25.04.2005
25 Aprile 1945 - 25 Aprile 2005
di ***
Piero Calamandrei, uno dei padri della Costituzione, perseguitato
per aver rifiutato come docente universitario di giurare fedeltà al
fascismo, pronunciò questo discorso nel 1955 a Milano, davanti ad
alcune centinaia di studenti. Ve lo riproponiamo per la sua assoluta
attualità, per riflettere insieme.
Voi giovani alla Costituzione dovete dare il vostro spirito, la
vostra gioventù, farla vivere, sentirla come vostra; metterci dentro
il vostro senso civico, la coscienza civica; rendersi conto (questa
è una delle gioie della vita), rendersi conto che nessuno di noi nel
mondo non è solo, non è solo che siamo in più, che siamo parte,
parte di un tutto, un tutto nei limiti dell'Italia e del mondo. Ora
io ho poco altro da dirvi. In questa Costituzione c'è dentro tutta
la nostra storia, tutto il nostro passato, tutti i nostri dolori, le
nostre sciagure, le nostre gioie. Sono tutti sfociati qui in questi
articoli; e, a sapere intendere, dietro questi articoli ci si
sentono delle voci lontane...
E quando io leggo nell'art. 2: «l'adempimento dei doveri
inderogabili di solidarietà politica, economica, sociale»; o quando
leggo nell'art. 11: «L'Italia ripudia le guerre come strumento di
offesa alla libertà degli altri popoli», la patria italiana in mezzo
alle altre patrie... ma questo è Mazzini! questa è la voce di
Mazzini!
O quando io leggo nell'art. 8:«Tutte le confessioni religiose sono
egualmente libere davanti alla legge», ma questo è Cavour!
O quando io leggo nell'art. 5: «La Repubbllica una e indivisibile,
riconosce e promuove le autonomie locali», ma questo è Cattaneo!
O quando nell'art. 52 io leggo a proposito delle forze armate:
«l'ordinamento delle forze armate si informa allo spirito
democratico della Repubblica», esercito di popoli, ma questo è
Garibaldi!
E quando leggo nell'art. 27: «Non è ammessa la pena di morte», ma
questo è Beccaria! Grandi voci lontane, grandi nomi lontani...
Ma ci sono anche umili nomi, voci recenti! Quanto sangue, quanto
dolore per arrivare a questa costituzione! Dietro ogni articolo di
questa Costituzione, o giovani, voi dovete vedere giovani come voi
caduti combattendo, fucilati, impiccati, torturati, morti di fame
nei campi di concentramento, morti in Russia, morti in Africa, morti
per le strade di Milano, per le strade di Firenze, cha hanno dato la
vita perché libertà e la giustizia potessero essere scritte su
questa cartra. Quindi, quando vi ho detto che questa è una carta
morta, no, non è una carta morta, è un testamento, è un testamenteo
di centomila morti. Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo
dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove
caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei
campi dove fuorno impiccati. Dovunque è morto un italiano per
riscattare la libertà e la dignità, andate lì o giovani, col
pensiero, perché li è nata la nostra Costituzione.
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