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Sent: Wednesday, April 27, 2005 3:29 PM
Subject: [red_link] C'è del marcio in campania
C'è del marcio.. in Campania!!
Nelle ultime settimane si sono succeduti numerosi episodi di cronaca (non solo in Campania) che hanno visto carabinieri e poliziotti inquisiti ed arrestati. Non è una novità sconvolgente. Basta seguire, con certosina attenzione ed infinita pazienza, le pagine interne, quelle più remote, dei vari giornali e, quotidianamente, è possibile prendere atto di come il fenomeno dei cosiddetti tutori dell'ordine collusi ed integrati con il sistema affaristico e criminale non sia un caso ascrivibile alla particolarità/specificità di questa o quella situazione territoriale e/o ambientale. Questa epidemia generalizzata di "mele marce" (per usare un termine caro alla esecrazione borghese che si dispiega all'indomani di ogni avvenimento di questo tipo) si configura, oramai, come un dato costante, vivo ed agente, caratteristico del normale funzionamento degli istituti preposti al monopolio ed all'uso della forza statale ed all'amministrazione della universalistica giustizia di parte capitalistica.
A Napoli - però - stiamo assistendo al costante ripetersi di alcuni avvenimenti che meritano un supplemento d'attenzione, e lo squillo di un campanello d'allarme per l'intero movimento, non fosse altro per le dimensioni assunte dal fenomeno e per gli oggettivi legami con il complesso dei poteri forti che, sempre più ed in maniera palese, è possibile iniziare ad individuare sullo sfondo di tali vicende.
Alcuni parziali e sintetici dati:
· A pochi mesi dalla data delle elezioni regionali a Frattaminore - un comune dell'area Nord di Napoli nell'epicentro di una zona investita della più vasta e nota guerra di camorra che, da mesi, insanguina il territorio - l'intero direttivo della sezione dei DS, tra cui alcuni membri del Comitato Politico Provinciale, è stato arrestato per associazione a delinquere, estorsione aggravata e violenza privata. Nelle intercettazioni telefoniche, rese note dalla Procura, il tono e la sostanza delle conversazioni degli inquisiti è dichiaratamente esplicito nel formulare minacce di morte e rappresaglie di vario tipo per chi osasse ostacolare il sodalizio criminale in corso;
· Durante la campagna elettorale, più volte, le scaramucce polemiche tra De Mita e Bassolino riguardanti la gestione del business della sanità hanno travalicato la rituale vis propagandistica ed hanno assunto il linguaggio cripto ed allusivo tipico di chi manda segnali e messaggi trasversali in merito ad un affaire che ha raggiunto, clamorosamente, cifre e dimensioni finanziarie tra le più alte dell'Unione Europea;
· L'intera campagna elettorale, dal processo di formazione delle liste dei partiti alla previsione dei futuri assetti di governo e di potere, è stata caratterizzata da una vera e propria trasmigrazione di uomini politici chiacchierati dalle fila della Casa delle Libertà a quelli dell'Unione. A beneficiarne sono stati la Margherita, l'Udeur e lo SDI i cui risultati elettorali in seggi e quartieri, classificati, abitualmente, ad alta intensità camorristica, sono stati eclatanti e sorprendenti. La sola Forza Italia ha perso, in Campania, circa 500.000 voti non tanto e non solo per il rovinoso corso politico del berlusconismo ma, in gran parte, a causa dell'avvenuta frantumazione del blocco sociale di riferimento ed il suo pilotato esodo verso lidi ed approdi più rassicuranti. Gli stessi DS, che pure vantano fiorenti e consolidati rapporti con settori importanti dell'economia, del commercio e delle professioni, hanno dovuto adeguarsi a questo stupefacente trend delle rinate e rinvigorite forze del Centro dello schieramento partitico e già si stanno predisponendo ad una nuova rimodulazione dei dispositivi di governance, di rappresentatività e di mediazione programmatica ed istituzionale di natura neo/centrista ed ulteriormente moderata;
· A Castellamare di Stabia, a poche ore dalla chiusura delle operazioni di voto, la candidata a sindaco di una eterogenea coalizione invisa, da tempo, a Bassolino ed alla Federazione Provinciale dei DS, Ersilia Salvato, ha denunciato pubblicamente l'invasiva ed asfissiante presenza della camorra durante l'intero periodo elettorale fino all'esercizio di esplicite minacce a ridosso dei seggi. Il candidato a sindaco, sponsorizzato da Bassolino, Salvatore Vozza, già dirigente nazionale del Correntone diesse, ha liquidato, sbrigativamente, come fantasie le denunce della Salvato provocandone le immediate e sdegnate dimissioni dalla Direzione Nazionale e dallo stesso partito dei Democratici di Sinistra;
· Il 4 aprile scorso, a spoglio elettorale appena eseguito, la Procura della Repubblica ha arrestato l'intero vertice della ASL Napoli 2. Manager, funzionari di vario ordine e grado - tutti di nomina politica effettuata dal Centro/Sinistra nel corso degli ultimi anni - medici, imprenditori ed alcuni carabinieri sono stati inquisiti per un ammanco di 18 milioni di euro, per continue truffe e raggiri effettuati ai danni delle casse regionali e, di converso, per l'aver procurato, deliberatamente, la penalizzazione della qualità e degli standard delle prestazioni sanitarie effettuate ai cittadini ammalati;
· Pozzuoli: è in questa città che si sta consumando il più pernicioso e complesso degli scandali in corso. Nonostante l'inchiesta è ancora agli inizi, mentre sono comunque in atto tutti i tentativi di sminuire ed occultare le colossali dimensioni del pasticciaccio, possiamo già iniziare a delineare una prima fotografia del caso sulla base, purtroppo, delle sole notizie riportate dalla stampa. Una intera caserma dei carabinieri (..di medie dimensioni) messa sotto accusa, tra cui un generale dei ROS, tale Sabato Palazzolo. Per i giudici a Pozzuoli, e non solo, era in corso una attività criminale attraverso ".un vero e proprio comitato politico/mafioso affaristico che coinvolgeva ambienti politici ed istituzionali, finalizzato alla salvaguardia di interessi illeciti e senz'altro contigui, se non interni, alle associazioni camorristiche" Del resto la zona puteolana, nonostante la grande mole di progetti di ristrutturazione urbanistica e territoriale e gli svariati piani di riqualificazione ambientale in corso, con conseguente pioggia di finanziamenti statali e comunitari, non è attraversata da nessuna guerra di camorra. Anzi in tutta l'area vige una sorta di pax mafiosa a cui, da ciò che sta emergendo dal verminaio dell'inchiesta sui carabinieri, non sono estranee le forze di polizia con i loro collaudati addentellati tra i clan e gli esponenti del potere politico;
Ci fermiamo qui con l'elencazione dei fattacci più eclatanti, relativamente agli ultimi mesi, anche se è utile ricordare che la Campania detiene, da anni, il primato per numero di esponenti di forze dell'ordine (ed anche di alcuni giudici) inquisiti per espliciti fatti di camorra e di acclarata concussione con le corruttele istituzionali.
La riflessione che vogliamo svolgere, ed ulteriormente approfondire con tutti i necessari arricchimenti del caso, è la seguente: tutte le trattazioni delle vicende riguardanti la criminalità organizzata sostengono, fondatamente, che non può definirsi una fenomenologia di questo tipo senza considerare l'intero ventaglio degli aspetti che la compongono (la rilevante disponibilità economica, la piramidale struttura associativa, il consenso ed il radicamento territoriale e - soprattutto - i diversificati intrecci con il potere politico ed istituzionale).
UN INTERMEZZO SU CUI RITORNARE IN FORMA PIU' COMPIUTA:
La situazione napoletana mostra - in forma plateale - la crisi e l'interessata ipocrisia a proposito delle cosiddette politiche di Tolleranza Zero ossia della continua rappresentazione sui media e nella società delle "emergenze sociali" nutrimento essenziale del complesso laboratorio poliziesco con cui si sperimentano le strategie e le pratiche di controllo sulle "devianze".
I continui coinvolgimenti nel malaffare delle figure simboliche (e concrete) di chi dovrebbe difendere il cittadino dalla dilagante insicurezza non sono episodici schizzi di fango ma rappresentano una evidente patologia antisociale congenita al funzionamento dei moderni apparati di controllo e di repressione dello stato. Naufraga - quindi - clamorosamente questa sorta di delirio collettivo imposto in forma coattiva e pervasiva da una sapiente quanto isterica campagna d'ordine.
Volendo parasafrare il bel libro di Alessandro De Giorni, Zero Tolleranza, possiamo registrare la fine ingloriosa. di questo oggetto del desiderio dell'ultimo incubo americano di cui il provincialismo italiano aveva fatto un sogno!!
Tutto questo - ancora di più - quando vogliamo descrivere un fenomeno sociale di questo tipo (come la camorra) che vive e prospera in una metropoli imperialistica con le conseguenti, ed obbligate, correlazioni derivanti dalla globalizzazione dei mercati.
Su questo concetto se interroghiamo un qualsiasi studioso, sociologo o magistrato questi ci risponderà - correttamente - che, probabilmente, abbiamo scoperto l'acqua calda!!
Infatti tutta la letteratura esistente in materia, ci descrive come la vigenza e l'azione dei poteri criminali è sempre innervata con un indispensabile retroterra politico e finanziario "pulito" il quale è, intimamente, connesso al mastodontico sviluppo economico e transnazionale della moderna criminalità.
Anche se ogni sera dagli schermi televisivi siamo costretti a subirci la volgare paccottiglia che nemmeno il Minculpop del regime fascista avrebbe saputo eguagliare: dai carabinieri, alla PP. SS., dalla finanza alla forestale, senza scordarsi il buono e simpatico commissario o il prete di turno, meglio ancora se si tratta di un prete sbirro.
Ritornando alla Campania non è un caso che conosciamo, in maniera esauriente, tutti i fatti ed i misfatti accaduti, su questa questione, almeno dall'unità d'Italia fino alla stagione di Tangentopoli agli inizi degli anni '90[1].[2]
Con il crollo dei partiti della Prima Repubblica (la DC di Gava, di Scotti, di Pomicino; il PSI di Di Donato, di Conte; il PLI di De Lorenzo.lo stesso PCI napoletano fu coinvolto nella Tangentopoli partenopea con l'arresto del deputato Berardo Impegno e del segretario della federazione, già presidente della Lega delle Cooperative, Benito Visca), con la fine della fiorente stagione dell'Intervento Straordinario (Cassa per il Mezzogiorno, Partecipazioni Statali) e con l'ascesa a Sindaco, per la prima volta attraverso la legge dell'elezione diretta del primo cittadino, di Antonio Bassolino (1993) si è prodotta una gigantesca e mistificante operazione mediatica la quale ha cancellato, dai grandi network dell'informazione locale, nazionale ed internazionale, ogni possibile riferimento, relazione o allusione tra un potere politico impegnato nella celebrazione dei fasti di un nuovo Rinascimento napoletano e la cruda realtà della cronaca quotidiana con le centinaia di morti ammazzati sul ciglio delle strade, i rigogliosi fiumi di droga in tutti i quartieri e la asfissiante pervasività della camorra in ogni aspetto della vita sociale.
Questo vero e proprio miracolo napoletano si è potuto imporsi grazie ad un abile operazione la quale, con l'ausilio di potenti lobby economiche interessate al nuovo corso bassoliniano, ha rovesciato la situazione reale della città e della regione delineando una idea/forza da far affermare assolutamente astratta ed un immaginario completamento falso2.
Nella realtà si è consolidata una autentica favola metropolitana dove l'ex operaista di Afragola, accreditato ed insediato nei salotti buoni, è diventato una sorta di Re Mida che tutto trasforma e valorizza incarnando, nei gesti e nelle azioni, la retorica stantia del "nuovo contro il vecchio"!!
Abbiamo assistito - quindi - a disinvolte gimcane politiche e programmatiche dove Bassolino è riuscito, previo depotenziamento preventivo di ogni forma di dissenso e di conflitto sociale che potesse disturbare il manovratore, qualcuna persino in qualche partito alleato, ad edificare un articolato sistema di potere utilizzando, a piene mani, tutte le potenzialità offerte dalle nuove competenze e disponibilità dell'ente/Regione.
Appalti ed esternalizzazioni continue di servizi pubblici fondamentali, uso massiccio dell'enorme mole di contributi europei in maniera fortemente discrezionale ed in direzione di aziende ed imprese, ricche consulenze esterne affidate alla pletora degli studi professionali che costituiscono autentici covi dell'affarismo speculativo, rimodellamento in senso marcatamente presidenzialista ed autoritario dello Statuto Regionale in modo da edulcorare e diluire ogni possibile "opposizione".
Insomma le varie amministrazioni Bassolino hanno coniugato un mastodontico processo di deregolamentazione sociale[3] accanto ad una nuova stagione di sostegno alle imprese[4] ed ai loro progetti di valorizzazione e di speculazione sul territorio campano riuscendo ad agglutinare una trama di interessi e di connivenze la quale è alla base delle sue performance elettorali.
Del resto che questo filo nero sia stabilmente consolidato - ben oltre le strette delimitazioni delle forze politiche che compongono il Laboratorio Campano coinvolgendo, spesso, in forme trasversali e consociative, uomini, partiti ed interessi che si richiamano, almeno formalmente allo schieramento berlusconiano - è, platealmente, esemplificato dal fatto che, in Campania, le forze del centro/destra, pur partendo da una buona dote elettorale, sono state incapaci di costruire un gruppo dirigente in grado di proporsi come credibile alternativa a Bassolino.
Anzi, puntualmente, ad ogni snodo di crisi politica, ad ogni passaggio elettorale lo schieramento di centro/destra perde forze verso la marmellata bassoliniana e le sue ammalianti e convincenti sirene.
In questo scenario - che per qualcuno potrebbe anche apparire particolarmente manicheo nei confrontidi Bassolino ma che riteniamo oggettivo ed inconfutabile se osserviamo lo svolgimento delle vicende politiche e sociali - è possibile ipotizzare, come, paradossalmente, fa qualche anima bella dell'anticamorra di Palazzo[5], che, in Campania, la criminalità organizzata è una dimensione ascrivibile alle sole bande di quartiere senza nessun referente politico ed istituzionale?
Noi riteniamo - sulla base di deduzioni politiche - che non può darsi un consolidato assetto di potere, per un così lungo periodo, senza stipulare patti, accordi e sinergie con gli interessi dei poteri criminali ed i loro diversificati rappresentanti.
Se questo principio, sempre testato nelle dinamiche sociali, è facilmente riscontrabile in Sicilia ed in ogni territorio interessato da un forte insediamento di economia criminale ed extra/legale perché non dovrebbe essere valido a Napoli?
Per quale motivo nella Campania Felix i fenomeni criminali assumerebbero un profilo esclusivamente militare a scapito della dimensione alta? Dove sono state accantonate tutte le teorizzazioni sui colletti bianchi, sui quarto livello, sullo storico intreccio camorra/politica?
Questa - banale - domanda, a cui molti, anche nella cosiddetta sinistra d'alternativa sfuggono, arrovella i nostri pensieri e ci sollecita ad implementare, tra i compagni tutti, uno sforzo di inchiesta e di ricerca per ridisegnare la mappatura del potere a Napoli, fuori da ogni fuorviante e retorica sociologia d'accatto, in direzione di una rinnovata soglia politica e qualitativa delle lotte proletarie e popolari adeguata alle nuove condizioni dello scontro.
Già in tanti, nuovi e vecchi apologeti di Bassolino, molti con il passato da terribili rivoluzionari, tessono le magnifiche sorti a questo uomo della provvidenza accorrendo, in maniera scomposta, al tavolo degli affari.
Sarebbe ora che quanti auspicano un altro mondo possibile, ad un vero e radicale mutamento dello stato di cose presenti, e non si sono rassegnati allo stucchevole sotto/riformismo (senza riforme!) di Antonio Bassolino diano un colpo d'ala liberatorio verso l'asfissiante e totalizzante normalità alimentata dell'ex operaista di Afragola!!
a cura dei compagni di
RED LINK
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[1] In particolare per il periodo riguardante le storie di Camorra, da dopo il secondo conflitto mondiale all'epopea di Cutolo passando per la stagione del dopo/terremoto, sono particolarmente efficaci gli studi dello storico Barbagallo, del diessino Sales ed alcuni opuscoletti editi dall'Unità in quel periodo in cui sono analizzate tutte le compenetrazioni tra il sistema di potere dominante, la cosiddetta economia pulita ed il ruolo delle varie aggregazioni criminali. Colpisce - però - che questi stessi autori, all'indomani dell'ascesa al governo della sinistra, abbiano rimosso dalle loro, argute, riflessioni ogni riferimento ed allusione all'attuale stadio delle relazioni tra poteri criminali e mondo della politica ufficiale. Eppure - cifre ufficiali alla mano - il fenomeno della camorra si è continuato a sviluppare in tutti i campi adeguandosi e rimodellandosi al nuovo scenario politico e sociale;
2 E' dalle settimane del G/7 (1994) che a Napoli si è realizzato un potente sodalizio tra il nuovo assetto (post/tangentopoli) del potere regionale ed i grandi gruppi finanziari interessati a Napoli ed al Sud Italia. Non è un caso, che sulle ceneri del vecchio compromesso sociale gestito dai democristiani, è nato un modello di relazioni economiche e sociali - con proiezioni internazionali a NewYork ed a Londra, vedi l'affare BOC e la svendita dell'aeroporto di Capodichino all'inglese BEA - il quale costituisce una forte credenziale per Bassolino e l'intero suo enturage;
[3] Dopo circa 12 anni tutti i fondamentali progetti del Laboratorio Campano - dalla bonifica di Bagnoli allo sviluppo ed al risanamento ambientale di Napoli Est fino al rompicapo del Centro Storico - sono, tristemente, al palo. Nel frattempo si sono persi decine e decine di migliaia di posti di lavoro, è cresciuta l'area della precarietà e del lavoro povero, mentre la camorra continua a sparare e trova nuova legittimità sociale come testimoniano le frequenti rivolte popolari di massa contro qualche arresto di esponenti dei clan;
[4] La Regione è stata in prima fila nella sponsorizzazione del CIS e dell'Interporto di Nola, del Tarì di Marcianise, ha favorito l'apertura dell'Ipercoop ad Afragola, di Ikea, di Mandi, di varie strutture di multisale cinematografiche senza nessun controllo (oltre quello clientelare) sulle condizioni dei lavoratori e sugli impatti ambientali e socio/economico di queste strutture. Inoltre attraverso il, classico e mai tramontato, sistema dei lavori pubblici si sono elargiti fondi e prebende a ditte ed a consorzi sulla cui limpidezza è saggio avere molti, ma molti, dubbi. E poi, ancora, l'Alta Velocità, la Metropolitana Regionale, l'affaire Rifiuti con i Termovalorizzatori, le discariche, i CDR, i trasporti della monnezza in Germania, il capitolo Sanità, la privatizzazione dell'acqua, le svendite del patrimonio immobiliare, i fondi agricoli ed al comparto agro/industriale, la disponibilità verso il complesso militare/industriale ad ospitare l'insediamento di nuove basi militari..c'è materia su cui lavorare per un utile lavoro di controinformazione militante;
[5] Recenti dossier della Direzione Investigativa Antimafia, descrivendo la potenza finanziaria della Camorra, paragonano, grosso modo, la movimentazione economica riscontrabile in un anno alle cifre di una media Legge Finanziaria dello stato italiano. A questo punto continuare a rappresentare la Camorra come espressione del boss e del guappo di quartiere ci sembra un dato oleografico diffuso, proditoriamente, per opacizzare ed annacquare le reali dimensioni ed interrelazioni di questo fenomeno;
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