[Lecce-sf] Fw: Democrazia made in USA in Afghanistan

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Autore: Rosario Gallipoli
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Oggetto: [Lecce-sf] Fw: Democrazia made in USA in Afghanistan

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From: Nablus1963
To: Assemblea Campo
Sent: Sunday, May 08, 2005 10:53 AM
Subject: Democrazia made in USA in Afghanistan


C.C.C.
vi giro questo articolo dal Manifesto di ieri, 7 maggio. L'esponente di Human rights watch non mette assolutamente in discussione il paradigma del terrorismo, comunque offre alcuni elementi importanti, tanto più che operazioni sporche a danno di esponenti delle comunità islamiche sono accaduti anche in Italia. Infine: ma possibile che i diplomatici italiani e i vertici delle truppe italiane presenti in Afghanistan per "il mantenimento della pace e il consolidamento della democrazia" non si accorgano proprio di nulla?
Saluti antimperialisti
Maria Grazia
ABUSI
Afghanistan, la nuova, immensa Guantanamo
Sifton (Human rights watch): decine di prigioni Usa nel paese, più crudeli di quella di Cuba
PATRICIA LOMBROSO
NEW YORK
«L'Afghanistan è stato trasformato dal Pentagono, con l'approvazione di Bush, in un'enorme Guantanamo. Un sistema di prigioni inaccessibili dove la tortura viene esercitata da forze speciali della Cia e dai militari dell'esercito Usa con arbitrio assoluto. Condizioni di detenzioni subumane, tecniche di tortura peggiori di Abu Ghraib. Metà dei detenuti di Guantanamo verranno trasferiti qui a tempo indeterminato. Neanche la Croce rossa internazionale avrà accesso allo scrutinio giudiziario». È questo il prossimo scandalo delle torture praticate negli ultimi anni dagli americani in Afganistan e per i quali l'organizzazione «Human rights watch» chiede, nel suo ultimo rapporto, un'inchiesta indipendente del Congresso per crimini di guerra nei confronti di Donald Rumsfeld, Pentagono, George Tenet della Cia, Alberto Gonzalez, l'attuale ministro di giustizia. John Sifton, esperto di Human rights watch, per 14 anni in Afghanistan, così descrive il programma di pianificazione sistematica di prigioni - delineato e approvato da Bush con un'executive order il 23 marzo scorso - per tutti coloro sospettati di terrorismo prelevati da agenti Cia in qualsiasi paese e tradotti nelle prigioni Usa in Afghanistan.

Nella sua inchiesta condotta per mesi in Afghanistan, lei denuncia un sistema di tortura praticato da genti Cia e militari Usa nei confronti di centinaia di semplici cittadini bollati come enemy combatants.

Malgrado non siamo ancora in grado di fornire al pubblico il numero esatto di detenuti, sequestrati da agenti delle forze speciali del Pentagono e della Cia, in vari paesi dell'Africa e del Medio oriente, circa 1500 detenuti o ghost detainees (prigionieri fantasma) sono finiti nelle carceri afghane di Khost, Hailipu Kohat, Haripu. Vengono sottoposti ad ogni tecnica di tortura immaginabile. Nessuno ha modo di avvicinarsi a queste prigioni, che non hanno identità. Sono semplici cittadini considerati dagli americani sospetti di terrorismo, ma senza prove. Ad Haripur e Kohat, prigioni dalle condizioni di detenzione inumane, abbiamo lo stesso numero di detenuti (540) di Guantanamo.

Come avviene questo sequestro internazionale?

Alcuni già detenuti o cittadini sospettati di terrorismo pur senza implicazioni giudiziarie a loro carico, vengono prelevati e trasportati da aerei commerciali a contratto del Pentagono per questa «nuova industria di sequestro internazionale» dall'Egitto, Canada, Bosnia e Medio oriente alla base aerea militare di Bagram, in Afghanistan. Quest'ultima rappresenta il centro di smistamento e raccolta del carico dei nuovi prigionieri. La Cia ha creato un centro di detenzione speciale a nord di Kabul, in una struttura di mattoni denominata Salt Pit. Sottoposti ad interrogatori e torture peggiori di quelle mostrate nelle foto di Abu Ghraib, i detenuti vengono caricati su camion militari e spostati da un lager all'altro da agenti speciali americani in borghese.

Le tecniche di tortura per gli interrogatori sono state approvate da Alberto Gonzalez, promosso da Bush - dopo lo scandalo di Abu Ghraib e Guantanamo - ministro della giustizia?

È quanto ho verificato nella mia inchiesta in Afghanistan. Vennero pianificati metodologie e tecniche da applicare durante gli interrogatori nel programma della rendition ovvero l'arte della tortura veniva concordata con paesi terzi consenzienti come Egitto, Marocco, Siria, Diego Garcia, nel Pacifico per non dover un giorno incorrere nel rischio di doverne rispondere giuridicamente. La responsabilità per aver violato ogni norma della convenzione di Ginevra e il trattato contro la tortura, ratificato dal governo americano nel 1994, ricade altresì su Donald Rumsfeld, alla Difesa, e George Tenet della Cia.

Quando l'Afghanistan, citato da Bush come «modello dove la democrazia americana ha trionfato», è stato trasformato per volontà di Washington in questo girone dantesco?

La strategia risale alla «guerra globale» al terrorismo, nel febbraio del 2002. Ma già nel 2001, Bush con un executive order di 92 pagine, classificato in un memorandum 13224: lancia la Joint doctrine for detaines operation. Questa direttiva presidenziale viene annualmente aggiornata. L'ultima direttiva del 23 marzo scorso precisa: «chiunque sia detenuto o presumibilmente collegato con organizzazioni terroristiche è da classificare come «nemico combattente». Nel corso di questi tre anni, per il Pentagono la strategia sistematica per perseguire questa «missione» è stata quella di creare una struttura di prigioni in alternativa a Guantanamo, a livello internazionale inaccessibile sia alla giurisdizione americana sia a quella europea per intervenire legalmente. L'Afghanistan è stato trasformato nella più grande prigione americana della Cia: i detenuti vengono gettati in questa rete di prigioni inaccessibili tutti i cittadini catturati dagli americani, non collegati ad Al Queda, né talebani, provenienti da tutti i paesi del mondo. Qui spariscono, torturati sino alla morte.

Il Pentagono ha recentemente rilasciato da Guantanamo 18 prigionieri tornati in Afghanistan. Rischiano di finire in queste prigioni per timore di testimonianze imbarazzanti nei confronti degli americani e sulle torture subite?

Non tutti. Alcuni verranno consegnati al governo afghano, che li tiene in condizioni di detenzioni pessime. Il Pentagono ha già deciso di trasferire metà dei 540 prigionieri di Guantanamo nelle prigioni in Afghanistan. Circa 1500 semplici cittadini sospettati di «terrorismo» provenienti da altri paesi sono in queste piccole Guantanamo. Non sappiamo se gli americani pretenderanno dal governo di Karzai una prigionia indefinita ed interminabile come a Guantanamo. Il Pentagono vuole liberarsi di un certo numero di detenuti, perché non sono di nessuna utilità per ottenere informazioni. Non sa cosa farne. Non vuole rimetterli in libertà per timore che parlino delle torture subite.


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