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Autor: antonio bruno
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Temat: [NuovoLaboratorio] Agnoletto presenta un esposto sulla situazione del C.P.T. di via Corelli
Agnoletto presenta un esposto sulla situazione del C.P.T. di via Corelli

“Se non interverrà immediatamente la magistratura

una malata di AIDS rischia di essere condannata a morte”





Milano, 5 maggio 2005 – “Mi auguro che la magistratura intervenga
velocemente” – ha dichiarato Vittorio Agnoletto – “perché in alcuni casi
siamo di fronte ad una vera corsa contro il tempo: lunedì infatti scade il
60° giorno di detenzione per una donna malata di AIDS. La sua eventuale
espulsione verso il Paese d’origine equivarrebbe ad una condanna a morte,
infatti in Perù non vi è alcuna possibilità di accedere ai farmaci anti-HIV
che invece qui sta assumendo regolarmente”.



L’europarlamentare Vittorio Agnoletto che il 29 aprile scorso aveva
visitato il C.P.T. di via Corelli ha depositato questa mattina un esposto
presso al Procura della Repubblica di Milano nel quale chiede ai magistrati
di verificare l’esistenza di “detenzioni illegittime con il rischio di
espulsioni prive di presupposti di legge, (che) appaiono penalmente
rilevanti ed in violazione di norme, direttive europee e convenzioni
internazionali”.



A proposito dell’espulsione coatta di Rabie Lemrahi (giovane marocchino di
22 anni, la cui famiglia da tempo vive in Italia) avvenuta il 29 u.s.
Agnoletto scrive: “…non risulta che alcun operatore sanitario della C.R.I.
abbia ritenuto o suggerito di accompagnare il ragazzo in ospedale per una
semplice radiografia, sufficiente ad escludere la presenza di pericolose
lamette all’interno dello stomaco o dell’intestino”. La presenza di una
lametta nell’apparato digerente (ingoiata per un atto di autolesionismo)
avrebbe potuto provocare durante il volo un’ emorragia con esito anche
mortale. Agnoletto prosegue “una delegazione del Comitato di sostegno ai
detenuti di via Corelli si è recata all’aeroporto con il fine di avvertire
il personale dell’Alitalia delle condizioni fisiche del Lemrahi, in
particolare, della possibile presenza di una lametta nel corpo dello
stesso. Tali rimostranze non hanno sortito alcun effetto: l’espulsione è
stata eseguita senza che la compagnia di bandiera abbia ritenuto rischioso
trasportare un passeggero, contro la sua volontà, con innegabili rischi per
la sua salute e per l’incolumità degli altri passeggeri”. Per questi motivi
nell’esposto Agnoletto chiede di verificare tali fatti e di “procedere agli
accertamenti del caso e di individuare le eventuali responsabilità dei
soggetti coinvolti a diverso titolo”.



“Un uomo rom, che ha perso una mano mentre lavorava in nero per una ditta
milanese” – afferma ancora Agnoletto – “rischia di essere espulso tra pochi
giorni senza poter ottenere giustizia ed un parziale risarcimento.
L’espulsione gli farebbe perdere infatti l’appuntamento presso un ospedale
milanese ove è in lista per l’impianto di una protesi e la possibilità di
presenziare al processo da lui avviato contro il suo ex datore di lavoro”.



“Altre persone rischiano di essere espulse per i ritardi delle questure
nella consegna del rinnovo del permesso di soggiorno. Siamo di fronte a
persone che non hanno commesso alcun reato e che rischiano di venire
espulse per ragioni che vanno addirittura oltre quanto previsto perfino
dalla legge Bossi-Fini ( legge che da molti, come il sottoscritto, viene
ritenuta razzista e discriminatoria).

Se un magistrato non può cambiare una legge, può comunque intervenire per
salvare una vita ed evitare il verificarsi di ulteriori drammatiche
ingiustizie. Questa almeno è la mia speranza”.



Vittorio Agnoletto, europarlamentare GUE – Sinistra Unitaria Europea, cell.
335 63 XXXX

Ufficio stampa: Giosuè De Salvo, cell. 347 703 XXXX
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