"Fermare le deportazioni", "Chiudere il Centro di detenzione di via Corelli", questi i due striscioni che sono stati dapprima in piazza San Babila mentre passava il corteo della manifestazione ufficiale e poi sul ponte della tangenziale est, per farli vedere ai detenuti del Centro. Il nostro presidio, però, questa volta è stato bloccato ben prima della strada che porta al Centro, sul cavalcavia dove solitamente vengono bloccate le manifestazioni. All'interno del Centro, mentre i detenuti erano nuovamente saliti sui tetti, sono potuti entrare unicamente Luciano Muhlbauer e Piero Maestri, consiglieri regionale e provinciale di Rifondazione. Mentre loro erano in colloquio con una delegazione di detenuti, i quali hanno rinnovato le loro richieste, il presidio ha formato un corteo dirigendosi verso luoghi meno periferici della città. In tarda serata, alcune persone sono ritornate nelle vicinanze del Centro, per ascoltare quello che i detenuti avevano comunicato ai consiglieri. Libertà per tutti e nessuna deportazione, inoltre, un altro incontro con la prefettura, sono queste le loro richieste, ma la prefettura ha fatto sapere che non è disponibile ad alcun nuovo incontro e che da oggi avrebbe impedito l'entrata al Centro ad alcune persone, accusate di destabilizzarlo. Lì, di fronte al Centro, la polizia ha proceduto ad alcune identificazioni con il chiaro intento di individuare i non cittadini italiani.
Mercoledì alle 21 il Comitato d'appoggio si trova in via Confalonieri 10, alla sede di rifoClub, per discutere le prossime tappe in vista della mayday che aprirà con uno striscione su Corelli seguito da tutte le realtà migranti.
Ricordiamo inoltre che domani alle 12.30 c'è la seconda udienza del processo a Gisella.
Comitato di appoggio alla lotta dei detenuti di Corelli
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