Raistlin wrote:
> apparakkiato@??? wrote:
>
> La legge non e' eticamente fondata ed e' errato concettualmente
> analizzarla con le categorie dell'etica.
>
>
facciamo che provo a parlarne seriamente:
la legge per come è fatta oggi non rispecchia neppure un briciolo le
situazioni che si stanno venendo a creare negli ambienti di
lavoro e persino nelle strade
il documento che vi sto incollando risale al 2003:
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i Garanti valuteranno l'opportunità di definire una vera e propria
Raccomandazione in materia.
Il documento (consultabile all'indirizzo
www.europa.eu.int/comm/internal_market/en/dataprot
/wpdocs/consultation_en.htm anche in italiano) pone il problema
dell'armonizzazione del quadro regolamentare
sulla base della direttiva europea per la protezione dei dati, ma anche
di altri strumenti internazionali
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>>e poi, sulla privacy potrei fare un discorso strettamente politico?
>>Mi interessa nel senso che una volta, quando è nata la politica, vi
>>ricordate i greci? LA libertà era fondata sulla privacy, che allora
>>consisteva in una moglie e più figli sottomessi, compresi di amanti.
>>Questa era la privacy per i greci, era saper mantenere il potere, da
>>parte degli "uomini liberi", sui loro "sottoposti", cioè coloro che
>>provvedevano ai suoi bisogni..
>
qto aiuta ad inquadrare il problema
ma nel passato;
di fatto il problema ora è che data la tecnologia "invadente" che
abbiamo e la maniera "decostruttiva" in cui spesso viene usata, siamo in
una situazione in cui non si riconosce più bene nemmeno quale sia il
diritto da rispettare
spesso e volentieri un individuo prima di essere anche solo "guardato"
viene spezzettato in tanti frammenti di dati, la sua data-immagine e poi
trattato di conseguenza.
questa è la tendenza generale.
>>modernità tende ad eliminare la disuguaglianza sin dalla rivoluzione
>>francese, e la rete questa modernità la porta all'estremo, in campo
>>politico e quindi anche nel campo della privacy.
qui siamo d'accordo, cioè che il campo di gioco della privacy
coinvolga, e debba coinvolgere tutto quell'ambiente che gestisce le
nuove tecnologie, come sopra.
di fatto però, purtroppo, l'invasione generalizzata della privacy che si
sta attuando in questi anni è un tentativo reale che prescinde anche dai
metodi di espansione di queste stesse tecnologie, nelle scuole mettono 3
computer nuovi e 30 telecamere nuove; con finanziamento statale ovviamente;
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SCUOLA: 24 TELECAMERE IN ISTITUTO BERGAMASCO,ANCHE IN BAGNO
(ANSA) - BERGAMO, 9 SET - Una rete di 24 telecamere per
sorvegliare ogni angolo della scuola. E' molto piu' di una
semplice sperimentazione quella adottata dall'Istituto
Omnicomprensivo Capitanio di Bergamo che ieri ha aperto i
battenti di una nuova sede.
La scuola comprende l'intero ciclo dalle materne al liceo
linguistico e per il momento la sorveglianza riguarda l'area che
ospita elementari e medie. I 450 alunni, ma di conseguenza anche
il personale docente e non docente, saranno tenuti sotto
l'occhio delle telecamere ovunque: nei corridoi, sulle scale,
all'esterno e persino in alcune aule e all'ingresso dei bagni.
''Si tratta di un sistema operativo 24 ore su 24, che ci
consentira' di potenziare la sorveglianza in caso di qualsiasi
problema þ ha spiegato il preside Giovanni Quartini - . Certo,
sara' un deterrente per chi, magari con la scusa di andare in
bagno, ne approfitta per chiacchierare in corridoio o fare
scherzi ai compagni''.
Soddisfatti i genitori. Un po' meno gli studenti,
soprattutto quelli piu' a grandi che frequentano le
medie.(ANSA).
RED-AA/GT
09-SET-04 15:34 NNNN
il testo è preso da una ftr di indymedia messa su un po' d tempo fa, ora
nn so se è ancora fuori, credo che abbia cmq bisogno di adeguamenti data
la situazione in continua evoluzione.
mi permetto una nota personale
dato che io non sono una informatica, ma mi occupo di immagini;
relativamente alle immagini sulla privacy c'è un tot da dire
nella ftr d indymedia il testo sulla questione era il seguente:
Inoltre, le immagini acquisite con la videosorveglianza, sono spesso
associate ad altri dati (le impronte digitali, o registrazioni sonore)
per facilitare l'identificazione delle persone. ?Il titolare dovrà
quindi accertarsi in via preliminare se le immagini rilevate con la
videosorveglianza comportino il trattamento di dati personali, in
quanto riguardano soggetti identificabili?. Se vi è trattamento di dati
personali, il titolare deve stabilire la liceità del ricorso alla
videosorveglianza, garantire che le finalità della videosorveglianza
siano specifiche e lecite, assicurarsi della legittimità del
trattamento, verificare che il ricorso alla videosorveglianza sia
proporzionato, informare adeguatamente gli interessati, garantendo agli
interessati l'esercizio dei diritti di accesso, rettifica, cancellazione.
quelle scritte qui purtroppo sono belle parole...
in particolare dall'avvento di una tecnologia nuova nell'ambito della
video sorveglianza le cosiddette TVCC
strumenti invadenti e costosi, a bologna abbiamo una tvcc direttamente
sotto le 2 torri, nel centro della città. che si muove insinuandosi nei
discorsi dei passati con il suo microfono e cattura le loro tracce
visive senza che loro possano accorgersi di averle appoggiate da qualche
parte
(senza contare i microfoni pendenti come lampadari nelle biglietterie
della stazione centrale e altre varie ed eventuali)
pensavate che il film "gattaca" descrivesse una realtà grottesca ed
irrealizzabile?
vi siete sbagliati; lo dice persino il garante della privacy in Italia
(bel paese d merda..) che urla da almeno un annetto su queste questioni:
a proposito vi incollo un pezzo di articolo che è apparso sul manifesto,
sempre riguardo alla questione bergamasca;
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ecamere accese 24 ore su 24 per controllare gli alunni. Il preside:
«Potrebbero chiacchierare nei corridoi». La videosorveglianza non
esclude i bagni, e comprende anche docenti e bidelli. Il garante della
Privacy: «Situazione illegale».
Ventiquattro telecamere in funzione 24 ore su 24. Nelle aule, nei
corridoi, per le scale, all'ingresso dei bagni. In barba alla privacy e
allo Statuto dei lavoratori. A beneficiare del discreto dono non sarà un
carcere di massima sorveglianza ma l'Istituto Capitanio di Bergamo, un
complesso scolastico parificato che accorpa classi di ogni ordine e
grado anche se a godere di tanta amorevole attenzione saranno, per il
momento, solo gli alunni delle elementari e delle medie.
A darne il trionfalistico annuncio è stato lo stesso preside della
scuola, Giovanni Quartini: «Sarà un ottimo deterrente per chi, magari
con la scusa di andare in bagno, ne approfitta per chiacchierare nei
corridoi o fare scherzi ai compagni». Reati evidentemente considerati
gravissimi da un dirigente scolastico sin troppo «protettivo» o da chi
per lui - magari il consiglio dei docenti - ha varato il provvedimento.
Una decisione, quella del Capitanio di Bergamo, che viola decisamente
le nuove norme in materia di videosorveglianza fissate e rese pubbliche
- nel maggio scorso - dal Garante della Privacy. «Spero soltanto -
commenta Mauro Paissan, membro dell'Autorità Garante insieme a Stefano
Rodotà, Giuseppe Santaniello e Gaetano Rasi - che le notizie di agenzie
siano esagerate. Se il progetto di videosorveglianza fosse esattamente
così come viene raccontato ci troveremmo di fronte alla violazione di
molti dei principi generali che tutelano la privacy: come la liceità, la
necessità e la proporzionalità. Prima di installare un impianto di
questo tipo occorre valutare se la sua utilizzazione sia realmente
proporzionata agli scopi perseguiti o se non sia invece superflua.
Altrimenti è come decidere di sganciare l'atomica per uccidere un
moscerino».
E nel caso del Capitanio, il fine - impedire le chiacchiere dei
bambini nei corridoi - appare decisamente superiore al mezzo usato. Un
sistema capillare di controllo per giustificare il quale non si fa
nemmeno ricorso a presunti atti vandalistici, episodi di pedofilia o
spaccio di stupefacenti.
Del resto, neanche eventi come questi - in base alle regole del
Garante - legittimerebbero l'uso di telecamere interne e a circuito
continuo. In particolare - nel caso degli istituti scolastici -
eventuali sistemi di video controllo, sono ammessi «in casi di stretta
indispensabilità, circoscritti alle sole aree interessate ed attivati
negli orari di chiusura». Per non parlare della dovuta delicatezza con
cui i dati sui minori dovrebbero essere trattati.
Quanto al sacrosanto e riconosciuto diritto dello studente alla
riservatezza si tratta evidentemente - per l'esaltato preside bergamasco
- di questione di poco conto. Così come in minima considerazione sembra
essere tenuto anche il divieto - sancito dallo Statuto dei lavoratori -
di controlli a distanza. Bambini, docenti, bidelli, personale
tecnico-amministrativo: da domani nessuno di loro avrà più un attimo di
tregua.
Così come non hanno un attimo di tregua - dall'aprile del 2002 - tutti
i cittadini di Bergamo costretti a sorridere davanti alle 61 telecamere
disposte in ogni angolo della città. «L'episodio del Capitanio -
commenta Roberto Trussardi, consigliere comunale di Rifondazione
comunista - è solo uno dei segnali del clima pseudosecuritario che
respiriamo qui». Silvana Nespoli, assessora alla pubblica istruzione del
comune di Bergamo, così commenta: «Sicuramente è un provvedimento che mi
lascia perplessa soprattutto come educatrice poiché ho sempre pensato
che educare alla responsabilità sia la cosa più importante. Credere che
uno si comporti bene solo perché ci sono le telecamere mi sembra
ingenuo». A questo punto si può solo sperare che qualche genitore si
appelli all'ufficio del garante invitandolo a intervenire con un
giudizio di merito o che lo stesso garante decida spontaneamente di agire.
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faccio notare come i bergamaschi si siano curati di difendere tramite
azioni e manifestazioni varie il valore della popria privacy
bisogna tenere conto d un concetto fondamentale riguardo diritti
dell'individuo sia in questo che in molti altri casi; ognuno ha il
diritto/dovere di difendere la propria privacy direttamente ed
individualmente; chi non lo fa prima non si troverà in seguito di poter
denunciare una violazione di cui è stato reso soggetto spesso
silenziosamente ma inesorabilmente.
(A Bologna in centro ce ne sono circa 200 di telecamere di cui molte
nascoste)
detto qto
di collettivi che si occupano della cosa in italia e nel mondo ce ne
sono una infinità:
surveillance camera players è il gruppo più tornito e meglio organizzato
in italia avevamo mediablitz
out of control a bologna ....
ma direi che il dossier più completo lo trovate su spialaspia.org
x ultima una nota spassionata,
riguardo ad hannah Arendt
>
> Non l'ho letto, ma per quel poco che so della Arendt mi sa che nella
> sintesi di questa mail hai LIEVEMENTE rigirato il suo pensiero...
il pensiero è stato "rigirato" indubbiamente, ma infine il concetto
"sorveglianza-tecnocontrollo" rimane;
David Lyon , che ha studiato la "filosofia della soveglianza" afferma
che il suo utilizzo moderno non sia differente
dall'uso medioevale della coercizione fisica.
"medioevale" significa che c'erano dei "padroni" e dei "servi"
(servi della gleba in particolare)
dobbiamo aspettare un altro lutero?
bolàgnakisses
jilt
ps: se consensuate mi sbatto e metto su seminario tema videocontrollo
sul wiki
baciòli
j