COBAS
del Lavoro Privato SETTORE COMUNICAZIONI
Aderente a COBAS - CONFEDERAZIONE DEI COMITATI DI BASE
Sede nazionale: Viale Manzoni, 55 - 00185 ROMA - Tel. 0677591926 - Fax 0677206060
Sito internet: http:\\www.cobas.it e-mail: tlc@???
I frutti delle esternalizzazioni cominciati nel 2001 con il placet di sindacati
confederali e governo (di centro sinistra) si cominciano a vedere :
- Un morto a Napoli nel settore EX-LOGISTICA (ora TNT logistic Italia)
- proteste clamorose nel settore AUTOPARCO NAPOLI ( ora TARGA FLEET) contro
minacce di chiusura e trasferimenti al nord italia
- Licenziamento in tronco per SETTORE IMMOBILIARECOBAS
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Telemaco Immobiliare ha avviato ieri le procedure di licenziamento collettivo per chiusura attività
CESSIONI DI RAMO?!
SOLO LICENZIAMENTI E PRECARIETA'!!!
52 licenziamenti per altrettanti colleghi/e che diversi anni fa Telecom Italia aveva scaricato tramite cessione di ramo. E' inutile dire che allora, come in tutte le altre cessioni, i vertici della nostra azienda si prodigarono per convincere i malcapitati lavoratori della bontà dell'operazione. In questi anni i nostri dirigenti hanno ripetuto sempre la stessa cantilena: "Telecom si deve concentrare sul core business; i partner scelti per la cessione sono aziende leader nel settore; i lavoratori avranno nuove e più grandi opportunità.".
Tanta, e solo, aria fritta, per mascherare l'evidente espulsione di personale messa in atto dagli speculatori finanziari che, a più riprese, hanno scalato Telecom Italia.
In pochi anni queste cordate finanziarie, capeggiate da Colaninno prima e Tronchetti dopo, hanno letteralmente spolpato l'intero gruppo, per ripianare i debiti accumulati nella scalata, razziandone il patrimonio immobiliare e cedendo decine di aziende e/o pezzi di azienda, distruggendo il più grande polo informatico italiano e cancellando migliaia di posti di lavoro, in particolare nelle regioni del sud.
E, mentre il banchetto è ancora in corso, il conto salato lo iniziano a pagare i primi lavoratori ceduti: qualche giorno fa è esploso il caso dei nostri "ex"colleghi della MOTORIZZAZIONE di Napoli (ORA Targa Fleet) che si sono arrampicati sui tetti del Centro Direzionale per opporsi ai trasferimenti a Firenze; i colleghi di TNT hanno ripetutamente subito chiusure di sedi e demansionamenti; decine di colleghi di MP facility in tutta Italia si ritrovano attualmente senza attività; ora la chiusura di Telemaco Immobiliare srl con i 52 licenziamenti.
I colleghi di Telemaco hanno, per fortuna, avuto la lungimiranza di avviare da tempo le cause individuali per impugnare la finta cessione di ramo e l'espulsione dall'azienda, vincendo in primo grado dove il Giudice ha riconosciuto loro il diritto al reintegro in Telecom Italia.
CHIEDIAMO, A QUESTO PUNTO, CHE TELECOM ITALIA DIMOSTRI ALTRETTANTA LUNGIMIRANZA, RITIRANDO IL RICORSO IN APPELLO E REINTEGRANDO IMMEDIATAMENTE I COLLEGHI IN AZIENDA.
Invitiamo, inoltre, tutti i colleghi/e a riflettere su quanto sta accadendo, perché mentre le "sirene" confederali continuano a tranquillizzare sul futuro dei lavoratori ceduti, l'azienda procede indifferente nell'espulsione di personale, ultima quella in corso dei 105 colleghi dei CTS distribuiti in ben 8 regioni.
E' giunto il momento di costruire incisive mobilitazioni, di tutti e tutte, al fine di garantire il futuro occupazionale di tutti i colleghi ceduti in questi anni, bloccare definitivamente ogni ulteriore speculazione che Tronchetti & soci hanno ancora in progetto di fare sulla nostra pelle, salvaguardare i livelli occupazionali in tutte le regioni d'Italia.
Roma, 29 aprile 2005
Telemaco Immobiliare ha avviato ieri le procedure di licenziamento collettivo per chiusura attività
CESSIONI DI RAMO?!
SOLO LICENZIAMENTI E PRECARIETA'!!!
52 licenziamenti per altrettanti colleghi/e che diversi anni fa Telecom Italia aveva scaricato tramite cessione di ramo. E' inutile dire che allora, come in tutte le altre cessioni, i vertici della nostra azienda si prodigarono per convincere i malcapitati lavoratori della bontà dell'operazione. In questi anni i nostri dirigenti hanno ripetuto sempre la stessa cantilena: "Telecom si deve concentrare sul core business; i partner scelti per la cessione sono aziende leader nel settore; i lavoratori avranno nuove e più grandi opportunità.".
Tanta, e solo, aria fritta, per mascherare l'evidente espulsione di personale messa in atto dagli speculatori finanziari che, a più riprese, hanno scalato Telecom Italia.
In pochi anni queste cordate finanziarie, capeggiate da Colaninno prima e Tronchetti dopo, hanno letteralmente spolpato l'intero gruppo, per ripianare i debiti accumulati nella scalata, razziandone il patrimonio immobiliare e cedendo decine di aziende e/o pezzi di azienda, distruggendo il più grande polo informatico italiano e cancellando migliaia di posti di lavoro, in particolare nelle regioni del sud.
E, mentre il banchetto è ancora in corso, il conto salato lo iniziano a pagare i primi lavoratori ceduti: qualche giorno fa è esploso il caso dei nostri "ex"colleghi della MOTORIZZAZIONE di Napoli (ORA Targa Fleet) che si sono arrampicati sui tetti del Centro Direzionale per opporsi ai trasferimenti a Firenze; i colleghi di TNT hanno ripetutamente subito chiusure di sedi e demansionamenti; decine di colleghi di MP facility in tutta Italia si ritrovano attualmente senza attività; ora la chiusura di Telemaco Immobiliare srl con i 52 licenziamenti.
I colleghi di Telemaco hanno, per fortuna, avuto la lungimiranza di avviare da tempo le cause individuali per impugnare la finta cessione di ramo e l'espulsione dall'azienda, vincendo in primo grado dove il Giudice ha riconosciuto loro il diritto al reintegro in Telecom Italia.
CHIEDIAMO, A QUESTO PUNTO, CHE TELECOM ITALIA DIMOSTRI ALTRETTANTA LUNGIMIRANZA, RITIRANDO IL RICORSO IN APPELLO E REINTEGRANDO IMMEDIATAMENTE I COLLEGHI IN AZIENDA.
Invitiamo, inoltre, tutti i colleghi/e a riflettere su quanto sta accadendo, perché mentre le "sirene" confederali continuano a tranquillizzare sul futuro dei lavoratori ceduti, l'azienda procede indifferente nell'espulsione di personale, ultima quella in corso dei 105 colleghi dei CTS distribuiti in ben 8 regioni.
E' giunto il momento di costruire incisive mobilitazioni, di tutti e tutte, al fine di garantire il futuro occupazionale di tutti i colleghi ceduti in questi anni, bloccare definitivamente ogni ulteriore speculazione che Tronchetti & soci hanno ancora in progetto di fare sulla nostra pelle, salvaguardare i livelli occupazionali in tutte le regioni d'Italia.
Roma, 29 aprile 2005
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