse era giusta la nostra percezione di una Bologna un po' diversa da
quello che ci aspettavamo....
ciao
s*phz

Da Liberazione di ieri:

Cofferati, cronaca di una delusione
di Franco Berardi Bifo
       «Se io le dico che Cofferati si candida a essere sindaco di
Bologna lei cosa mi risponde?» mi chiese un giornalista quando sollevai
la cornetta del telefono, all'incirca due anni fa. E io, con sincero
trasporto: «Rispondo che corro a votare Cofferati perché certamente sarà
meglio di Guazzaloca». Mi sbagliavo. E' doloroso dirlo, ma un anno dopo
le elezioni comunali che dovevano segnare la riscossa in una città che
per molte ragioni è considerata un laboratorio del buon governo e
dell'innovazione culturale, sono costretto ad ammetterlo: è difficile
immaginare un clima peggiore di quello che si è creato in questa città.
Un anno fa, forse un po' ingenuamente, ci aspettavamo che la nuova
giunta avrebbe dato un segno di rinnovamento e di apertura. Ci
aspettavamo una maggiore tolleranza verso gli stranieri, e lo stesso
Cofferati, durante la campagna elettorale aveva dichiarato che il Comune
avrebbe preso una posizione contro la presenza del Cpt sul territorio
comunale bolognese.


       Quel che abbiamo visto accadere va in direzione opposta: si sono
moltiplicati gli sgomberi degli stranieri senza casa. Donne e bambini
rom vengono scaraventati fuori dagli edifici abitati, costruiti
abusivamente su terreni che in certi casi sono stati regolarmente
comprati, come è accaduto in via Roveretolo.


       Si sono intensificate le aggressioni contro gli ambulanti
senegalesi che vendono le loro povere mercanzie: il pomeriggio del 25
aprile, alle quattro e mezzo, mentre camminavo in Via Indipendenza, ho
visto un ragazzo africano finire sotto un taxi (ambulanze che accorrono,
sangue sul selciato). Stava fuggendo con il sacco sulla palla, perché le
guardie gli volevano sequestrare un pacchetto di Cd. La folla si
accalcava intorno allibita.


       Gli unici che plaudono a questa furia legalitaria sono i più
egoisti fra i commercianti, che si congratulano con gli sceriffi di
Cofferati, e anche i pochi rappresentanti locali della Lega di Bossi che
approvano con entusiasmo gli sgomberi brutali di stranieri.


       Un anno fa, forse un po' ingenuamente ci aspettavamo che la nuova
giunta avrebbe fatto qualcosa per migliorare la condizione di decine di
migliaia di studenti che debbono pagare tre, quattrocento euro per un
letto. E invece il sindaco ha stabilito che dopo le nove di sera è
vietato uscire in strada con un bicchiere contenente birra. Chi vuole
bere deve sganciare quattro euro per sedersi in un locale a la page, e
le botteghe dei pakistani che vendono birra al prezzo di un euro adesso
rischiano di chiudere, mentre gli studenti poveri che potevano comprare
la birra dai pakistani possono anche restare a becco asciutto.


       Un anno fa ci aspettavamo che la nuova giunta avrebbe rilanciato
la cultura cittadina che da almeno un decennio langue in uno stato di
necrosi. Finora non è successo nulla, nonostante la presenza di una
persona di valore come Angelo Guglielmi all'assessorato. Ma visto che il
degrado sembra essere l'ossessione della Giunta c'è da temere che si
prepari una campagna contro l'arte degenerata. Infatti in questi giorni
si parla della street parade che da qualche anno è diventato un
appuntamento annuale della musica, dell'antiproibizionismo e della
libertà. Il sindaco ha detto che questa manifestazione è degradante, e
il Comune (che negli anni di Guazzaloca guardava con qualche sospetto
alla manifestazione ma non l'ha mai ostacolata), sta valutando la
possibilità di non dare il permesso per il suo svolgimento.


       Per finire un breve cenno alla sensibilità sindacale di questo
sindaco che avevamo tanto aspettato: un mio amico, dipendente comunale,
iscritto a un partito della sinistra, mi ha detto recentemente: «nel
luglio dell'anno scorso, se ci avessero chiesto di fare venti ore di
straordinario, per Cofferati le avremmo fatte gratis. Oggi non le
facciamo neanche se ce le pagano». La cosa è comprensibile, visto che il
nuovo sindaco ex sindacalista si è spinto fino al punto di negare ai
dipendenti comunali il rispetto di un accordo contrattuale in cui si
concedeva un'integrazione salariale di quattrocento euro all'anno,
firmato dai sindacati con Guazzaloca.


       Per concludere questa lista voglio citare l'inquietante
persecuzione a cui è stato sottoposto Valerio Monteventi, consigliere
indipendente eletto nelle liste di Rifondazione.


       Qualche mese fa da l'assessore alla casa (ex occupante di case
convertito al culto dell'ordine cofferatiano) ha iniziato a far
circolare insinuazioni sulla moralità di Monteventi, che in città tutti
conoscono bene per il suo impegno quotidiano al servizio dei senza casa
e degli emarginati. Quando infine Monteventi ha denunciato la campagna
di diffamazione ai suoi danni, e portato le prove della sua
nattaccabilità, la campagna si è spenta, i dossier promessi si sono
volatilizzati. Ma intanto abbiamo tutti la sensazione che si sia
ritornati ai tempi in cui la sinistra eliminava i dissidenti con la
delazione e la calunnia., e che il nuovo sindaco non abbia capito niente
dello spirito di questa città che, almeno dopo il trauma del 1977, ha
imparato a considerare il dialogo e la tolleranza qualcosa cui è
pericoloso rinunciare in nome del decisionismo.


       Pericoloso, molto pericoloso. E adesso vi spiego perché.


       Si è detto in molte occasioni che Bologna può essere un
laboratorio, un'anticipazione di quello che accadrà a livello nazionale
quando al posto del governo di Mediaset ci sarà il centrosinistra.


       Tutti sappiamo che sarà faticoso e doloroso cambiare direzione,
dopo cinque anni di governo dei predoni che hanno cartolarizzato buona
parte del patrimonio pubblico e devastato l'economia sociale
nell'interesse di un gruppo privato. Sappiamo che all'interno del
governo di centrosinistra forti saranno le resistenze contro una
politica di redistribuzione del reddito. D'altra parte sappiamo che
senza un'azione coraggiosa di recupero delle risorse che in questi
ultimi anni sono state sottratte alla comunità, nessun cambiamento sarà
possibile, a nessun livello. Insomma, il rischio è che, cambiata la
coalizione al governo, la situazione continui a precipitare, mentre il
conflitto sociale diventa più acuto, l'insoddisfazione si allarga, la
situazione si fa tesa.


       Nella previsione di uno scenario di questo genere che segnali
vengono dal laboratorio Bologna? Il segnale dell'arroganza, della
chiusura, del decisionismo unilaterale, della calunnia contro i
dissidenti, della repressione contro chi non rispetta l'arcigna legalità
dei possidenti e dei benpensanti. Scusate se bestemmio, ma io, se sapevo
che a Bologna andava a finire così, preferivo tenermi Guazzaloca.


       E allora cerchiamo di capire finché siamo in tempo. Berlusconi &
co. hanno depredato la società italiana, hanno messo il bavaglio alla
libertà di espressione, hanno portato il paese in una guerra infame.
Però ci hanno finora risparmiato (con l'eccezione non irrilevante di
Genova e di Bolzaneto) la violenza e il carcere per gli oppositori. A
Bologna chi ha la mia età non ha dimenticato il tempo in cui il partito
di Cofferati mandò i carri armati contro gli studenti e spinse la
magistratura a incarcerare i dissidenti. Perciò la lezione che qualcuno
rischia di imparare assistendo a quello che accade a Bologna può essere
agghiacciante. Gli potrebbe venire da pensare: quasi quasi mi tengo
Berlusconi.
       10 maggio 2005