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RATZINGER: UN PROFILO NERO

di Roberto Taddeucci
(altri articoli dell'autore)
Mercoledì 20 Aprile 2005

Nuovo Papa, vecchio personaggio. Chi c'è dietro il nome di Benedetto XVI?
L'autore dei testi più intransigenti verso gay, lesbiche e trans, era un
tempo un 'liberal'. Ma poi...?






ROMA - Tanto tuonò che piovve. I cardinali riuniti nel conclave e guidati,
ci tengono sempre a precisare, dallo Spirito Santo hanno preso l'attesa
decisione ed eletto il nuovo Papa. Folla estatica in piazza, annuncio ufficiale
in latino ed ecco che si apre il finestrone ed appare, avvolto in sontuosa
veste, Benedetto XVI, alias il ben noto cardinale tedesco Joseph Ratzinger.
Sul fatto che tale evento sia causa o meno di "gaudio" ha già separatamente
fatto qualche considerazione Alessio De Giorgi. In realtà le reazioni su
questa scelta sono state varie e molto discordanti, ma chi è concretamente
questo nuovo Pontefice regnante? C'è chi assicura che sia stato membro della
Gioventù Hitleriana, chi ricorda i suoi documenti contro gli omosessuali
nella Chiesa, chi le sue posizioni sulle donne e le sue ingerenze nelal
vita politica internazionale... Cosa è vero e cosa no?

Membro della Gioventù Hitleriana?
Si, è vero. Ne fa menzione lui stesso nella sua autobiografia Milestone:
Memoirs 1927-1977 e lo conferma anche il sito del suo fan club (dove tra
l'altro si possono comprare da tempo magliette e tazze, da veri fan). Nato
in un paesino bavarese il 16 aprile 1927 Joseph Ratzinger era appena un
adolescente quando, nei primi anni '40 fu iscritto nella Gioventù Hitleriana,
cosa che del resto era obbligatoria. Ne parla anche John Allen Jr, giornalista
del National Catholic Reporter, nella biografia su di lui uscita nel 2002:
sebbene già seminarista fu richiamato nella Gioventù Hitleriana e impiegato
nei servizi ausiliari antiaerei. Disertò e verso la fine del conflitto fu
fatto prigioniero di guerra. Successivamente si iscrisse all'università
di Monaco per studiare filosofia e teologia. Nel giugno 1951 viene ordinato
sacerdote. La sua carriera in ambito ecclesiastico va a gonfie vele e Karol
Wojtyla nel 1981 lo nomina Prefetto della Congregazione per la dottrina
della fede, un tempo nota come Sant'Uffizio.

Perla del Ratzi-pensiero
È in questo nuovo ruolo di potere che il Cardinale Ratzinger, considerato
un innovatore e ammodernatore ai tempi del Concilio Vaticano II, assume
un atteggiamento duro, intransigente e alla fine dei conti anti-moderno
su molti aspetti legati alla morale, il possibile sacerdozio aperto alle
donne, il celibato dei preti, i temi relativi alla contraccezione nei decenni
dell'Aids e non ultimo chiaramente l'atteggiamento verso i "non eterosessuali".
Risale al 1986 la sua Lettera sulla cura pastorale delle persone omosessuali.
In essa venivano respinte tutte quelle «interpretazioni eccessivamente benevole
della condizione omosessuale stessa» precisando che «la particolare inclinazione
della persona omosessuale, benché non sia in sé peccato, costituisce tuttavia
una tendenza, più o meno forte, verso un comportamento intrinsecamente cattivo
dal punto di vista morale. Per questo motivo l'inclinazione stessa dev'essere
considerata come oggettivamente disordinata». Mai il concetto di "oggettivo"
fu usato in maniera più soggettiva, dando per indubitabile e vero un solo
punto di vista su una tematica invece estremamente complessa e sfaccettata.

Interventi punitivi e censori
Nel 1999 furono presi pesanti provvedimenti contro Suor Jeannine Gramick
e Padre Robert Nugent, impegnati da anni in attività pastorali indirizzate
alle persone omosessuali e autori di libri sgraditi alle alte gerarchie
della chiesa cattolica per le loro aperture volte alla comprensione e dialogo
tra il mondo cattolico genericamente inteso e la parte gay e lesbica presente
in esso (come in tutti i segmenti della popolazione). In sessioni ordinarie
tenutesi tra il 1997 e il 1998 i Cardinali ed i Vescovi della Congregazione
di cui Ratzinger era il Prefetto, giudicarono che le dichiarazioni e le
idee di Padre Nugent e di Suor Gramick «erronee e pericolose». La voglia
di trattare le persone omosessuali «con rispetto, compassione e delicatezza»
da parte dei due sono state bollate come «ambiguità e errori», dunque a
loro sono state permanentemente vietate tutte le attività pastorali ed essi
stessi sono stati dichiarati non eleggibili, per un periodo indeterminato,
ad alcun ufficio nei loro rispettivi Istituti religiosi.

"Consigli" ai politici
Sulla necessità di separazione tra Stato e Chiesa è fondata la costituzione
della maggioranza delle democrazie avanzate, sia in Europa che in altri
continenti. Tuttavia nell'estate del 2003 il cardinale Ratzinger, nelle
sue Considerazioni circa i progetti di riconoscimento legale delle unioni
omosessuali, chiese a tutti i parlamentari cattolici del mondo di non votare
leggi favorevoli alle coppie gay: «Concedere il suffragio del proprio voto
a un testo legislativo così nocivo per il bene comune della società è un
atto gravemente immorale». Le reazioni del mondo laico non mancarono e anche
importanti associazioni di psicologi a livello internazionale presero fermamente
le distanze da quel documento, ritenendolo pericoloso per il suo impatto
sulla vita delle persone omosessuali e non basato su criteri scientifici.

La "dittatura" del relativismo
Il 18 aprile 2005, in rigoroso latino, Ratzinger durante la sua omelia ha
detto: «Difendiamo l'integrità della dottrina cattolica. Il relativismo,
cioè il lasciarsi portare qua e là da qualsiasi vento di dottrina, appare
come l'unico atteggiamento all'altezza dei tempi odierni. Si va costituendo
una dittatura del relativismo che non riconosce nulla come definitivo e
che lascia come ultima misura solo il proprio io e le sue voglie». Tuttavia
in un mondo sempre più interrazziale, multi culturale e multi religioso
a cosa può portare un opporsi al "Relativismo culturale"? Tale pensiero
è nato e si è sviluppato nel '900 proprio per combattere l'etnocentrismo,
il dominio di una cultura o religione sulle altre ed invitando a tenere
doverosamente conto del punto di vista "dell'altro", chiunque questo sia.
Un invito al dialogo e al rispetto reciproco contro l'ideologia de "la mia
Verità è più Vera della tua" o del "la mia è la sola ed unica Vera Religione",
tutti concetti per forza di parte e dunque alla base delle divisioni e delle
tensioni del mondo. Al momento varie personalità vicine al nuovo Papa cercano
di modificare l'impressione pubblica su di lui e giustificare queste parole,
azioni e comportamenti col ruolo da lui ricoperto sino ad oggi. Vedremo
se col passare del tempo il vecchio Ratzinger e il nuovo Benedetto XVI sapranno
rivelarsi come due personalità distinte, dunque aprendosi al dialogo e alla
tolleranza con chi ha altre idee e filosofie di vita, oppure se si sarà
trattato solamente di un cambio di titolo e d'abito.