[Lecce-sf] Fw: L'inverno della Chiesa e dell'Uomo

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Autor: Gaetano Bucci
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Assumpte: [Lecce-sf] Fw: L'inverno della Chiesa e dell'Uomo

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From: Angelo Ruggeri
To: giustifederico@??? ; gaetanobucci@??? ; andreacatone@??? ; paolo.barrucci@??? ; Giovanni Chiellini ; Domenico Chirico
Sent: Saturday, April 23, 2005 12:13 PM
Subject: L'inverno della Chiesa e dell'Uomo


L'inverno della Chiesa.                                                                                           Tra l'uomo ideologico di paparatzin, Comunione Liberazione e Vendola e l'uomo storico dei poveri e dei lavoratori, della teologia della liberazione e del marxismo.
"Continua l'inverno della Chiesa". Caustico ma inequivocabile, il commento di Leonard Boff sull'elezione di Ratzinger. "Un papa dell'11 settembre", ha detto qualcuno, gradito a Bush. Come che sia, chi "modera" richiamando i trascorsi conciliare e "progressisti" di Ratzinger, deve sapere che la sua svolta "conservatrice" è del 1968: difficile non vedere la coincidenza col 68-69 in Italia e nel mondo.


Il commento di Boff ha il merito di evocare la "primavera" del Concilio Vaticano II e la "distanza" degli anni di Woitila (e di Ratzingher) da quelli di Giovanni XXIII. Papa della "Pace in terra" e di un vero dialogo, che aprì il Concilio presentandosi come "episcopo primo", non come "Papa" che nessuna altra religione riconosce (e che giornalisti veneranti e inintelligenti definiscono addirittura "vicario di Dio" anziché "di Pietro" quale è).

Certo, non si può mai dire e la rapida elezione suggerisce qualche compromesso, ma forse di nessuno prima di Ratzinger - che conosce la storia e storico seppur di "teologia" - si conosceva così bene in anticipo ciò che pensa e ha fatto. Un rigido "prefetto" della fede. Durante il Giubileo, il suo documento accusato di "fondamentalismo" ha gelato il dialogo con le religioni. Un custode del dogma, contrario persino al "mea culpa" del papa e vicino al Cardinale Biffi, per capirci.

Ratzinger è l'epuratore della chiesa dei poveri latino americana (la più numerosa del mondo che infatti conta poco) e dei teologi della liberazione. Un papa militante estimatore dell'Opus Dei e di movimenti come CL che - come la Lega che è "braccio armato" della cultura d'impresa e della borghesia ambrosiana - si dispongono come crociati a battaglia, in formazione di combattimento, a cui Ratzinger si è prestato a presentare tanti suoi libri, oltre a tenere l'omelia per Don Giussani.                        


Movimenti che guardano all'uomo astratto, ideologico, contro quelle che Woityla ( e Ratzingher) ha chiamato "le strumentalizzazioni del Concilio", verso il marxismo o verso il laicismo. Ma in realtà contro tutta l'effervescenza, il cammino di rinnovamento di forze vive, particolarmente alla base, che rinvigorendo il corpo della chiesa non si lasciano convogliare nei tradizionali canali dell'organizzazione ecclesiastica, domandando una ecclesiologia capace di rispondere alle domande della realtà. Perchè sono per l'uomo concreto, come fu la "primavera" conciliare e Giovanni XXIII, per l'uomo che se non è "uomo" non è per cause astratte ma per precise cause storiche, da indagare e rivoluzionarie, come hanno capito da tempo i teologi della liberazione sudamericana.     Non "marxisti", come Ratzingher li accusò, ma per l'uomo concreto, in questo come il marxismo che è, appunto, una ricerca attorno all'uomo e per l'uomo, ai modi in cui fa se stesso e che in questo processo si perde, si aliena, a causa delle forme di dominio e di sfruttamento.                                                                                                                     Eppure, invece, proprio in RC, in congresso e applaudito da Bertinotti - come abbiamo già criticato - è stato il "lirico" Vendola a dire come un Ratzingher o un CL: "Io mi occupo dell'uomo e non dell'ideologia", cioè mi occupo di ideologia (l'uomo astratto) e non dell'uomo storicamente esistente, l'uomo sfruttato ecc. come appunto diceva Marx -Introduzione a "per la critica della filosofia del diritto.                                                           Ratzinger "Continuatore di Woityla", hanno detto. Certamente: nel segno appunto dell'ortodossia di un papato restauratore e post-conciliare affatto "mobile", tetragono persino, che non si é posto come mediatore di "verità" ma di questa con "altro", che "altro" restava dalla "verità"(propria). All'opposto di Paolo VI per il quale la verità era il travaglio della mente e non del corpo e che per Woityla è stata "mobilità"  fisica e mediatica, transcontinentale, per testimoniare una immutabile e sola verità col proprio corpo, fermo, forte, resistente, detto di persona: "avvegna ch'io mi senta / ben - ai colpi di ventura" (Dante).


Fece uguale in Parlamento. Approfittando di partiti del "maggioritario" senza più identità sociale ne valori e del criticabile "relativismo etico" affatto laico ma adorante la cultura d'impresa (tanto che la "crisi della modernità" è segnata dal ruolo sociale più della religioni portatrice di valori che della politica che non ne porta più), si è però permesso di cancellare tutto il pensiero politico e filosofico degli ultimi duecento anni".             Riproponendo una concezione solo etica dei diritti (come per altro fa certa sinistra eticista che separa i diritti dai poteri autoritari e d'impresa che li negano e che produce "guerre umanitarie"), che ha cattedra nell'ideologia feudal-eclesiastica contro cui la "grande critica" iniziò il pensiero moderno. Disse persino: "lo Stato anche democratico deve farsi guidare dalla verità cristiana"; ossia deve essere uno Stato cristiano. Destra e sinistra laiciste plaudirono, alternativamente, ammantandosene per coprire e sperando di far dimenticare il loro vuoto ideale.


Si che già con Woityla Bertinotti stesso vantò che per prima cosa ogni giorno legge e prende a riferimento l'Osservatore Romano. E da tempo cerca di essere "più papista del papa", come quella sua Ritanna Armeni che affianca Giuliano Ferrara e che pensavamo fosse passata a Repubblica sentendo quel che dice e quel suo interrompere e intervenire sempre a sproposito, quai solo per far sembrare che c'è anche lei ma senza capire mai bene di cosa si parla, La stessa Rina Gagliardi - che come fedelissima di Trentin ne ha sbagliate più di Bertoldo - mettendo avanti a tutto una cosa di tipo personale, ci conferma "piacere" per "un papa medioevale" perché "io amo il medioevo" (Foglio, 20/4/04).

Noi invece, anche in tempi di "papa boys" non dimentichiamo i "chicago boys" di Fridman, che per esportare con Reagan e la Tatcher il liberismo nel mondo, vivisezionarono e usarono come cavia il popolo del Cile - e poi dell'Amerca latina - di quel Pinochet campione della lotta contro "l'impero del male" e a cui il papa si affiancò anche sul balcone: anche se poi ha passato l'ultima parte di pontificato a correggersi, in modo inadeguato, invocando la pace "pacifisticamente" (cioè - come tanta sinistra e bertinottini -contro la guerra, non non anche contro la violenza dei rapporti di produzione e di sfruttamento e del sistema di accumulazione capitalistico che la genera), del tutto inascoltato da governi con cui é stato in sintonia e che ha contribuito a farne i dominatori del mondo, anche con quella Enciclica degli anni 80 dove parlando del 900 e attaccando il totalitarismo sei regimi dell'Est Europa, espungeva e non nominava mai il nazifascismo.
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