[NuovoLaboratorio] Haidi: Riflessioni sul processo di Genova…

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Aihe: [NuovoLaboratorio] Haidi: Riflessioni sul processo di Genova per i fatti del G8 del luglio 2001
lauro tornerà a genova martedì 10 maggio
gli verrà chiesto di riconoscere la pietra che fu trovata vicino a carlo
giuliani
sarà la stessa che lui vide quel pomeriggio in piazza alimonda?



> http://www.liberazione.it/giornale/050429/default.asp
>
> Che spettacolo quel comandante di polizia che dice: "Ma io sono tonto..."
> Riflessioni sul processo di Genova per i fatti del G8 del luglio 2001
> Haidi Giuliani
>
> Cara Liberazione,
> che ci vuoi fare, sono all'antica: "dottore"per me è una persona che ha
> conseguito una laurea, usa un lessico appropriato, conosce la consecutio e
> l'uso del congiuntivo. Non è questo il caso, eppure martedì scorso,
> nell'aula di Tribunale dove si svolgono le udienze del processo contro
> venticinque manifestanti accusati di devastazione e saccheggio per i fatti
> del G8 genovese, lo chiamano tutti così. Il "dottore" in questione è noto
> per la famosa performance di piazza Alimonda: "Bastardo! Tu l'hai ucciso,
> col tuo sasso, pezzo di m?", declama davanti alla telecamera, rivolto ad
> un ragazzo che dai gradini della chiesa aveva gridato "Assassini! ". Carlo
> è a terra; qualcuno tra i manifestanti aveva subito tentato di fermare il
> sangue che zampillava dalla ferita ma era stato allontanato con i
> lacrimogeni; un fotografo aveva tentato di riprenderlo da vicino ma era
> stato dissuaso a manganellate, tanto da ritrovarsi con il capo
> sanguinante, una tripla frattura al braccio e l'apparecchio fracassato.
>
> Lo sappiamo, l'abbiamo letto in diverse testimonianze, l'abbiamo visto in
> diversi filmati. Eppure all'udienza il "dottore" ha sostenuto più volte
> che la sua prima preoccupazione è stata quella di soccorrere Carlo
> Giuliani. Giacca di velluto nero, ciuffo teneramente ribelle, tono
> sommesso, quasi ossequioso, il nostro "dottore" nella veste di testimone
> interpreta un ruolo diverso: non è più il poliziotto aggressivo ma nemmeno
> il comandante responsabile, come sarebbe logico aspettarsi da un
> vicequestore, la più alta autorità presente in piazza, che aveva condotto
> gli uomini a lui affidati, stanchi e feriti ("avevano le vesciche ai
> piedi", ci ha confidato), all'attacco di "tre quattrocento manifestanti
> agguerriti e minacciosi". No, all'udienza preferisce il ruolo di persona
> confusa ed ingenua, perfino stupida. «Stupidamente, ha dichiarato, valutai
> male nell'immediato, poichè non avevo sentito nessuno sparo». Non conosce
> le strade, dice, non sa nulla di cortei e manifestazioni autorizzate,
> vuole solo tornare ai suoi mezzi, alla Fiera, al mare; per questo motivo
> prende la direzione opposta ma quando vede i facinorosi avanzare verso il
> suo reparto (dove li abbia visti è un mistero: i filmati mostrano
> chiaramente che in quel momento ci sono solo persone che passano in fondo
> alla via, al di là di una piccola barricata difensiva, lungo la
> massicciata della ferrovia) il senso del dovere è più forte e raccoglie le
> forze per "fronteggiarli". Una breve sosta davanti ai cassonetti e poi la
> ritirata, anzi la fuga: sono stati i Carabinieri a scappare per primi, ha
> tenuto a sottolineare, lui li ha seguiti. Nella confusione non si accorge
> delle camionette, non sente gli spari; si trova a settanta metri di
> distanza quando vede il corpo a terra e capisce subito che "non c'era più
> niente da fare". In seguito qualcuno prende Carlo a calci in faccia,
> qualcuno gli spacca la fronte con una pietra, qualcuno maneggia tra i suoi
> vestiti, ma il "dottore" di nuovo non vede, non sente, non dice; anzi:
> l'apparizione di una pietra insanguinata vicino al capo di Carlo, dopo che
> è stato circondato dagli uomini in divisa, secondo lui è un riflesso,
> un'illusione fotografica. Il "dottore" ha una sola certezza, e ci tiene a
> ripeterla: se i manifestanti non avessero tirato i sassi non sarebbe
> successo niente.