Lo scambio aperto dalla mail di Zelda è proprio bello!
Aggiungo questo: l'idea di usare la bici mi è venuta leggendo "Il
Messaggero" (il libro, non il quotidiano, ormai quasi tre anni fa) che
parlando un ciclista urbano contiene tutti i problemi che ci si trova
ad affrontare ogni giorno. Per cui il mio approccio con il traffico è
stato piratesco fin dall'inizio...memore di quando da ragazzino
scorazzavo per le vie della mia città natale, Cosenza, dove le regole
vengono violate più che in Matrix.
Per l'abbigliamento "ufficiale" ho risolto portando giacca e cravatta,
quando richiesti dalle circostanze, nel portapacchi (impermeabile).
arrivo dove devo arrivare, entro in un bar e mi cambio... o indosso
solo la cravatta e poi metto la giacca all'ultimo momento. questa
tecnica vale anche per le donzelle che debbano usare un tailleur
formale (infatti la mia compagna-amica-complice l'ha adottata).
D'estate trovo che il problema principale non sia non sudare, quanto
l'ingresso sudati nei locali o negli uffici
ipercondizionati...maglietta asciutta o giacca per proteggersi
dall'aria sparata a temperature siberiane. Dopo il primo sgomento,
tutti accettano la "stranezza" del cambio d'abito volante...perfino i
commessi del senato che ridono quando arrivo ciclista e tipo superman,
mi trasformo in "portaborse" con tanto di badge...in effetti loro non
sanno che la vera trasformazione è all'uscita, quando la giacca torna
nel portapacchi.
Oggi poi c'è un cielo...
bicienzu
Il giorno 06/mag/05, alle 13:10, viviciclica ha scritto:
> boh.
> io la prendo e vado...
>
KA MATE! KA MATE! KA ORA! KA ORA!TENEI TE TANGATA PU'RU-HURU,
NA'A NEI TIKI MAI WHAKA-WHITI TE RA!HUPANE! KA-UPANE! HUPANE!
KA-UPANE!
WHITI TE RA! HI!
-------------- parte successiva --------------
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