> (l'unità)
> I fascisti assediano l'Università Roma Tre.
«È giusto che gli studenti abbiano difeso l'ateneo dai fascisti»
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> Ancora braccia tese e coretti inneggianti a Duce e fascismo. Ancora
> esagitati vestiti di nero che vorrebbero dare una lezione alle «zecche» di
> sinistra. Ancora, di contro, ragazzi di sinistra barricati dentro l'ateneo
> di Roma Tre, Facoltà di Scienze Politiche, rancorosi in egual misura. In
> mezzo, a dividerli, ancora le forze dell'ordine, polizia e guardia di
> finanza in assetto antisommossa, arrivati anche dentro l'università a
> frapporsi tra gli uni e gli altri.
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> Ancora via Segre, ancora la Facoltà di Scienze Politiche di Roma Tre, appena > dopo ponte Marconi. Stessa università, stessa strada, alcune delle stesse
> facce del 13 dicembre, giorno in cui l'ateneo, circondato da un cordone di
> polizia, ospitò - blindato - un convegno sugli Ogm che aveva per
> protagonisti il ministro delle Politiche Agricole Gianni Alemanno, un centro > sociale occupato di destra (noto come Foro753, protetto dalla giunta uscente > di Francesco Storace) e un negozio di gadget del Ventennio (il 2punto11). Fu > lo stesso giorno, quello, in cui nove ragazzi furono aggrediti da «fascisti» > che per adesso non hanno un nome (un volto sì, le telecamere della Digos,
> presenti anche ieri con due operatori in borghese, ripresero l'avvenimento). > Tutto successe qui, davanti a via Segre.
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> La cronaca di quanto accaduto venerdì non può prescindere però
> dall'aggressione subita il giorno prima da due ragazzi di sinistra. Erano
> stati picchiati mentre cercavano di proteggere dalla «pulizia» promossa dal > movimento Azione Universitaria un manifesto su un'iniziativa legata alle
> celebrazioni del 25 aprile.
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> Giusto venerdì mattina, alle 10, il preside di Scienze Politiche Luigi
> Moccia aveva convocato la Consulta Permanente delle Rappresentanze
> Studentesche. Dalla riunione sarebbe poi uscito un documento di censura
> contro Azione Universitaria, il movimento della destra d'ateneo che aveva
> autonomamente deciso di "ripulire" gli spazi di comunicazione politica
> (iniziando da quelli di sinistra). La questione, però, già alle dieci di
> mattina era diventata difficile. I rappresentanti di Azione universitaria
> erano infatti arrivati «accompagnati» ed avevano trovato ad accoglierli un
> presidio «antifascista». Erano saliti alla Consulta, poi erano ridiscesi e
> avevano stracciato un altro po' di manifesti. A quel punto la
> contrapposizione davanti all'università si era fatta violenta, i gruppi
> crescevano di numero (una cinquantina di qui, un'ottantina fuori), tanto che > era dovuta arrivare la polizia. Rispetto ai precedenti, però, ieri qualcosa > è successo a Roma Tre. Qualcosa di politicamente rilevante. Artefice il
> rettore dell'università Guido Fabiani chiamato in facoltà per sedare gli
> animi e per proteggere i suoi studenti.
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> Attorniato dai collettivi di sinistra al piano terra di Scienze Politiche
> (all'interno della struttura ancora agenti in assetto antisommossa) Fabiani > rispondeva a muso duro a chi tra gli studenti lo accusava di non aver fatto > nulla per difenderli dall'assalto fascista. Un colloquio franco, anche
> aspro, in cui il rettore rivendicava la sua posizione antifascista e
> accoglieva la proposta di affissione in ogni Facoltà dell'Ateneo «una targa > che ribadisca la volontà di praticare e far rispettare all'interno di Roma
> Tre i valori costituzionali democratici ed antifascisti della Repubblica
> Italiana».
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> Poi la decisione di andare a parlare anche con i rappresentanti di Azione
> Universitaria. E qui la sorpresa. I ragazzi arrivano in numero di 5. «Fate
> entrare anche gli altri studenti», chiede il rettore. «Siamo una
> delegazione», rispondono loro. «Voglio sapere se ci sono altri studenti.
> Voglio parlare con i miei studenti. Fateli entrare e identificare», si
> impunta guardando sopra la testa dei cinque la marmaglia nera e minacciosa. > «Noi siamo di questo ateneo», dicono loro. «E perchè vi accompagnate con
> questi facinorosi?». Due secondi di silenzio. Fabiani giudica che non avrà
> risposte e decide che sia inutile parlare con loro. È indignato. Al collega > del Giornale che domanda se era stato un comportamento lecito quello dei
> ragazzi di sinistra che avevano impedito l'accesso agli «esterni» di destra, > risponde: «È giusto che gli studenti abbiano difeso l'ateneo dai fascisti»
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