[Lecce-sf] Fw: [antiamericanisti] "Una concentrazione micidi…

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Szerző: Rosario Gallipoli
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Tárgy: [Lecce-sf] Fw: [antiamericanisti] "Una concentrazione micidiale di veleni" - "tutto potrebbeaccadere molto prima del previsto"
"Una concentrazione micidiale di veleni" - "tutto potrebbe accadere molto prima del previsto"
----- Original Message -----
From: Joe
To: antiamericanisti@???
Sent: Friday, May 06, 2005 10:26 PM
Subject: [antiamericanisti] "Una concentrazione micidiale di veleni" - "tutto potrebbeaccadere molto prima del previsto"


Da: "Francesca"
Oggetto: Riuscirà Kyoto a impedire il "Global Superstorm"?
Rinvio da: animali@???
Data rinvio: Fri, 6 May 2005 17:21:38 +0200

     http://guide.supereva.com/no_global/interventi/2005/05/209264.shtml


     Riuscirà Kyoto a impedire il "Global Superstorm"? 
     Un climatologo di fama internazionale anticipa un'ipotesi drammatica: l'evento di una super tempesta globale, che si svilupperà a breve. Colpa dell'effetto serra e il conseguente innalzamento delle temperature, lo scioglimento dei poli e le irreversibili alterazioni delle correnti oceaniche. Verosimilmente il nord del pianeta sarà riportato all'era delle glaciazioni




Il presidente degli Stati Uniti, che da sempre ha negato la sussistenza di una possibile "tempesta globale", parla ai cittadini americani in fuga verso il Messico, da un "campo base", considerato fino a quel momento da "terzo mondo". Una situazione goffamente capovolta, un presunto "reversal of fortune", che vede il popolo più progredito (ed inquinante), invocare il sud del mondo d'aprire le proprie frontiere.

Intanto, lungo il fiume Hudson, in quella che era la capitale immaginifica del carisma e del profitto, sopraggiunge una reazione di calura insopportabile seguita da un improvviso gelo polare e la macchina da presa si sofferma sull'epilogo dei sentimenti: il figlio del famoso climatologo, la sua ragazza e il loro cane, si mettono in salvo riparando nell'antica, nobile biblioteca pubblica in una New York siderale, tra blizzards imponenti quanto i grattacieli, sperando in un possibile intervento in extremis.


Questa, in sintesi, la trama di un film di Hammerich, "L'alba del giorno dopo"(The day after tomorrow), ispirato a "The Coming Global Superstorm" dissertazione romanzata di due autori, Whitley Sytreiber e Art Bell, su possibili effetti catastrofici del global warming in tutta l'eccedenza meteorologica che, in minor misura, abbiamo sperimentato negli ultimi anni. Fantascienza? Forse. Tuttavia è innegabile l'eccezionalità delle catastrofi registrate nell'ultimo decennio sull'intero pianeta, dovute, in gran parte, alle mutazioni climatiche.


Che cosa innesca il global warming?


Una concentrazione micidiale di veleni immessi nell'atmosfera scatenerebbe spaventose repliche a catena, disorientando l'equilibrio climatico sul nostro pianeta. Questo è il referto secondo la maggior parte dei climatologi, altresì, una variabile attribuita a cause naturali, secondo altri pareri. Quali sono gli impulsi, insiti in un processo naturale, non è dato a sapersi; il mondo s'interroga sul clima impazzito e gli specialisti ancora riflettono intorno alle fenomenologie, sugli effetti a breve e lungo termine. Sviluppato dalla combustione dei gas liquidi derivati dal petrolio e da combustibili fossili come il carbone, il C02 è il più dannoso dei gas-serra e massimamente incriminato.


Negli ultimi due anni (secondo le previsioni scientifiche acquisite all'Università di California), si è appurato che, in atmosfera, c'è un'insolita concentrazione di C02, più elevata del previsto. I dati sono stati resi noti in Inghilterra, divulgati dai canali televisivi, pubblicati in prima pagina dai quotidiani The Guardian e The Indipendent. L'aumento di biossido di carbonio è sostenuto da un altrettanto surriscaldamento "in picchiata". Appare chiaro che tra l'automatismo propulsore della nostra civiltà, le sue scorie "climalteranti" (biossido di carbonio, protossido d'azoto, clorofluorocarburi, perfluorocarburi, ozono troposferico, aerosol...) e gli ecosistemi governati dal ciclo naturale, è in atto uno scontro che può eguagliare l'epica lotta dei Titani; al contrario, i sistemi economici e politici della società occidentale, capitanate dai suoi attori, fanno finta di non vedere.


CO2 e l'effetto "feedback"


Da un osservatorio posto a 3.350 metri d'altezza, in cima al vulcano hawaiano Mauna Loa, Charles Keeling, fisico statunitense presso l'Università di California a San Diego, rese pubbliche le valutazioni quantitative del biossido di carbonio nell'atmosfera. Il calcolo riportava una concentrazione di 376 ppm, nel 1958 le stesse valutazioni hanno ricavato 315 particelle per milione (ppm), deducendo quindi, che il ritmo del livello di biossido di carbonio è passato da 1,6 ppm, nei primi decenni, a 2,98 nel 2001 e 2002 e a 2,54, nel 2002 e 2003.


L'aumento di biossido di carbonio non è prodotto da un effettivo incremento delle emissioni, né tanto meno da "fenomeni naturali". Tali concentrazioni sono state valutate dagli scienziati inglesi del Centro Hadley di previsione e ricerca climatica, "precoci e troppo scarse" per lanciare un potenziale allarme, ma, in pieno accordo, tutti affermano, se non altro, la persistenza dei gas serra come antitesi alla dispersione del calore, ecco perché, sostanze tossiche e vapore si disporrebbero intorno al globo, senza possibilità di trovare uno sbocco. Attraverso le sue misurazioni, il "grande vecchio" del C02, Charles Keeling, tuttora responsabile del progetto e delle sue prospettive, ha dimostrato che i 315 ppm, dopo 45 anni d'emissioni, sono saliti a 376 ppm.


In parole povere, cosa vuol dire?


Prima di tutto che il cosiddetto "effetto serra" è aumentato in modo pressoché inaspettato, livelli più elevati di C02 trattengono sempre più calore solare nell'atmosfera e non c'è motivazione che giustifichi un tale comportamento, perché non esiste una corrispondente crescita delle emissioni terrestri di tale portata, allora, come si spiega? Alcuni studiosi sospettano che potrebbe trattarsi del paventato automatismo del "feedback", una reazione a catena: il global warming ha svincolato alterazioni irreversibili sugli ecosistemi, i quali, da soli, determinerebbero, per accumulo, un rapido incremento del surriscaldamento sull'intero pianeta.


Questo aspetto del problema era stato rimarcato da modelli elaborati sul mutamento climatico e previsti come un nuovo peggioramento di una situazione già in atto; dunque, tutto potrebbe accadere molto prima del previsto, senza più il tempo per coordinare una risposta, una tentata correzione, una messa a punto.



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