Autore: massimiliano.piacentini@tin.it Data: Oggetto: [Forumlucca] pochi Pacs avanti...
MATRIMONIO GAY: A SINISTRA POCHI ENTUSIASMI E MOLTI DUBBI
Nella Margherita, ovviamente, c'è più cautela. Alcuni dirigenti preferiscono
evitare l'argomento.
Roma. "Se vogliamo provare a concludere qualcosa, dobbiamo riuscire a tenere
ben distinti l'istituzione del matrimonio e il progetto del Pacs, il patto
di solidarietà, non solo tra gay ma anche tra persone di sesso diverso",
dice la diessina Anna Finocchiaro.
"Non va bene proporre oggi il matrimonio gay, ma c'è la necessità di
introdurre forme di convivenza".
Ci sono, nel centrosinistra (più a sinistra che al centro, ovviamente)
italiano, dei sostenitori della decisione del governo spagnolo di Zapatero
di dare il via libera ai matrimoni gay.
Ma sono decisamente una minoranza, molto probabilmente anche all'interno
dei
Ds. Dove anzi qualche dirigente annota perplesso: "E' soprattutto un gruppo
editoriale, quello dell'Espresso, a sponsorizzare ogni atto di Zapatero,
come se volesse creare apposta dei problemi? Tutti questi sostenitori di
Zapatero, per esempio, lo sanno che in economia non sta facendo niente?".
Lo stesso Romano Prodi ha raccontato al Corriere di aver detto chiaro, al
premier spagnolo, di non essere d'accordo, e pare frenare anche sulla
proposta del Pacs sottoscritta da molti ds.
Replica Maura Cossutta, dei Comunisti italiani: "Non sono d'accordo con
Prodi. C'è un problema non di realismo, ma di senso della realtà. Ci sono
atti che esigono coraggio politico. Io sono molto soddisfatta delle
decisioni di Zapatero". Ma tutti, sostenitori e detrattori, sanno che in
Italia, per ora, parlare di matrimoni gay è assolutamente irreale. E anzi,
una discussione del genere rischia di far finire nelle sabbie mobili la
stessa approvazione del Pacs, che langue in commissione. "Solo con lo
scontro e il radicalismo questi problemi non troveranno mai una soluzione
?
avverte Elena Montecchi, vicecapogruppo dei Ds a Montecitorio ? mentre
sarebbe possibile trovare intese in Parlamento, anche con molti deputati
della Margherita". La Montecchi fa l'esempio della "brutta legge sulla
procreazione assistita, che comunque con un nostro emendamento abbiamo reso
possibile pure per le coppie di fatto". Perciò, aggiunge, "si accomodi pure
chi, anche nel nostro partito, vuol procedere attraverso lo scontro: avrà
tre dichiarazioni in più sui giornali, ma dal punto di vista concreto non
sarà fatto un solo passo in avanti". Sorride Fabio Mussi, vicepresidente
della Camera, uno dei primi estimatori italiani di Zapatero: "Mi contento
del Pacs, che rappresenta già un bel passo avanti". Un'altra diessina, Katia
Zanotti, definisce "condivisibilissimo" il programma di Zapatero, anche
se
racconta: "Trovo la battaglia per i matrimoni gay una battaglia di
conservazione, anziché di innovazione. Un'istituzione tradizionale,
classica. Tuttavia, l'idea di arrivare a un riconoscimento reciproco, anche
attraverso il matrimonio, è più che comprensibile. Procediamo con
gradualità. Adesso portiamo avanti il Pacs, ma è il minimo assoluto. La
battaglia non si ferma". Quasi le stesse parole adopera Graziella Mascia,
di
Rifondazione comunista: "Si tratta del minimo indispensabile. Se poi c'è
chi
desidera il matrimonio?". Sostenitrice di Zapatero, "meraviglioso", anche
la
Mascia non condivide le cautele di Prodi: "Non sono d'accordo con la sua
posizione: se nel programma dell'Unione non c'è come minimo il Pacs, non
si
qualifica". Appunto: mettere il Pacs nel programma. Lo chiede il liberal
diesse Enrico Morando, che afferma sicuro: "Nella prossima legislatura sarà
legge". Maura Cossutta non vedrebbe male intrecciare il Pacs con il prossimo
referendum perché, spiega, "c'è sempre un testo e un contesto, e un voto
favorevole può garantire il contesto per l'approvazione del Pacs".
Nella Margherita, ovviamente, c'è più cautela. Alcuni dirigenti preferiscono
evitare l'argomento. Altri, come il coordinatore Dario Franceschini,
spiegano: "Condivido totalmente Prodi. Non è pensabile equiparare le coppie
di fatto, soprattutto dello stesso sesso, alla famiglia. Poi, nel merito
si
può discutere". E la proposta di Pacs già in commissione? "Nel merito,
appunto, la proposta mi pare un po' spinta". Ma spiega Enzo Carra: "Qualcosa
sul piano delle unioni di fatto bisognerà fare, ma è escluso nel modo più
tassativo, dal mio partito, il matrimonio". Una proposta nero su bianco
nel
programma dell'Unione? "Con tutte le cautele del caso ? ammette Carra ?
sarebbe illusorio pensare a un programma senza riferimenti a questi temi.
Il
ricorso indiscriminato alla libertà di coscienza non è sempre la cosa
migliore". Sfumature non di poco conto, nel centrosinistra. Tema destinato
probabilmente a crescere d'interesse, con l'avvicinarsi della data del
referendum. Testo e contesto, appunto. Che oggi però non appassiona Clemente
Mastella. Il leader dell'Udeur per il momento è alle prese con la formazione
della giunta delle Marche, cerca inutilmente Rutelli e minaccia di uscire
dal centrosinistra. Così, a domanda risponde: "In altri tempi avrei detto:
la mia opinione coincide con quella di Prodi. Oggi non coincide". Sbuffa
Elena Montecchi: "Ora c'è questa idea che ciò che fa Zapatero è il baluardo,
il punto di riferimento per la sinistra mondiale. Francamente, come idea
pare un po' provinciale". (27/04/2005).
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