[NuovoLaboratorio] Burlando: "Partiamo dalle fregate"

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Author: brunoa01@aleph.it
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Subject: [NuovoLaboratorio] Burlando: "Partiamo dalle fregate"
lavoro repubblica

Il presidente della Regione chiede al neoministro Claudio Scajola di impegnarsi nella risoluzione della delicata questione
Burlando: "Partiamo dalle fregate"
"Sì alla collaborazione istituzionale, ecco il primo banco di prova"

"La strada è il decreto sulla competitività, sono in giochi migliaia di posti di lavoro"
"Un´emergenza alla volta, poi toccherà a Piaggio, Ferrania, Finmeccanica, Esaote"
MASSIMO MINELLA


Non ha toccato nulla della stanza del suo predecessore. «Non mi sono mai occupato di queste cose, non lo farò adesso», dice Claudio Burlando, il presidente della Regione che brucia le sue prime giornate alla guida della Liguria fra incontri e telefonate. Si muove per la stanza e dà un´occhiata fuori dalla finestra («questo è il cuore di Genova e Genova è il cuore della Liguria») lasciando intendere che la sede di De Ferrari è azzeccata, perlomeno dal punto di vista logistico. Poi si siede al tavolo rotondo del salone della presidenza, fra due archi che il governatore Sandro Biasotti aveva fatto erigere in una curiosa tripartizione degli spazi, e commenta l´invito di Repubblica a una collaborazione istituzionale inedita quanto potenzialmente dirompente, quella con il neoministro alle Attività Produttive Claudio Scajola. «Sì - spiega - E´ uno stimolo positivo che mi sento di condividere, perché credo nella collaborazione istituzionale, come ho già detto a Berlusconi e a Letta».
L´occasione gli viene offerta da un Berlusconi bis ancora in attesa di fiducia, ma per cui ha già giurato come ministro delle Attività Produttive Claudio Scajola. Un ligure, già agli Interni, poi allontanato dal governo per due anni, poi rientrato all´Attuazione del Programma, oggi al vertice di un dicastero fondamentale per lo sviluppo del Paese e di una Liguria non più ancorata alla grande industria, ma non ancora in grado di reggersi in piedi con l´hit tech e i servizi. Ecco perché il dialogo con la Regione, se costruttivo, può rappresentare la carta vincente per il decollo. L´elenco delle operazioni oggi al palo e in attesa di soluzione è lungo e un po´ mortificante, dalle fregate della Fincantieri alla Ferrania, dalla Piaggio all´Esaote, passando ovviamente per Cornigliano e gli Erzelli. Temi in cui gli sforzi del ministero delle Attività Produttive e della Regione, dei due Claudi insomma, può essere coincidente. «Io non voglio fare elenchi, preferisco muovermi un problema per volta - taglia corto Burlando - così farò nel mio mandato, cercando le soluzioni migliori per il territorio. E secondo me il primo problema da affrontare e da risolvere è quello delle fregate che devono essere costruite dalla Fincantieri». Non è un caso che, poche ore dopo la sua proclamazione, Burlando sia corso a Sestri Levante per un consiglio comunale aperto a sette amministratori e tre province, alla regione, ai parlamentari e ai sindacalisti. «E´ un stato un segnale forte - racconta - e io credo che debba essere raccolto. Ecco, se il governo vuole fare qualcosa per la Liguria sblocchi questa vicenda che ha del paradossale. Quando ero al governo, il ministro Ciampi ci ricordava che gli accordi internazionali entravano direttamente in Finanziaria senza nemmeno essere discussi. Erano accordi internazionali ed erano stati decisi dal Paese. E proprio questa è la situazione delle fregate, visto che siamo in presenza di un accordo fra Italia e Francia». Accordo firmato con tutti i crismi nell´ottobre del 2004: 27 fregate per le due marine militari, dieci per l´Italia, diciassette per i francesi che partono subito e iniziano a far lavorare i loro cantieri. E in Italia? Niente, un mese dopo l´altro, un annuncio dopo l´altro, mentre il lavoro nei cantieri militari di Riva Trigoso e del Muggiano si riduce e rischia di entrare in crisi dal 2006. In gioco ci sono due miliardi di euro e lavoro per dodici anni, ma anche il futuro dei dipendenti dei cantieri, milleottocento, degli impiegati della sede della direzione di Genova, cinquecento, delle altre aziende coinvolte (Oto Melara) e dell´indotto allargato: totale, malcontati, cinquemila dipendenti. «L´unica strada percorribile è quella dell´inserimento delle fregate nel decreto per la competitività - continua Burlando - La commissione Bilancio ha bocciato nelle scorse settimane il finanziamento, ma bisogna insistere, bisogna arrivare a inserire un emendamento che in sede di conversione diventi automaticamente operativo». A Scajola arriva un invito diretto, preciso. «Collaborazione istituzionale? Cominciamo da qui, ho già fatto avere un messaggio al ministro - svela - Le altre questioni le affronteremo più tardi. Dia un segnale preciso, anche perché siamo di fronte a una questione che sostanzialmente è solo nelle mani del governo, del Tesoro e delle Attività Produttive. Quindi, se vogliono dare un segnale di attenzione all´industria ligure possono farlo. Nessuno è contrario a questa operazione, facciamo partire il programma anche con meno risorse, facciamo partire il taglio delle lamiere, ma arriviamo a una soluzione. Siamo in una regione orientata verso il centrosinistra, tuttavia il rapporto istituzionale è sempre auspicabile».


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